Commenti sull'opera Il Delinquente (Lulu.com Editore):

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libri.shop.it/narrativa-italiana/il-delinquente/dettaglio/id-1923737/

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www.libreriauniversitaria.it/delinquente-davanzo-sergio-lulu-com/libro/9781409205425

www.bol.it/libri/autore/Sergio-Davanzo/7/S/-0/


postato da Sergio Davanzo - domenica 11 ottobre 2009 alle ore 14:48

In tutti noi c'è una "Panzano", 12-02-2009,di V. Natali -

« Oserei definire il contenuto di questo libro con "atmosfere perdute". Ironico, commuovente, ingenuo, acuto, sfacciato...e molto altro.
Una lettura che ti stampa un sorriso dalla prima pagina. Credo che ti asciugherai anche qualche lacrima. Vale la pena, la sua lettura. Libro consigliato a tutti.
 


postato da Sergio Davanzo - domenica 11 ottobre 2009 alle ore 16:17

www.amazon.com/gp/product/1409205428

www.amazon.co.jp/il-Delinquente-sergio-davanzo/dp/1409205428

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www.amazon.fr/s/ref=nb_ss

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postato da Sergio Davanzo - domenica 11 ottobre 2009 alle ore 19:17

Ciò che amo di più è che il più prestigioso negozio di libri al mondo Foyles di Londra abbia i miei libri in catalogo:

www.foyles.co.uk/results.asp


postato da Sergio Davanzo - domenica 11 ottobre 2009 alle ore 19:21

Oppure catene come Bookkoob:

www.bookkoob.co.uk/book/1409205428.htm

 


postato da Sergio Davanzo - domenica 11 ottobre 2009 alle ore 19:30

Oppure catene nordiche come Bogpriser:

www.bogpriser.dk/work-814-il-delinquente/


postato da Sergio Davanzo - domenica 11 ottobre 2009 alle ore 19:37

libri.dvd.it/narrativa-italiana/il-delinquente/dettaglio/id-1923737/

libri.milqart.it/narrativa-italiana/il-delinquente/dettaglio/id-1923737/

 


postato da Sergio Davanzo - domenica 11 ottobre 2009 alle ore 19:44

Estratto dal "il Delinquente":

L’arrivo della TV

 

“Siori e siore, buona sera, dagli studi RAI…” ed ad un certo punto arrivò la TV. Panzano impazzì per quella scatola posta in alto, molto in alto affinché tutti la potessero vedere, nei due bar di via Callisto Cosulich. Credo che l’origine dei miei dolori cervicali risalgano alla data di questo importante evento. I colori del nuovo elettrodomestico erano sei: quasi nero, grigio medio, grigio chiaro, bianco molto sporco, bianco sporco, quasi bianco. Da quel momento i cinema si svuotarono. La radio che tanto aveva dato non fu più ascoltata. A me mancavano i gialli radiofonici, le commedie, i racconti che tanto riempivano le serate soprattutto quelle invernali.
“Se vedi più ben in quel de Ettore”, “Si. Ma tel vol metter Mafaldo. Ettore basta vender e far schei el te passa davanti su e so”. Il dibattito maggiore verteva sulla discussione in quale dei due bar fosse più conveniente seguire “Lascia o Raddoppia”. Mike, “bravissimo” per i filo americani, quindi impiegati. “Un mona” per i filo russi, quindi operai. Oppure il commento più diffuso era “Iera come esser la”. A me, nella mia testa da ragazzino sembrava che al cinema si vedesse e si sentisse meglio, ma ovviamente non osavo pronunciarmi in proposito. I nuovi eroi erano la Bolognini, Marianini. Io ero molto bravo a fare l’imitazione del “magister elegantiarum” torinese. Mario Riva e il Musichiere. Però nessuno sopportava i cantanti francesi, vestiti di nero. Unica eccezione al riguardo: Mafaldo ed Ettore, i due gestori. Durante le performances, rigorosamente di tre canzoni, dalla durata di sei in italiano, tutti si precipitavano ad ordinare le consumazioni. Noi ragazzi cenavamo prima , alle sei di sera poi di corsa a prendere il posto per i nostri genitori. Mio fratello, essendo di sei anni più grande di me, stava sempre fuori dal bar con i suoi coetanei. A noi, più piccoli, toccava stare seduti su due sedie contemporaneamente. Cosa questa, non facile, soprattutto dolorosa. Una volta mi pizzicai anche il “cirullino”, così si chiamava alla mia età, all’epoca. Ogni tanto capitava che qualche ruffiano adulto, con lo scopo di fare bella figura con papà, mi dicesse” Sergetto perché no te va fora a sogar coi putei. Ghe tegno mi el posto a papà”. Naturalmente io che ero già seduto da un’ora e mezza a guardare quel quadrato grigetto spento, non volevo farmi fregare per solo cinque minuti ed allora perfidamente rispondevo “No i ciol nessun in garage stò ano, Però se la me paga un gelato de venti con do bale, la pol tentar”. Mangiavo molti gelati in quel periodo. Un momento esilarante, per me era costituito quando entrava Ernesto a metà trasmissione. Ernesto era un operaio sempre con “l’otto per cento”. Non era un discriminato politico, come lui riteneva di esserlo. Il suo abito era formato da un “terliss” blu. Corpetto corto e pantaloni con la riga stirata. “Si perché l’Evelina i lo tien ben”, commentavano le comari. Le maniche della corta giacca erano arrotolate fino ai gomiti, come chi avesse lavorato e sudato fino a qualche istante prima. L’uomo perennemente con le braccia conserte, anche quando camminava, esibiva un fisico possente. Si avvicinava al banco e con voce stentorea esclamava:”Mafaldo, un bianco par operai e no quella lavatura de biceri che te ghe da ai impiegati”.
Tra le persone sedute, strette, una dietro all’altra si verificava una cera agitazione. Teste che si muovevano. Teste che si giravano. Altri che imprecavano:”la staghi come prima!”. La vecchia, quella che puzzava, gridava “ no vedo. La staghi fermo”. Il vecchio calafato sordo, invece “cossa i ga dito. No go sentì”.
Allora Ernesto si sentiva un vincitore ed affondava il colpo:”In Russia no i gà ste monade. Lori xe gente seria. Lori!”. Oppure se la vena della sua serata era più indirizzata verso l’intellettuale, esclamava:”La television xe l’oppio dei popoli!”.
Io allora correvo a salutarlo e lui puntualmente accarezzandomi diceva:”Sergetto ti te vien su ben. Ti te ghè somigli più alla Gina e non a quela tuta giala de to pare!”

 


postato da Sergio Davanzo - domenica 11 ottobre 2009 alle ore 22:13

Caro Sergio, ti muovi tra le parole come un pianista sui tasti del pianoforte...a volte li accarezzi, a volte li pesti più forte, e nel seguirti le emozioni si intrecciano in un continuo movimento armonico. Che talento!



postato da Angela Di Falco - domenica 11 ottobre 2009 alle ore 23:45

E' Bellissimo!!!!!!


postato da Mah...! - lunedì 19 ottobre 2009 alle ore 15:08

Oserei definire il contenuto di questo libro con "atmosfere perdute". Ironico, commuovente, ingenuo, acuto, sfacciato...e molto altro.
Una lettura che ti stampa un sorriso dalla prima pagina. Credo che ti asciugherai anche qualche lacrima. Vale la pena, la sua lettura. Libro consigliato a tutti.


postato da Vince - martedì 20 ottobre 2009 alle ore 11:29

"La television xe l’oppio dei popoli!”.

Questa frase tratta dal libro e pronunciata da uno dei tuoi personaggi di Panzano non è così banale come sembra! Cosiglierei meno TV e più lettura. Possibilmente di libri "sani" come questo tuo.


postato da Rotcko - martedì 20 ottobre 2009 alle ore 11:35

una lettura divertente, stimolante, commuovente: BRAVO!


postato da Erica - martedì 20 ottobre 2009 alle ore 18:47

Mi è arrivato, finalmente! ho iniziato a leggerlo ed è molto interessante e divertente. Posterò un commento dopo averlo finito.


postato da Liza - mercoledì 21 ottobre 2009 alle ore 15:48

Avevo sentito parlare di questo libro da amici. Incuriosita l'ho ordinato in libreria a Roma. Non è stato facile convincere il mio librario che esistesse questa Lulu.com. Alla fine è arrivato. Lo sforzo per ottenerlo è stato abbondantemente ripagato dalla gioia della lettura: leggera, emozionante, commuovente, esilarante, interessante....A questo punto ho ordinato anche Crossing, Las Flores de la Pasion e Lenzuola al Vento.

Bravissimo!!!! Come mai non sei in TV a promuovere i tuoi libri?


postato da July - giovedì 22 ottobre 2009 alle ore 09:38

SEI UN GRANDE!!!! Bellissimo letto in 4 ore!


postato da Vanna - giovedì 22 ottobre 2009 alle ore 17:53

Mi sono divertito moltissimo a leggere il delinquente ed ho rivissuto i tempi in cui ero ancora un bambino. Bellissimo il tuo spaccato su Panzano!


postato da Principe - lunedì 26 ottobre 2009 alle ore 18:53

Ho comperato il libro, è arrivato, l'ho letto....perchè è finito così presto? Perchè non scrivi almeno altre 500 pagine? BRAVO!!!!!


postato da Mabo - lunedì 26 ottobre 2009 alle ore 19:31

Mi avete incuriosito. Devo procurarmi questo libro.


postato da Bassa - lunedì 26 ottobre 2009 alle ore 19:37

Pur essendo napoletano e non comprendendo perfettamente i tratti in dialetto "bisiaco", ho amato molto questo tuo libro.


postato da Ciro Bonito - lunedì 26 ottobre 2009 alle ore 22:22

Assolutamente STUPENDO! (l'ho riletto ed ho colto moltissime cose che alla prima lettura mi erano sfuggite)


postato da Rotcko - mercoledì 28 ottobre 2009 alle ore 18:48

Mi sono commossa ed ho riso tantissimo: Bravo!!!


postato da Profondità - mercoledì 28 ottobre 2009 alle ore 18:57

Mi è piciuto molto. L'ho consigliato ai miei amici.


postato da Duchamp - mercoledì 28 ottobre 2009 alle ore 23:25

Grazie a tutti per i commenti ricevuti.


postato da Sergio Davanzo - mercoledì 28 ottobre 2009 alle ore 23:30

Sicuramente ordinerò questo libro, penso tu sia una persona interessante da conoscere....


postato da Berta - giovedì 29 ottobre 2009 alle ore 18:28

Un libro sutendo, invito tutti a leggerlo.


postato da 8 - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 18:53

Ti ringrazio per il tuo commento "8".


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 18:59

La verità è sempre quella,
la cattiveria degli uomini
che ti abbassa
e ti costruisce un santuario di odio
dietro la porta socchiusa.
Ma l'amore della povera gente
brilla più di una qualsiasi filosofia.
Un povero ti dà tutto
e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.

Alda Merini, da "Terra d'amore"
 


postato da Vince - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:23

Grazie Vince, per aver postato questo pezzo della Marini!
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:26

Anche questo è molto bello!

Pensiero,io non ho più parole.
Ma cosa sei tu in sostanza?
qualcosa che lacrima a volte,
e a volte dà luce.
Pensiero,dove hai le radici?
Nella mia anima folle
o nel mio grembo distrutto?
Sei così ardito vorace,
consumi ogni distanza;
dimmi che io mi ritorca
come ha già fatto Orfeo
guardando la sua Euridice,
e così possa perderti
nell'antro della follia.

Alda Merini, da "La terra santa"

 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:27

Oppure questa:

Le più belle poesie
si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le menti aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono
davanti a un altare vuoto,
accerchiati da argenti
della divina follia.
Così, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all’umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d’oro
e l’albero della conoscenza
Dio non è mai disceso né ti ha mai maledetto.
Ma tu sì, maledici
ora per ora il tuo canto
perché sei sceso nel limbo,
dove aspiri l’assenzio
di una sopravvivenza negata.

Alda Merini, da "La Terra Santa" 1983
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:28

His name is Sergio Davanzo. Strong in expressing his thoughts but tender in cuddling his dreams, he shows you unsuspected and unexpected aspects of his inner self. Sometimes he reveals them slowly, step by step; sometimes he shows them off abruptly, with a touch of challenging scoff. He paints. He paints because of an unsolved mixture of reasons. He paints because he needs to. Because he wants to. He paints to play. He paints because he has to paint.

Several of his works are the product of a deep need to communicate. The need to go beyond the limits of human words, beyond time and space, beyond conventional shapes with the aim of creating new and better ones, more intensely beautiful, giving thus voice to his inner and more complex thoughts.

Other works issue from Davanzo’s mere, instinctive wish to let himself go to the poetical evocation of images and feelings he has seen and lived. This inevitably pursues the connivance of his spectators, who can see and perceive his same sensations, deeply feel them and, by feeling, revive them. The result is an amazing range of ways and synaesthetical contaminations, both of colour and matter.

In Davanzo’s modus operandi often a single idea develops into a theme. It expands itself, defining autonomously its own leit motives. They are varied and widened, offered in their most flattering nuances. The original idea then swells to its utmost and, finally exhausted, it blows up. It is a definite resolution. Therefore Davanzo’s works, which follow a common vein until it is exhausted, can mainly be contextualized in groups. But, once he has finished with a vein of inspiration, sometimes the painter has already found in its ashes the beginning of several new ones. Sometimes he would rather wait before letting them catch his instinct and his paint-brush.

This is the process of painting for Sergio Davanzo. His subjects are various and different. He wants to tell as much as possible. The faces, the voices of past and present time, the places which have seen him growing both as a man and as an artist. His dog. His family. Those who have gone. Those who still have to come. A wrinkle on a forehead. The hissing of a lathe in a work shop. A minimal kaleidoscope of images, epiphanic moments which he fixes on his canvas. And which, if necessary, he moves, as he usually says “to the space”.

Certainly the imaginative titles he gives to his paintings are part of his seriocomic way of living and conceiving one’s necessities. They are delicious, often sharply ironic, and at first they astonish you, to let you eventually deal with a wake of reflection, whetting you as the back-taste of rum in a just baked cake, the recipe for which has been written and performed by Sergio Davanzo just for you.

Prof dott Maria Sole Politti
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:36

"Le tele di Davanzo vibrano, si impongono con lo stridore delle pennellate, con le barricate cromatiche da cui fuoriescono filamenti elettrici che guizzano e avvolgono, creando una fitta e mutevole rete di energia. Nelle sue opere istinto e ragione rinunciano all'eterna lotta, per dar vita ad un dialogo serrato: il colore si tende nella spontaneità del gesto, si difende entro grumi di materia, si assottiglia ed incede leggero frammentandosi secondo ritmi musicali. Viene impastoiato, fatto fluire e nuovamente convogliato, cristallizzato e gocciolato, alleggerito e spinto oltre i confini del supporto per cercare nuove espressioni comunicative."

Prof. Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:46

" Las lonas de Davanzo envían vibraciones. Ellos se imponen con el chillar del golpes de pincel, con las barricadas cromáticas de lo cual evitan filamentos eléctricos que tiemblan y ellos enrollan la creación de un dolor agudo y la red mutable de energía. En su instinto de trabajos y razón abdican la lucha eterna para dar la vida a un diálogo cerrado: el color se extiende en la espontaneidad del gesto, esto se defiende en los grupos de material, esto cultiva incede delgado(fino) y ligero(de luz) la fragmentación sí mismo según ritmos musicales. Es encadenado, hecho para fluir y otra vez llevado, cristalizado y goteó, aliviado e inclinó sobre los confinamientos del apoyo a buscar nuevas expresiones comunicativas. "

Prof Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:54

C’è una prometeica forza nelle opere di Sergio Davanzo che riconduce, con la certezza del segno e lo schiaffo del colore, ad un confronto con la realtà che non conosce compromessi o debolezze.
L’artista non abbassa lo sguardo e davanti all’esistenza egli si assume il diritto di dichiarare la verità. Lo fa attraverso un linguaggio visivo essenziale, sintetico, corrosivo, violento, titanico, provocatore. Usa la titolazione dei suoi quadri come dei tazebao: sono verdetti che illuminano, parole che possono essere incipit quanto sentenza lapidaria su un argomento che la tela sintetizza in linee di immediata intuizione, con un uso dirompente dell’elemento cromatico, con tinte che acquistano voce. Davanzo riesce a far riecheggiare nel movimento dei suoi quadri le vibranti intensità del paradosso creativo, in bilico tra ragione e gesto puro ed istintivo, folgorazioni che sono rivelazioni e universalità
 

Prof Fabio Favretto
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 23:57

Ho letto il libro: Bellissimo! non saprei se consigliarti di concentrarti di più sulla "scittura" o sulla "pittura".


postato da 8 - mercoledì 25 novembre 2009 alle ore 12:21

L'artista, a me sembra che lo possa essere a tutto tondo, se solo voglia. Sebbene la tua ensibilità contagia le emozioni principalmente con lo scritto, altrettanto contribuisce la tua pittura "macchiata".

Buon Natale!

Giovanni BonarRIGO


postato da Bonarrigo - sabato 19 dicembre 2009 alle ore 20:08

Questo è un racconto di vita che tutti dovrebbero leggere.


postato da Gio4x4fra - martedì 30 novembre 2010 alle ore 13:06

Uno dei più bei libri letti recentemente.


postato da Pony - giovedì 02 dicembre 2010 alle ore 15:08

Questo libro bellissimo è diventato oggetto di regalo per Natale per un paio di amici. Grazie!


postato da Silvia Gherghetta - sabato 04 dicembre 2010 alle ore 17:20

Finalmente un libro nel quale posso identificarmi. Grazie.


postato da Director - martedì 19 luglio 2011 alle ore 13:05

Meraviglioso!!!! L'ho letto tutto d'un fiato!!!! COMPLIMENTI:


postato da Bassa - martedì 27 settembre 2011 alle ore 13:01

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  • Ho dato fondo (parziale)
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  • Omaggio ai tubisti
  • Strada di Bagdad con mimosa
  • Manhattan vista dal Bronx
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  • Omaggio ai Tubisti (Pressfitting) alias "Quando Dio spartiva le tette...io ero in bagno..."
  • Non è la luce del Merisi...ma in tempi di crisi....
  • La mia vita è un lungo lato di Bolina! ( ...ci sarà mai un lato in poppa con tangone...& tanga?)
  • Il futuro è roseo, il presente...un po' meno...
  • Vedo smerciare miele di vipera, agito braccia di carta che il vento disperde.
  • Omaggio ai Tubisti (Aisi 304)
  • Il Delinquente (Lulu.com Editore)
  • CROSSING (Lulu.com editore)
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  • Calendario 2010 (Lulu.com) http://www.lulu.com/product/calendario/2010-by-sergio-davanzo/5949551
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