Forma essenza, mostra personale di gianni bucher

Segnalato da Satura Art Gallery

Satura Art Gallery

Categoria: Mostre

Data: dal 18 aprile 2015 al 02 maggio 2015

Indirizzo: Piazza Stella 5/1

Provincia: Genova

Orario di apertura: Inaugurazione 18 aprile ore 17.00, aperta da martedì a venerdì ore 9.30-12.30 e 15-19; sabato 15-19

Sito internet: www.satura.it

Referente: Andrea Rossetti

Per informazioni: 0102468284

E-mail: info@satura.it


 L'essenzialità, evento a sé prima che definizione d'ordine strutturale. In assoluto è questa l'abilità più evidente incarnata dall'opera di Gianni Bucher, la chiave di un metodo plastico incentrato sull'attenta determinazione dei suoi vincoli linea/volume, in cui nulla dovrà essere di troppo o alterazione fuori tempo; in cui ognuno di quei vincoli avrà assunto un'invidiabile finalità estetica solamente dopo esser stato “funzione ammortizzante” nell'impatto fisico con la materia, dato che il ruolo dello scultore nell'opera di Bucher rimane tutt'ora ancorato ad una pratica di tradizione classico-artigianale. In cui tutto entrerà costantemente a far parte della sua logica essenziale. Essenziale come lo è la sua sostanza, il legno, tra i fondamentali della tradizione plastica nostrana, per Bucher in particolare una sorta di acme creativo, un punto di definizione animata interno alla sua ricerca artistica.

Penetrare, scalfire con tocchi leggeri e direzionati, levigare fino ad annullarne ogni asperità. Portare il pezzo di legno ad assumere una forma concettuale autonoma, legata con più verosimiglianza possibile alla sfera dei sentimenti, preparata a concepire quel peso espressivo-dinamico che in modo del tutto autonomo le conferisce coscienza dello spazio. Decretata l'opera, il suo essere - inteso come presenza in un determinato “qui e ora” - sarà perciò sempre contingentato ad un'assenza di oggettività nei confronti del mondo reale. Assenza che prende proporzioni ancor più determinanti se, come per Bucher, nel corso della propria carriera si è perseguito un costante processo di semplificazione figurativa, mettendo a stecchetto il proprio fabbisogno formale, alimentando al contempo - anche attraverso l'utilizzo del legno - la misura volumetrica del proprio “fare scultura”.

Non implicando prodotti nati per necessità mimetica, “fare scultura” in Bucher continuerà immancabilmente a configurare un atto puro, aperto, libero dalla più minima ingerenza del suo circondario sociale. Un ideale aspirazione, una certa descrizione fatta di curve, rette e spigoli affilati. Il rimpatrio di una semplicità oggettiva, capace di rapportarsi alla materia in maniera del tutto spontanea, e di esistere nell'infinità dello spazio con lo stessa tesa rilassatezza di Brancusi. 



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