Chris cann - sirens of the mind

Chris cann - sirens of the mind Segnalato da Satura Art Gallery

Satura Art Gallery

Categoria: Mostre

Data: dal 12 novembre 2016 al 23 novembre 2016

Indirizzo: Piazza Stella 5/1

Provincia: Genova

Sito internet: www.satura.it

E-mail: ufficiostampa@satura.it


 Sabato 12 novembre 2016 ore 17:00
Palazzo Stella - inaugurazione

SIRENS OF THE MIND
mostra personale di Chris Cann
a cura di Manila Zangari

aperta fino al 23 novembre 2016
da martedì a sabato
ore 15:00 – 19:00

Genova, SATURA art gallery


S’inaugura sabato 12 novembre 2016 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra personale “Sirens of the mind” di Chris Cann a cura di Manila Zangari. La mostra resterà aperta fino al 23 novembre 2016 con orario 15:00 – 19:00 dal martedì al sabato.

Se si legge “Architectural Digest” si trova una sezione dedicata al design delle case di Cuba. Hermes Mallea si occupa di mostrare la differenza (o la sostanziale invariabilità) tra il periodo di Batista e quello di Fidel Castro, anche se non c’è menzione del possibile nuovo corso che l’architettura ha preso insieme alla svolta sociale con Raúl Castro. Ho voluto partire da qui per descrivere la pittura di Chris Cann anche se, è evidente che nell’autore canadese c’è qualcosa che travalica la semplice concezione urbanistica nostalgica – vedi il pittore statunitense James Richards che ha da poco inaugurato una mostra a L’Avana – per sposare la teoria figurativa pre-espressionista. La donna, privata dei connotati soggettivi, è un corpo / oggetto che si esibisce femminilmente in maniera aggressiva. Dunque il territorio si legge come la forma umana; la costruzione artificiale come l’aspetto naturale. Tutto è connesso nella formazione di un Sé diverso e plurale, che si esprime tanto nella verticalità degli edifici quanto nell’apertura esplicita alla sessualità. In entrambi i casi sembra esserci la denuncia di una fragilità che non riguarda solo la singola persona ma l’intero sistema. Ci sono sempre tracce di memoria nelle pareti scrostate come nella maschera che copre un volto e ogni cosa si tinge di un velo di mistero difficile da spiegare.
Non c’è traccia dell’elemento grottesco del burlesque: l’icona è una donna magra, anzi smagrita, che pare aver perso parte della propria anima in un gioco erotico; i muri sono scrostati, mal illuminati, il sole è una presenza beffarda che falsa i colori. È facile trovare un accostamento con il Van Gogh delle case, con un tocco personale nella scelta cromatica e una differente gestione della prospettiva. Qui la geometria è ancora precisa ma si ritrova lo stesso bisogno emozionale di ritrarre il palazzo come un essere vivo, dotato di ricordi e passioni come la magione descritta da qualche parte nell’opera di Antoine de Saint-Exupéry (e nel corpus di disegni dello scrittore francese ci sono donne con gli stessi spigoli….).



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