Commenti sull'opera Strada di Bagdad con mimosa:

Splendido pezzo! Lo vidi in una sua personale a Trieste nel 2006. I pezzi erano montati su di un pannello bianco opaco ed erano distanziati tra di loro. L'effetto era bellissimo! Sempre attualissimo "purtroppo"!


postato da Vince - sabato 05 settembre 2009 alle ore 16:11

Questo lo ho visto dal vivo e... bello, bello sia tutto interro che pezzo per pezzo!

Bravo Sergio!


postato da Davide_lollis - sabato 05 settembre 2009 alle ore 23:11

 

Strada di Bagdad con mimosa .....

SPLENDIDO, con quei colori,quell'intensità,hanno  un  potere  espressivo  che  non  ha bisogno di  parole....

(la  tua   evocativa opera  mi  ha  fatta viaggiare  nel  nirvana)


postato da Cristina De Biasio - venerdì 11 settembre 2009 alle ore 20:10

IL tuo impegno sociale contro ogni forma di violenza e soprattutto contro "la guerra" trova in questa opera una bella esaltazione. Non è solamente un pezzo d'arte che si schiera contro la guerra, ma anche contro la "condizione femminile" (la mimosa). Poi, la frammentazione del lavoro in 12 pezzi lascia una scia di riflessione ancora più profonda. Una gran BRAVO' ! (alla francese)


postato da Alex Lavaroni - domenica 20 settembre 2009 alle ore 11:52

Bello che tu abbia sollevato la questione della donna all'interno di quella più immediata della brutalità della guerra.


postato da Liza - giovedì 24 settembre 2009 alle ore 18:00

Mi piace molto la frammentazione del lavoro e la tavolozza adottata.


postato da Sily - lunedì 28 settembre 2009 alle ore 09:39

Sergio, questa mimosa stesa sul sangue di Bagdad è meravigliosa!


postato da Skrikki - lunedì 28 settembre 2009 alle ore 11:02

L'idea di costruire questo quadro con tanti "sotto quadri" mi intriga!


postato da Ciro Bonito - lunedì 28 settembre 2009 alle ore 11:19

Molto bello questo gruppo di tele. Lo vidi montato su di un pannello bianco alla Galleria Gran Pavese di Monfalcone.


postato da Mah...! - lunedì 28 settembre 2009 alle ore 14:34

Mi pare di capire che la tua arte sia caratterizzata da un forte impegno sociale:
Strada di Bagdad con mimosa : un opera contro l’assurdità della guerra in generale ed il tema della questione femminile.
Mahattan vista dal Bronx: un impegno di lotta contro la ghettizzazione e l’emarginazione
La Mafia è solamente un insetto: puoi schiacciarla! No comment mi sembra eloquente.
Omaggio ai Tubisti: è un impegno al fianco di quella che veniva definita un tempo non lontano, la “classe operaia”.
Volo Radente: ripercorre a mio parere i temi precedenti.
Tributo a Gaudì: credo sia una tua personale esigenza di estetismo in generale
• “Ho dato fondo” e “Feelings & Feelings”: credo appartengano alla sfera del personale.

Mi sono limitato alle tue 8 opere in classifica. Sono distante dalla realtà delle cose?
 


postato da Rauschenberg - lunedì 28 settembre 2009 alle ore 15:18

In quadro significativo e bello.


postato da Erica - martedì 29 settembre 2009 alle ore 08:44

Un quadro che comunica una forte carica emotiva. No alla guerra sempre comunque ovunque!


postato da Rotcko - martedì 29 settembre 2009 alle ore 08:51

I miei nipoti ed io concordiamo sul concetto. Bello il risultato pittorico.


postato da Accabi - martedì 29 settembre 2009 alle ore 08:57

hai fatto bene ad evidenziare la questione femminile all'interno della spietata logica della guerra.


postato da Gigi - martedì 29 settembre 2009 alle ore 09:00

Sono molto contenta che siano degli artisti maschi come te, sensibili sul fronte dei diritti delle donne.


postato da Dolores Lafuente - martedì 29 settembre 2009 alle ore 09:46

Molto bello complimenti. Potresti postare un link che dia modo di vedere l'opera per intero? Grazie.


postato da Vanni - martedì 29 settembre 2009 alle ore 09:49

Si può definire "pittura" la luce che la nostra anima getta sulle cose.

You can define"Painting" the light that our soul throws on the things.

Usted puede definir "Pintura" la luz que nuestra alma echa sobre las cosas.


Si può definire “pittura” la luce che la nostra anima getta sulle cose.
Non ha alcuna importanza lo stile, il supporto utilizzato, il materiale adottato per farlo.
Ritengo superato ed irrisolto il dibattito sulla forma.
La base della pittura, a mio giudizio, non è il disegno. Nemmeno i pigmenti. Solamente la luce ed il suo opposto possono costituire i fondamenti della pittura di sempre. Storicamente, ed in assenza di altre tecniche, il disegno sembrava essere l’unico modo possibile per esprimere pittura. Da molto tempo, ormai, ci sono diverse forme d’arte che basano il loro fondamento sulla riproduzione della forma. A mio parere, la fotografia, il cinema, il fumetto, l’architettura, le vari applicazioni delle tecniche video e digitali, hanno svincolato, se non sollecitato la pittura a sdoganarsi dal ricorso alla forma in quanto tale. Sicuramente ci sono artisti che non possono evitare di esprimersi senza ricorrere al segno ed al disegno. Io, non appartengo a questa categoria, se non casualmente o per gioco. Non disprezzo chi continua a “disegnare pittura”. Non solo non lo ritengo indispensabile ma da evitare. Ricorrere al segno è limitativo e limitante.
Quindi il disegno è una forma possibile di arte in pittura, sicuramente non la sola.
I soggetti rappresentabili in pittura sono tutti quelli della tradizione ai quali se abbandoniamo la costrizione della forma ( come del resto in poesia abbiamo abbandonato la “rima”) se ne aggiungono molti altri quali ad esempio: emozioni, concetti, sogni, paure…Ritengo che, quale esempio, si possa disegnare una faccia umana che provi paura. Non la paura stessa, però. La paura, l’amore, l’amicizia, un’emozione non può avere forma. Ed ecco allora che è indispensabile il ricorso all’informale.
 

 


postato da Sergio Davanzo - martedì 29 settembre 2009 alle ore 10:09

Un opera molto bella. potresti portarcela per un periodo? Grazie


postato da Universo - venerdì 02 ottobre 2009 alle ore 09:26

stores.lulu.com/sergio1davanzo


postato da Sergio Davanzo - venerdì 09 ottobre 2009 alle ore 23:19

Bellissima per composizione e concetto.


postato da Profondità - sabato 10 ottobre 2009 alle ore 12:57

Molto bello anche nella sua presentazione con i singoli elementi staccati.


postato da Puster - sabato 10 ottobre 2009 alle ore 14:21

E molto bello, più lo osservo e più mi convince!


postato da Liza - sabato 10 ottobre 2009 alle ore 14:57

Bello sia per la composizione, sia per il cromatismo e bello per la frammentazione. Naturalmente condivido il significato.


postato da Accabi - sabato 10 ottobre 2009 alle ore 19:11

Io credo che non ci siano schemi fissi-
 

Il rapporto con le cose e gli avvenimenti che ci circondano con le sue proiezioni sul futuro, l'artista lo traduce secondo le proprie necessità. Quando anche la denuncia diventa una bufala solo per la visibilità o tendenza, l'artista dovrebbe osservare in primis, cosa realmente 'manca' al tessuto sociale e, se sono le forze primigenie quelle che sono venute a mancare, cerca il recupero attraverso alla propria sensibilità e non gliene può importar di meno delle correnti o la ricerca di tendenza.

Le ricerche le esegue sulla base della propria sensibilità ed esigenza. Sicuramente ha il coraggio anche di andare contro tendenza perché non è detto che quello che serviva in una certa epoca anche in termini di provocazione, possa servire in un'altra, dove tutto , anche la provocazione è diventata strumentale al profitto. Non ho mai visto artisti di popoli repressi esprimersi solo sulla denuncia , ma sicuramente più spesso attraverso il sogno o alle proprie esigenze interiori , unica forma di libertà ancora gestibile : il proprio mondo interiore e le proprie visioni da contrapporre ad un mondo a cui tutto questo è stato negato.

La vera trasgressività dell'artista contemporaneo è il recupero di se stesso e di tutto ciò si è fatto scempio, poetica compresa.

Va da sé che, forse oggi, gli artisti più credibili in toto rimangono i bambini con queste caratteristiche
e gli artisti 'out'.

I primi con un vissuto troppo corto per essere definiti tali in maniera completa e gli altri, emarginati in quanto veramente 'liberi' e quindi non commerciabili e strumentalizzabili, se mai schiavi solo delle loro ossessioni, ma sicuramente non, rispetto alla loro libertà espressiva

Io credo non ci siano confini nell'arte : purché sia arte .

Ognuno usa il veicolo espressivo che più gli è congeniale. Considerando che questo ioArte è interessante proprio per i quesiti che pone per i confronti che dovrebbero arricchire proprio per le diversità di pensiero e non certo per polemica sterile (sempre meglio chiarire nel virtuale:). Credo che, chi usa la materia proprio come "piacere" della materia nella sua fisicità e il "colore" come impasto proprio per ottenere determinate vibrazioni cromatiche, difficilmente userà mai un pantone digitale se la sua ricerca ed esigenza si esprime con quelle caratteristiche ...

Uno può darsi al digitale per altri aspetti altrettanto intriganti, ma sicuramente diversi. Come non credo che sia un 'espressione nuova né la pittura né il digitale anche perché quest'ultimo si usura più velocemente nei programmi che vengono sostituiti con la velocità della luce.

Per quanto riguarda le diverse culture ben vengano, ma ho il sospetto che una cultura che si sviluppa da noi o in Spagna, in America in Bielorussia, Russia o nella profonda Africa , per quanto si facciano contaminare ,non dobbiamo dimenticare che ognuna di loro ha radici profondamente diverse che non si possono sostituire o dimenticare.

 

Dovrebbe essere anche significativo , quanto ci portiamo dentro radici, gusti e quant'altro che ci influenzano nella scelta delle preferenze.
Di solito i lavori preferiti sono quelli che corrispondono ai nostri canoni estetici e di gusto personale, cosa che in arte non dovrebbe mai succedere.

In maniera istintiva può piacere di più un lavoro simile ai nostri gusti personali, ma l'arte potrebbe anche trovarsi in opere che come gusto non rientrano nelle nostre preferenze, ma sicuramente in canoni artistici. Ho la sensazione che questo sia uno sbaglio che facciamo un po' tutti....sia ' perché viene naturale e perché, a volte .dimostra anche quanto siamo presi da noi stessi, senza riuscire ad entrare umilmente nei lavori di altri.
Con tutto il pieno rispetto, per chi fà figurativo "classico"..secondo il mio modesto parere,il massimo per esprimere "il senso della vita, lo stato delle cose, il divenire dell'uomo, oggi", è l'informale, il materico, il figurativo "essenziale" ....usando la materia....tutta la materia,lo scarto, si può rappresentare, ...cosa meglio di un vecchio cartone ingiallito dal tempo, gettato per strada, indifferente a chiunque, può rappresentare la situazione di molti esseri umani del nostro pianeta..non importa se nell'opera non esiste una smorfia sul volto o le mani che sorreggono uno sguardo vuoto....basta vedere quei "rifiuti" per strada...per capire dove è arrivato l'uomo...in un mondo in cui tutto si può abbandonare, distuggere....tanto si "rifà"...no!, si stanno spengendo i valori, i sentimenti, che valgono più dell'oro, giallo o nero che sia....scusate se mi esprimo in questo modo, forse sembrerò arrogante, ma chi mi conosce dal vero...sa che non lo sono...sono solo sanguigno...sincero..."ignorante" artisticamente parlando...ma UOMO!! inteso naturalmente come essere umano...ciao a tutti


 


postato da Sergio Davanzo - martedì 13 ottobre 2009 alle ore 11:15

Un'idea molto bella.


postato da Duchamp - mercoledì 28 ottobre 2009 alle ore 23:26

bello per significato e per composizione.


postato da 8 - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 18:55

Ti ringrazio per il tuo commento "8".


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:00

Questo quadro m'interssa molto: è in vendita?


postato da Director - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:04

Ti ringrazio molto "Director" ma al momento no, mi serve per alcune mostre, grazie molte, comunque.


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:07

La verità è sempre quella,
la cattiveria degli uomini
che ti abbassa
e ti costruisce un santuario di odio
dietro la porta socchiusa.
Ma l'amore della povera gente
brilla più di una qualsiasi filosofia.
Un povero ti dà tutto
e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.

Alda Merini, da "Terra d'amore"
 


postato da Vince - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:23

Grazie Vince, per aver postato questo pezzo della Marini!
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:25

His name is Sergio Davanzo. Strong in expressing his thoughts but tender in cuddling his dreams, he shows you unsuspected and unexpected aspects of his inner self. Sometimes he reveals them slowly, step by step; sometimes he shows them off abruptly, with a touch of challenging scoff. He paints. He paints because of an unsolved mixture of reasons. He paints because he needs to. Because he wants to. He paints to play. He paints because he has to paint.

Several of his works are the product of a deep need to communicate. The need to go beyond the limits of human words, beyond time and space, beyond conventional shapes with the aim of creating new and better ones, more intensely beautiful, giving thus voice to his inner and more complex thoughts.

Other works issue from Davanzo’s mere, instinctive wish to let himself go to the poetical evocation of images and feelings he has seen and lived. This inevitably pursues the connivance of his spectators, who can see and perceive his same sensations, deeply feel them and, by feeling, revive them. The result is an amazing range of ways and synaesthetical contaminations, both of colour and matter.

In Davanzo’s modus operandi often a single idea develops into a theme. It expands itself, defining autonomously its own leit motives. They are varied and widened, offered in their most flattering nuances. The original idea then swells to its utmost and, finally exhausted, it blows up. It is a definite resolution. Therefore Davanzo’s works, which follow a common vein until it is exhausted, can mainly be contextualized in groups. But, once he has finished with a vein of inspiration, sometimes the painter has already found in its ashes the beginning of several new ones. Sometimes he would rather wait before letting them catch his instinct and his paint-brush.

This is the process of painting for Sergio Davanzo. His subjects are various and different. He wants to tell as much as possible. The faces, the voices of past and present time, the places which have seen him growing both as a man and as an artist. His dog. His family. Those who have gone. Those who still have to come. A wrinkle on a forehead. The hissing of a lathe in a work shop. A minimal kaleidoscope of images, epiphanic moments which he fixes on his canvas. And which, if necessary, he moves, as he usually says “to the space”.

Certainly the imaginative titles he gives to his paintings are part of his seriocomic way of living and conceiving one’s necessities. They are delicious, often sharply ironic, and at first they astonish you, to let you eventually deal with a wake of reflection, whetting you as the back-taste of rum in a just baked cake, the recipe for which has been written and performed by Sergio Davanzo just for you.

Prof dott Maria Sole Politti
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:40

"Le tele di Davanzo vibrano, si impongono con lo stridore delle pennellate, con le barricate cromatiche da cui fuoriescono filamenti elettrici che guizzano e avvolgono, creando una fitta e mutevole rete di energia. Nelle sue opere istinto e ragione rinunciano all'eterna lotta, per dar vita ad un dialogo serrato: il colore si tende nella spontaneità del gesto, si difende entro grumi di materia, si assottiglia ed incede leggero frammentandosi secondo ritmi musicali. Viene impastoiato, fatto fluire e nuovamente convogliato, cristallizzato e gocciolato, alleggerito e spinto oltre i confini del supporto per cercare nuove espressioni comunicative."

Prof. Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:43

" Las lonas de Davanzo envían vibraciones. Ellos se imponen con el chillar del golpes de pincel, con las barricadas cromáticas de lo cual evitan filamentos eléctricos que tiemblan y ellos enrollan la creación de un dolor agudo y la red mutable de energía. En su instinto de trabajos y razón abdican la lucha eterna para dar la vida a un diálogo cerrado: el color se extiende en la espontaneidad del gesto, esto se defiende en los grupos de material, esto cultiva incede delgado(fino) y ligero(de luz) la fragmentación sí mismo según ritmos musicales. Es encadenado, hecho para fluir y otra vez llevado, cristalizado y goteó, aliviado e inclinó sobre los confinamientos del apoyo a buscar nuevas expresiones comunicativas. "

Prof Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:50

C’è una prometeica forza nelle opere di Sergio Davanzo che riconduce, con la certezza del segno e lo schiaffo del colore, ad un confronto con la realtà che non conosce compromessi o debolezze.
L’artista non abbassa lo sguardo e davanti all’esistenza egli si assume il diritto di dichiarare la verità. Lo fa attraverso un linguaggio visivo essenziale, sintetico, corrosivo, violento, titanico, provocatore. Usa la titolazione dei suoi quadri come dei tazebao: sono verdetti che illuminano, parole che possono essere incipit quanto sentenza lapidaria su un argomento che la tela sintetizza in linee di immediata intuizione, con un uso dirompente dell’elemento cromatico, con tinte che acquistano voce. Davanzo riesce a far riecheggiare nel movimento dei suoi quadri le vibranti intensità del paradosso creativo, in bilico tra ragione e gesto puro ed istintivo, folgorazioni che sono rivelazioni e universalità
 

Prof Fabio Favretto
 


postato da Sergio Davanzo - martedì 24 novembre 2009 alle ore 00:00

Io non mi definisco “pittore” ma scrittore di emozioni in pittura.
Io credo che si possa definire pittura “il fissare con i colori la luce che la nostra anima getta sulle cose”.


Questo lo hai detto tu!... ma se ti definiresti "un pittore" ed osservando questa tua opera... dove saresti, allora?

 


postato da Mabo - martedì 24 novembre 2009 alle ore 01:10

bella la composizione e interessante il soggetto, reso molto bene dalla "frammentazione" del lavoro.


postato da Jo - martedì 24 novembre 2009 alle ore 12:19

Piace molto anche a me il significato di questo tuo dipinto. Come "donna" ti ringrazio particolarmente.


postato da 8 - mercoledì 25 novembre 2009 alle ore 12:17

un'ispirazione...


postato da Fabio Lll - mercoledì 02 dicembre 2009 alle ore 16:47

Molto bella questa composizione di 12 tele.


postato da Ciro Bonito - venerdì 19 agosto 2011 alle ore 18:21

Grazie Maestro ...ringraziandoti per le tue preferenze ti invio vesuviani auguri di buona arte!

Nè8
 


postato da Neotto - martedì 08 gennaio 2013 alle ore 11:32

 Grazie a te e ricambio i tuoi voti augurali....con i miei di un estremo Nord Est....(non leghista!)


postato da Sergio Davanzo - martedì 08 gennaio 2013 alle ore 11:58

Emozionante l'opera ed il suo signifcato. Grazie.


postato da Lia Saccotelli - martedì 12 marzo 2013 alle ore 07:25

 ciao molto belli mi piace tutto quello che scrivi vorrei farti una domanda è normale finire un opera e a secodo dell ispirazione la si cambia?????? Tanti complimenti

 


postato da Giussy - venerdì 04 aprile 2014 alle ore 15:44

superbo.


postato da 2p - domenica 13 luglio 2014 alle ore 12:41

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Tutte le opere di Sergio Davanzo

  • Calendario 2013
  • Ho dato fondo (parziale)
  • feelings & feelings (frammento)
  • Omaggio ai tubisti
  • Strada di Bagdad con mimosa
  • Manhattan vista dal Bronx
  • volo radente
  • Tributo a Gaudì (frammento)(vedere il link postato nei commenti)
  • KRAKEN
  • Omaggio ai Tubisti (Pressfitting) alias "Quando Dio spartiva le tette...io ero in bagno..."
  • Non è la luce del Merisi...ma in tempi di crisi....
  • La mia vita è un lungo lato di Bolina! ( ...ci sarà mai un lato in poppa con tangone...& tanga?)
  • Il futuro è roseo, il presente...un po' meno...
  • Vedo smerciare miele di vipera, agito braccia di carta che il vento disperde.
  • Omaggio ai Tubisti (Aisi 304)
  • Il Delinquente (Lulu.com Editore)
  • CROSSING (Lulu.com editore)
  • Pensavo fossi morto....
  • LA MAFIA E' SOLAMENTE UN INSETTO: PUOI SCHIACCIARLA!
  • Questa è una società che macina tutti i valori!
  • Ciao
  • Cattredale Unica nello Spazio
  • Calendario 2010 Gennaio
  • Calendario 2010 Marzo
  • Calendario 2010 Ottobre
  • Calendario 2010 Dicembre
  • Calendario 2010 (Lulu.com) http://www.lulu.com/product/calendario/2010-by-sergio-davanzo/5949551
  • AUGURI....& che s'inizi ad intravvedere...il positivo!
  • Acqua Sporca
  • Solo Macchie?
  • In  /  ES    presso
  • COFFE TIME
  • Tributo a Jackson Pollock
  • Metropoli (serie Acqua Sporca)
  • COFFE TIME
  • Nel 2010 non si può
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