Obama. uno sguardo al futuro

Obama. uno sguardo al futuro Segnalato da Linda Filacchione

Linda Filacchione

Categoria: Mostre

Data: dal 23 gennaio 2010 al 05 febbraio 2010

Indirizzo: Via Ostilia, 41

Provincia: Roma

Orario di apertura: luneì-venerdì 14-19.30; sabato 17-19.30

Come arrivare: METRO COLOSSEO

Sito internet: www.vistatv.it - www.soqquadro.eu

Referente: Linda Filacchione

Per informazioni: 0645449756

E-mail: lindaevents@libero.it


Sabato 23 gennaio 2010 si inaugura alle ore 18.30 presso lo spazio Vista
Arte e Comunicazione, in Via Ostilia 41 (zona Colosseo) a Roma, la mostra
“Obama – uno sguardo al futuro” degli artisti Egidio Addesse, Fabio Bedin,
Marisa Bottazzi Agnesini, Emanuela Comito, Massimiliano De Santi,
Daniele Faiola, Gerardo Langone, Anna Paglia, Luca Salzarulo, Angela
Scappaticci, Gloria Tranchida. La mostra presenta opere che provano ad
immaginare i possibili cambiamenti mondiali che il nuovo presidente USA può
realizzare e che idealmente raffigura.
Soqquadro & Vista
Presentano Obama
uno sguardo al futuro
Mostra collettiva
DURATA: dal 23 gennaio al 5 febbraio 2010
INAUGURAZIONE: sabato 23 gennaio ore 18.30
ORARI: dal lunedì al venerdì 14.00-19.30 sabato 17.00-19.30
LUOGO: VISTA Arte e Comunicazione, Via Ostilia 41, Roma (zona Colosseo)
CURATRICI: LINDA FILACCHIONE e MARINA ZATTA
INFO: tel. 06.4504846, 06.45449756, cell. 333.7330045, 349.6309004
@mail: lindaevents@libero.it - soqquadro@interfree.it
www.soqquadro.eu
“Vista” è un centro dedicato all’arte ed alla comunicazione che nasce dall’esperienza di
alcuni giornalisti da sempre impegnati nell’organizzazione di eventi d’arte e cultura. Una
project gallery che si rivolge ai giovani talenti esordienti ma accoglie anche esperienze
confermate all’ombra della splendida cornice del Colosseo.
In questo luogo Soqquadro espone la collettiva, curata da Linda Filacchione e Marina Zatta
Obama – uno sguardo al futuro. Barack Obama rappresenta un grande rinnovamento nella
visione del futuro della popolazione americana. Al di là di ciò che realmente il presidente
degli USA riuscirà a realizzare esso rappresenta simbolicamente un desiderio di
cambiamento.
Possiamo riassumere le linee di trasformazione della cultura politica e sociale che Obama
rappresenta in 5 grandi filoni: Ecologia: fin dalla campagna elettorale le tematiche ambientali
hanno avuto un ruolo determinante nella politica di Obama. No al razzismo:
indipendentemente dalle sue personali dichiarazioni, essendo il primo presidente afro
americano eletto negli USA, Obama rappresenta il desiderio degli americani di lasciarsi alle
spalle il razzismo. Pace: prima ancora di ricevere il Nobel per la Pace, Obama si è distinto per
una politica estera assolutamente estranea a quella guerrafondaia di Bush. Welfare: la
battaglia per una diversa Sanità fa di Obama un presidente che pensa alla costruzione di una
nazione con delle grandi aperture verso una visione della solidarietà e della condivisione del
benessere allargato a tutti i cittadini. Nuove Tecnologie: mai prima d’ora un presidente degli
USA aveva utilizzato Internet come strumento chiave, sia per le primarie che per la campagna
elettorale. Obama è un presidente tecnologico, moderno, futuribile, che parla con i suoi
elettori con tutti gli strumenti che la tecnologia gli mette a disposizione.
Chiaramente, non è possibile sapere oggi quante delle speranze su questi grandi temi Obama
sarà capace di realizzare e quante invece ne deluderà, ma Soqquadro non vuole affrontare
un’analisi politica del fenomeno Obama, ma offrirne una chiave di lettura culturale. Quindi,
un Obama pensato non come persona fisica, ma come un concetto, la rappresentazione
simbolica della possibilità di creare un mondo diverso, proiettato verso un futuro più moderno
e sensibile ai grandi problemi etici che oggi l’umanità deve porsi.
Egidio Addesse nell’opera esposta ha voluto rappresentare simbolicamente, l'impervio
cammino dell'essere umano, sin dal suo concepimento, nel proseguo della sua vita, fino ad
arrivare all'ultimo e insormontabile ostacolo... la morte. Nell’ottica di questa mostra l’opera
riflette simbolicamente il cammino che l’intera umanità dovrà affrontare per migliorare il
futuro.
L'opera di Fabio Bedin intitolata “Il sole di Gaia”, ci induce ad una riflessione sulla vita del
nostro pianeta. L'uomo, sempre più impegnato a distruggere interi patrimoni naturali,
contaminando cieli e terra con i processi di industrializzazione, deve sapere che, pur
giocando da padrone , rimarra’ sempre e solo un ospite di questo meraviglioso mondo
chiamato “Gaia”.
In quest'opera Marisa Bottazzi Agnesini rappresenta la metafora dell'uomo, Moderno Ulisse,
sballottato nella tempesta dei molti stimoli contradditori dell'epoca odierna povera di
riferimenti che lo guidino come un faro verso un approdo sicuro.
I lavori di Emanuela Comito nascono dalla ricerca del colore come materia. Le stesure
pittoriche sono impasti ricchi e vibranti che sfruttano la lucentezza dell'acrilico e la pastosità
delle matite per dare volume alla superficie. Il segno forte e impulsivo tende verso il limite
della riproposizione di un manufatto carico di energia, che non vuole passare inosservato.
L’opera esposta esprime un nucleo centrale da cui si irradia un’energia che coinvolge l’intero
quadro. Nell’ottica della mostra, si può dedurre che, dal nucleo “Obama” potrà diffondersi
una nuova energia planetaria.
L'opera in mostra di Massimiliano De Santi dal titolo “ Obama. Messaggi di pace”,
rappresenta la speranza di un uomo che volge lo sguardo al futuro, in un mondo come lui
vorrebbe, dominato dalla pace che echeggia su un messaggio scritto sul muro, moderna via di
diffusione di ideali.
La ricerca artistica di Daniele Faiola si è sviluppata partendo dall’interesse vivo nello studio
della figura dal vero e prevalentemente verso la ritrattistica, applicata allo studio di
composizioni inerenti i temi dell’attualità con personaggi presi in prestito dal mondo della
politica, della cronaca e dello spettacolo. L'opera in mostra intitolata “Evergreen” è il risultato
della costruzione di immagini visionarie che nascono dall’incoerenza dei vari soggetti
rappresentati.
Il gusto della materia pittorica non ordinaria e l'evidente energia del segno e del colore,
chiaramente ispirati al graffito metropolitano e al de-collage, rendono l'opera di Gerardo
Langone “Hope”, fortemente comunicativa. Questo lavoro tende a sottolineare come la
speranza in un futuro carico di ottimismo, è nelle mani e nell'entusiasmo delle giovani
generazioni che si schierano al fianco dell'uomo Obama, la cui stessa esistenza sembra
esserne l'incarnazione.
Nell'opera di Anna Paglia si intravede una finestra metà chiusa e metà aperta dalla quale si
vorrebbe guardare e nello stesso tempo si ha paura di farlo. All’interno dell’opera è graffita
una poesia della stessa artista che recita: “Non vado oltre - al pensiero dell'oggi - il domani si
allontana - il paradosso - aumenta la voglia di vita - il rifiuto - è solo paura”.
Il linguaggio artistico per Luca Salzarulo è un pretesto per parlare di “contaminazione” delle
false speranze che propone il materialismo. L’artista tenta di “gridare” delle verità, ritraendo
rifiuti abbandonati nell’ambiente, rotti, arrugginiti, consumati dalle intemperie che ,divenuti
macchie su qualcosa che è stato creato “buono” ,conservano la loro carica espressiva come
“intrusi” nella natura circostante.
Angela Scappaticci con la sua opera 1750 mette in relazione Obama con la fine di un lungo
cammino che l’America ha dovuto percorrere per superare il razzismo. Una storia, quella del
razzismo americano, iniziata con le prime deportazioni degli schiavi africani, datate appunto
al 1750, e che solo oggi a piu’ di due secoli di distanza, con l’elezione del primo presidente
afro americano, può dirsi davvero conclusa.
L’opera “inondazioni” di Gloria Tranchida evoca immagini di catastrofi naturali, di acqua e
infinito a contatto, di desolazione sopravvissuta al disastro, di quiete dopo la tempesta. Eppure
è solo un pezzo di cartone sulla tela con un po’ di colore, un pezzo di cartone che ora sarebbe
seppellito chissà dove se non fosse stato riciclato e pregiato di nuova vita dall’artista. Gloria
Tranchida, fortemente impegnata con la sua arte sul fronte ambientale ha dedicato quest’opera
a uno degli effetti dei cambiamenti climatici che già inizia a flagellare molti territori e che ha
recentemente piegato in ginocchio l’Americano.



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