OBBEDIENZA.Tendenza primordiale (Mario Gianquitto)
- Titolo: OBBEDIENZA.Tendenza primordiale
- Genere: Pittura
- Tecnica: Olio su tela
- Misure: 50X60
- Descrizione: “Obbedienza.Tendenza primordiale”, un’esperienza pittorica dal sapore mistico i cui contenuti percepiti e percepibili riservano all’impegno dell’artista un compito sacerdotale, una sacralità autonoma che, immune da visuali diverse di pensiero...
- Tags: volto, cavallo
- Voti: 7 Chi ha votato?
Commenti sull'opera OBBEDIENZA.Tendenza primordiale:
(recensione di Maria De Michele)
Per Mario Gianquitto sull’isola che non c’è gli dèi risiedono sulla Terra. Una figura mitologica di pura invenzione. Un’immagine possente tutt’altro che eterea e leggera che sfreccia verso sinistra alimentata da una fonte di energia dinamica. Il cavallo, simbolo dell’impetuosità, dei desideri e delle passioni dell’inconscio, dell’abbandono all’impulso bestiale, emblema di possessione ed iniziazione, fugge sotto il peso di Dio, volontà di potenza distruttiva per la sua libertà. L’artista non si lascia imbrigliare dall’apparente incoerenza dell’opera ma dall’enorme ricchezza che lascia aperta la porta per infinite interpretazioni. Il tessuto poetico di grande impatto si concretizza in una visione che riabilita l’uomo, mito e realtà intimamente inanellati si incarnano in un’ apparizione affrancando l’autore dal già visto e dal già vissuto.
La testa del cavallo rivolta verso il basso decreta volontariamente la natura di animale, che vede nell’obbedienza la tendenza primordiale dell’essere vivente. Lo spirito di gravità gli inclina la testa, gioco a dadi con la morte, la voluttà, la sete di potere, l’egoismo. In simbiosi con il tronco umano, che abbraccia la notte ed estasiato dall’eterna dimensione alza le braccia al cielo e canta un inno all’elevatezza dell’anima.
L’uomo canuto si risveglia fanciullo materializzando l’atto creativo.
“Obbedienza.Tendenza primordiale”, un’esperienza pittorica dal sapore mistico i cui contenuti percepiti e percepibili riservano all’impegno dell’artista un compito sacerdotale, una sacralità autonoma che, immune da visuali diverse di pensiero, narra del suo rapporto con la pittura fatta di esplorazioni, intuizioni elaborate, tese alla trasfigurazione delle immagini.
Il drappo purpureo animato da bizzarre e disarticolate increspature è alternano da zone di luce e macchie d’ombra, elemento che illumina l’intera composizione, fa percepire la furia del vento nel profondo silenzio del fondale notturno.
La condizione di passività della figura femminile in primo piano sulla sinistra è solo apparente, immaginata dall’artista come soluzione alla macerazione interiore, composta, verginale, dai morbidi lineamenti, ai quali Mario Gianquitto dà un’espressione individuale. Uno sguardo dolce, mesto, metafora di rassegnazione, di incapacità a danzare al di sopra dei luoghi finiti.
Il bello linguistico dell’opera “Obbedienza.Tendenza primordiale” si configura come un velo che preserva dall’orrore del vuoto esorcizzando il profano per accedere allo spazio consacrato dell’arte.
postato da Mario Gianquitto - giovedì 10 gennaio 2013 alle ore 16:55
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