Commenti sull'opera Matahari:

"In limine"
La pioggia di sentimenti

Giancarla Parisi vista dal Prof. ALESSIO VARISCO
Dovendo presentare Giancarla Parisi che taluni esprimerebbero artista transumanista, con divagazioni ed ascendenze futuriste, vorrei innanzitutto chiedere che cosa sia per questi l'Arte. Credo che sia ricerca di Sapienza, di raccogliere l'Arcano. Si pensi all'homo faber, nacque ed inventò la ruota per muoversi, le palafitte per evitare che le esondazioni gli portassero via il suo alloggio e il fuoco per poter cuocere e così cibarsi di cibi, alchemicamente, trasformati da solidi in liquidi e al contrario... Ma quell'uomo archetipico, primitivo non parlava. Non conosceva suoni, se non i barriti, i muggiti, i nitriti degli altri esseri. Sino a che un demiurgo della storia, lo sciamano, inventò le pitture rupestri: un medium fra l'umano ed la μετά τα Φυσικά, (metá tà physicá), ovvero "oltre la fisica". Insomma se potessi usare una metafora l'uomo ha da subito pensato al trascendente, cercando di potersene appropriare, di mettere in comunicazione, cercando un suono ed inventando dalla Pittura tutti gli altri linguaggi: la scrittura, la parola. 
Certo è che Giancarla non ha saputo apprezzare il silenzio, o meglio ha cercato nei suoi silenzi di dare spazio a quell'espressione caratteristica che è la pittura trasportando le sue competenze ed abilità che spaziano -sin da giovanissima- dalle fotografie di moda alle relazioni pubbliche. In questo humus ha permeato le proprie abilità, ha saputo ascoltare i propri sogni, scoprendo le sue visioni facendole divenire reali. Una delle difficoltà maggiori è tradurre in realtà quanto visto, quanto pensato, oppure sognato. La situazione che si viene determinando è di una fase liminare in cui l'Artista -per essere tale- deve travalicare l'ignoto, facendosi demiurgo ed in assoluta velocità cercare di raccogliere ciò che sente, nel minor tempo possibile, esprimendo quanto ha interiormente assimilato. 
Credo non esistano, ed addirittura potrebbero limitare, l'Esperienza Artistica della nostra Artista! Certamente utilizza svariate tecniche spaziando da lavori di grafica, soprattutto di transportation e di interior design. Ma al di là delle apparenti ascendenze, percepibili nella sua opera con espliciti rinvii all'Art Nouveau -saccheggiando dalla fantastica Tamara De Lempicka al geniale Gustav Klimt- credo che il suo "modo" di fare arte sia molto di più che una semplice opera: è una confessione tenace. Il sapersi sedere, ascoltare, forse quando le brume ci richiamano al silenzio interiore, magari dinanzi ad un buon thea, ad un camino scoppiettante per lasciare che l'eidos divenga Eikon! 
Quest'esperienza estetica accade "in limine" fra ciò che prova l'Artista ed il supporto che si trova a lei dinanzi. Una pittura dal tratto marcato, dai rimandi classici alle forze che compongono l'Universo -aria, acqua, terra e fuoco- che sottolineano la sua necessità interiore di essere precisa ed introspettiva. E "divorando" le sue immagini, repentinamente con un click, a farle scorrere sul mio monitor, non posso che pensare al filosofo Martin Heidegger che così scrisse: «La domanda: "Perché vi è, in generale, l'essente e non il nulla?" reclama il primo posto anzitutto perché è la più vasta, in secondo luogo perché è la più profonda, infine perché è la più originaria.....per il fatto che questa domanda è la più vasta è anche la più profonda. "Perché in generale vi è l'essente ...?" Chiedere perché è come chiedere: quale ne è la ragione, il fondamento? Da quale fondamento l'essente proviene? Su quale fondamento si basa? A quale fondamento risale?» 
Il Grund che sarebbe il fondamento della sua esperienza è dunque Assoluta!
Credo che quest'Arte debba essere letta e vissuta come un'esperienza interiore di un'anima inquieta che pregna delle molte sfaccettature e contraddizioni rivela una profonda lettura della realtà. Quelli che potrebbero apparire dei meri significati criptici sono in realtà dei simbolici legati al significato della vita, al suo scorrere, all'ineludibile divenire delle cose dinanzi all'Arcano. Tutto si compone in quegli sguardi sempiterni che paiono scrutarci per darci risposte, per risvegliare in noi l'Essenziale di quel sentimento che è in noi. 
Fuori piove ed "ascolto" queste Opere, ne odo la Voce e sento che questa poesia di forme e di colori è vera poesia, non falsa, vera che esprime questo travagliato presente. Quegli sguardi Mi sono rimasti dentro, quindi comunicano quella profonda e originaria ricerca di senso! 
Ora buona visione a voi e scusate per la Nostra brevità
Prof. Alessio Varisco 
Direttore Antropologia Arte Sacra
 


postato da Carla Rhapsody - domenica 26 ottobre 2014 alle ore 01:33

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