Priamart

Segnalato da Bellantone

Bellantone

Categoria: Mostre

Data: dal 19 maggio 2012 al 10 giugno 2012

Indirizzo: Cellette Palazzo Sibilla della Fortezza Priamar-Corso Mazzini 1-Savona

Provincia: Savona

Orario di apertura: 10.00-18.00 tutti i giorni-martedì giorno di chiusura

Referente: Bellantone Pietro

Per informazioni: 3481563966

E-mail: eventidamare@libero.it


Mostra collettiva “Priamart”

Fortezza del Priamar - Savona
Dal 19 maggio al 10 giugno 2012


EventidAmare, in collaborazione con il Museo Luzzati di Genova, col patrocinio della Regione Liguria e del Comune di Savona, propongono la mostra collettiva: “Priamart”, presso la Fortezza del Priamar di Savona, a partire dalle ore 17.00 di sabato 7 aprile 2012, giorno dell’inaugurazione, fino a domenica 10 giugno 2012. L’esposizione, curata da Pietro Bellantone di EventidAmare, presentata da Germano Beringheli e Luciano Caprile, avrà il seguente orario: tutti i giorni dalle 10.00 alle ore 18.00, con esclusione delle giornate di chiusura del martedì. Parteciperanno gli artisti
Gianni Carrea, Flavio Costantini, Enrico Merli, Lucio Nocentini (pittori) e Carmelo Calabria, Guglielmo De Luigi, Giorgio Leva, Vittoria Mazzoni (fotografi)              

                                          Ingresso libero


Per info:
Servizio Cultura e Turismo del Comune di Savona: Tel. 0198310325
EventidAmare – cell.: 3486433510 - eventidamare@libero.it

 

Germano Beringheli - estratto dal Catalogo della mostra
"Quattro pittori verso quattro fotografi e, naturalmente, al contrario, per stimolare, faccia a faccia, il particolare e dettagliato rapporto della reciproca influenza, almeno dal 1837, anno in cui Daguerre inventò il dagherrotipo, perfezionato poi da Talbot, agli anni '80/'90 del secolo passato, cioè a quel momento in cui il concettuale stabilì, sperandolo per certo, che l'opera d'arte non fosse altro che un mezzo visivo per comunicare un atto mentale. Consentendo così di superare le tante ragioni, per lo più indiziarie, che avevano tenuto lontana la manualità pittorica dalle operazioni per lo scatto. Del resto, raggiunte le proprie individuali consapevolezze operative, entrambi - manualità pittorica e scatto - avrebbero consentito l'inevitabile evoluzione estetica prodotta dalla storia e dalla interpretazione filosofica dei tempi.
Per ragioni ovvie - documentate da Daniela Palazzoli e Luigi Carluccio in "Combattimento per un 'immagine", pubblicato nella primavera del 1973 - si tralascia qui la straordinaria avventura delle successive e progressive conquiste tecniche che, altrimenti, avrebbero reso inconcepibile la moderna storiografia artistica. La pittura, per esempio, avrebbe rinunciato, tra l'altro, al presupposto operativo di produrre i segni significativi della propria individualità per comunicarci le zone di personale sensibilità cui era pervenuta e la fotografia avrebbe rinunciato, assieme alla necessità di individuare espressività inedite e originali specifiche, persino a quelle oggettive funzioni documentarie e divulgative che in molti le riconosciamo. Dei "quattro verso quattro" diciamo, pertanto, in ordine alfabetico, iniziando dai pittori: i primi due, ormai notissimi, Gianni Carrea e Flavio Costantini, e poi, proseguendo, con Enrico Merli, il più giovane, che rimette in circolo e, radicalmente, in questione, il realismo tradizionale imparato in Accademia e, successivamente con il sapido Lucio Nocentini che fonde, pieno di spigliatezza decorativa e descrittiva, alcune peculiarità proprie della scultura con le particolarità calligrafiche dell'illustrazione satirica. Si riprendano, conseguentemente, i percorsi concreti fra estetica e vita per verificare il confronto con i fotografi Carmelo Calabria, Guglielmo De Luigi, Giorgio Leva e Vittoria Mazzoni, per molti aspetti sorprendenti anche se poco alternativi alle forme fissate dalla tradizione più antica o poco collegati a certe ascendenze post-dadaiste, caratterizzate da una configurazione del tutto differente dello sguardo e meno rispettoso di una maniera di fotografare ancora propensa all'esaltazione romantica, per non dire a quella cartolinesca."(...)

 

Luciano Caprile estratto dal Catalogo della mostra
"L'artista o il fotografo sia che interpreti un paesaggio, sia che intenda delineare una figura, sia che si affidi alla folgorazione di un momento, finisce ineluttabilmente per raccontare se stesso. Succede anche al narratore. Non può essere altrimenti dal momento che la memoria, la cultura e lo sguardo si incontrano per celebrare un intimo rito da affidare al gesto che non potrà mai essere "obiettivo". Paradossalmente anche l'"obiettivo" della macchina fotografica si spoglia di una presunta obiettività. Alla fine si producono immagini pittoriche o riversate su una particolare carta che sono lo specchio non solo della propria sensibilità ma anche della sensibilità del tempo che si vive. Una sensibilità che dovrebbe catturare l'attenzione di chi osserva e può condividere, facendole proprie, certe emozioni. E determinate esposizioni collettive di adeguata qualità, capaci di proporre in modo sufficientemente ampio i lavori dei partecipanti, possono rispondere a tale esigenza contemplativa e cognitiva.
Cerchiamo pertanto di accostarci a questa rassegna, che accoglie le opere di quattro pittori e altrettanti fotografi, animati anche da tale curiosità. (...)



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