Comune Di Portobuffolè

Comune Di Portobuffolè
Portobuffolè (TV)

Iscritto dal
15/07/2013
Categoria: Associazioni Culturali

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Residenza: Portobuffolè - TV

 I primi abitanti del territorio furono i Veneti, popolazione nomade originaria dell’Asia Minore. Dopo la conquista Romana, avvenuta nel 201 a.C., il sito venne denominato Septimum de Liquentia, ovvero “Sette miglia [da Oderzo, la romana Opitergium], lungo il fiume Livenza”.

Fu un porto fluviale di notevole importanza. In epoca medievale, venne costruito un castello fortificato, pertinente prima alla Diocesi di Ceneda, poi alla podesteria di Treviso. Nel corso del XIII sec. si andrà progressivamente a perdere la nomenclatura di Septimo, sostituito da Portus Bufaledi [da “bufaline”, imbarcazioni tipiche del Livenza, oppure Bova, canale], cui deriverà l’attuale nome. Intorno al 1293 Tolberto Da Camino e la sposa Gaia fecero di Portobuffolè la loro residenza ufficiale, proclamati poi nel 1307  signori della città. Dal 1339 sino al 1797 il territorio dell’Alto Livenza fu dominato dalla Repubblica Veneta e a Portobuffolè  furono concessi i titoli di podesteria e di città. Fu un lungo periodo di splendore e ricchezza per la città che divenne sede di importanti avvocati, banchieri e mercanti. Dopo il Trattato di Campoformido (1797) e la cessione del Veneto all’Austria, per Portobuffolè iniziò il declino. La cittadina ritornò ad essere annessa all’Italia nel 1866, riconoscendole l’autonomia comunale. L’ultimo secolo è storia condivisa: le due Guerre Mondiali, le emigrazioni all’estero di parte della comunità, le alluvioni nel 1965-66.

 

L’attuale aspetto urbanistico del centro storico di Portobuffolè rivela ancora generosamente il suo trascorso medievale, in particolar modo, nella struttura di piazza Vittorio Emanuele II, serrata da edifici che ripercorrono le mura perimetrali dell’antico castello.

La successiva dominazione veneziana ha lasciato sulla cittadina numerosi esempi del suo vessillo: il Leone di San Marco. Di particolare interesse sono: il Leone di San Marco che campeggia sopra l’arco della Porta Friuli, con incisa una scritta postuma dai principi rivoluzionari francesi, e il così detto “Leon in moeca”, tutt’ora visibile sopra la porta del Monte di Pietà. Quest’ultimo è un’iconografia rara: l’immagine del leone alato è infatti stretta in un tondo limitato da un effetto di canapo, quando invece veniva generalmente inserito in un campo rettangolare.

Probabilmente di epoca tardo rinascimentale risultano essere gli affreschi che decorano la facciata del Torrione-Caserma, attuale abitazione privata, in piazza Beccaro. Vengono attribuiti a Giovanni De Sacchis, detto il Pordenone.

A pochi passi dal centro città, Villa Cellini-Giustinian e l’annesso Oratorio di Santa Teresa testimoniano gli ultimi splendori del patriziato veneziano del XVII secolo, che sceglieva l’entro terra per costruirvi delle sfarzose residenze di campagna. In particolar modo, l’Oratorio si distingue per essere un capolavoro di stile barocco, recentemente riportato all’antico splendore.

L’età contemporanea apparentemente sembra mancare a Portobuffolè, quasi che la cittadina si sia cristallizzata ai suoi Secoli d’Oro (XIV-XVII sec.). Ma nelle stanze del Museo Casa Gaia Da Camino non mancano frequenti esposizioni personali di artisti attuali, del territorio e più in là.

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