Un momento nell'universo

Un momento nell'universo Segnalato da Cristiano Arcadi

Cristiano Arcadi

Categoria: Mostre

Data: dal 16 maggio 2009 al 14 giugno 2009

Indirizzo: STUDIO D'ARTE RIOTTO, Via Oberdan, 24

Provincia: Lucca

Referente: eugenio riotto

E-mail: direzione@eugenioriotto.it


Si intitola “UN MOMENTO NELL’UNIVERSO” la mostra curata da Giampaolo Trotta e promossa dallo STUDIO D'ARTE RIOTTO. Danese è l’artista che propone e Pietra-santa è la bellissima città che la ospita, a partire dal 16 maggio, a due passi dal fa-mosissimo centro storico, con la cattedrale medievale di San Martino e la piazza, sede di importanti mostre temporanee di scultura e di arte contemporanea. La mani-festazione è organizzata dallo Studio d’Arte Riotto
L’artista proposta, come si è detto, è danese: Sonja Hindkjær.
La cittadina, patria di Giosuè Carducci e di Eugenio Barsanti (inventore del motore a scoppio), ospita illustri artisti come Fernando Botero e Igor Mitoraj e con questa manifestazione vuole continuare a promuovere eventi di qualità, coerentemente con il suo illustre passato.
Come ama ricordare la stessa artista, nata nel verde e nel sole delle campagne danesi, la sua vita e la sua arte, in un coinvolgente unicum, sono state segnate “dai colori che han-no catturato i miei occhi e la mia anima durante le molte ore di lavoro nei campi”. Così, i suoi quadri sono limpide e guizzanti schegge dinamiche di luce e di colore, che – come afferma sempre Sonja Hindkjær – condividono “con il cielo e la terra”. Quella luce radiosamente gialla e solare personificata da lei, appunto, ne The Light. Un viaggio intrigante attraverso la realtà, il sogno e l’immaginazione ed i loro simulacri significanti. Una luminosa pittura, rutilante di colori, a pennellate gestualmente larghe, e di forme a spirale vorticosa, che non vuole essere intellettualisticamente concettuale, non pensiero, ma emozione, intrisa di richiami al mondo dell’‘irrazionale’ e a quello dell’inconscio.
Facente parte di quell’interessante ‘ceppo’ di artisti fantastici contemporanei, il suo è un universo surreale. Le sue tele si popolano della variegata gamma di colori della fiaba onirica (variegata e policroma tavolozza 'dell'anima') e si caricano di simbologie, racconti ed istanze ‘morali’ (nell’accezione più lata e nobile del termine). Più che al Surrealismo storico di De Chirico o di Dalì, il suo mondo è affascinato da quello vorticosamente dinamico dei Futuristi: Surrealismo nel viaggio attraverso l’Universo ciclico della vita e dell’amore. Una catena infinita di susseguenti ‘momenti’ scanditi dal rinnovarsi perenne della primavera fecondatrice.
Vi osserviamo una tendenza al distaccarsi dal mondo della 'terra', per librarsi in quello dell'‘aria’ bianca e del ‘fuoco’ rosso: è la serie di cieli cosmici e di visioni o intuizioni di ‘altri’ mondi, delle ‘libere’ energie vitali, nelle quali la notte buia e blu del silenzio siderale è solcata dalle luci rosse e bianche di astri-comete-draghi, di pianeti-uteri fecondati e di galassie-mari profondi, in una visione cosmica e cosmogonica dell'universo, principio e fine di tutto ciò che esiste. Ma questa ‘odissea nello spazio’, questo pulsare ritmico e sensuale, in cui ciò che è si disperde e si ricompone in cicli senza fine, non è altro che il viaggio dell'uomo all'interno di se stesso ed il macrocosmo, come in una sorta di neo-umanesimo astronomico, rimanda al microcosmo vitale e ai suoi insolubili nodi e misteri eterni.
Quadri, nei quali dalle altezze e dalle distanze infinite dei cieli si 'precipita' poi nuovamente sulla terra. Il ritorno alla concretezza della materia ‘carnale’, nelle sue inevitabili implicazioni fatte di venature più pragmatiche, è perfettamente intuibile. Come sotto una lente d'ingrandimento, lo sguardo della pittrice puntualizza e dilata le superfici dei pianeti (una 'Madre terra' inabitata e telluricamente primordiale), solcati da valli, da fiumi rossi e da mari agitati, segnati da crateri e contraddistinti da intuizioni di vette smussate. Talora i suoi vortici cosmici richiamano alla mente le “Turbolenze” dei paesaggi di Mario Schifano, ma vengono animati da misteriose presenze di vita e di amore. Colori dominanti delle sue tele sono il blu, il verde, il rosso, il giallo e il bianco.
Riacquisizione e gelosa protezione della propria individualità, ma nel segno della Natura universale che ci accomuna, per riagganciare il futuro al passato in Abundance of Life, cioè nell'eterno e contraddittorio cerchio dove rigogliosa continua a trasmettersi, rigenerarsi e diffondersi la vita.
Giampaolo TROTTA



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