Materie cromatiche - mostra personale di stefano prazzoli

Segnalato da Satura Art Gallery

Satura Art Gallery

Categoria: Mostre

Data: dal 07 dicembre 2013 al 21 dicembre 2013

Indirizzo: Piazza Stella 5/1

Provincia: Genova

Sito internet: www.satura.it

Per informazioni: 010.246.82.84

E-mail: info@satura.it


 

SATURA art gallery

associazione culturale - centro per la promozione e la diffusione delle arti

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COMUNICATO STAMPA

 

 

 

Sabato 7 dicembre 2013 ore 17:00

Palazzo Stella - inaugurazione

 

MATERIE CROMATICHE

mostra personale di Stefano Prazzoli

a cura di Flavia Motolese

 

aperta fino al 21 dicembre 2013

da martedì a sabato

ore 15:30 – 19:00

 

Genova, SATURA art gallery

 

 

S’inaugura sabato 7 dicembre 2013 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Materie cromatiche” di Stefano Prazzoli a cura di Flavia Motolese. La mostra resterà aperta fino al 21 dicembre 2013 con orario 15.30 – 19.00 dal martedì al sabato.

 

 

Partiamo dall’esperienza espressiva dei pittori americani legati al Color Field Painting: Barnett Newman, Ad Reinhardt e soprattutto in grandissimo Mark Rothko si affidavano alla compattezza cromatica per rappresentare gli stati dell’anima che, filtrati attraverso la luce, apparivano nella loro pienezza, delicati come nebulose sull’orizzonte. Nell’effervescenza culturale statunitense degli anni Sessanta l’interesse per il mito abbandonava i vincoli della forma a favore di uno studio delle tinte che porta a ripensare lo spazio della tela come superficie totale. La frammentazione dello spettro o il dominio di un solo tono servono a mostrare l’importanza delle emozioni sulla figurazione. Analogamente, Stefano Prazzoli si avvale di una semiotica introspettiva che, rappresentando l’interiorità, riesce a fornire una chiave di lettura per il sentire collettivo. Nell’era post-globale, il privato si confonde con il pubblico e la materia artificiale entra a pieno titolo nel paesaggio naturale. Creando grumose ondulazioni di colore, la forza del gesto commenta le reliquie di un’archeologia industriale minimalista che sembra riprendere un discorso antropologico sull’evoluzione della manualità in relazione con l’ambiente. Alberto Burri utilizzava qualsiasi cosa, proprio per dimostrare che anche gli oggetti più umili hanno una storia da raccontare, diventando portatori di ricordi che tentano di riemergere. L’autore contemporaneo essenzializza “l’Accumulazione” di Arman: anche se l’opera nasce dagli scarti, l’osservatore non deve più scavare nella “Poubelle” (la pattumiera) alla ricerca del cuore perché un unico pezzo simboleggia l’intero processo cognitivo e il percorso narrativo modifica la concezione delle dimensioni, sintetizzando la presenza-assenza dell’uomo sulla scena. E così, mentre in “Tempi Moderni” l’operaio Charlie Chaplin veniva stritolato dalle ruote della catena di montaggio che preannunciava l’avvento del capitalismo, oggi l’artista si trasforma in filosofo ritrovando una metafisica aura steampunk. (testo critico a cura di Elena Colombo)

 

 



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