"altezze d'artista. panoramiche sulla materia fra cielo e terra" - mostra di michele agostinelli

Segnalato da Alessandra Savino

Alessandra Savino

Categoria: Mostre

Data: dal 23 febbraio 2017 al 09 marzo 2017

Indirizzo: Piazza Cavour - Torrione Angioino

Provincia: Bari

Orario di apertura: 10:00-13:00 / 18:00-21:00

Sito internet: https://www.metooo.io/e/altezze-d-artista

Referente: Alessandra Savino

Per informazioni: 3278199442

E-mail: a.savino.artmanagement@gmail.com


 ALTEZZE D'ARTISTA. PANORAMICHE SULLA MATERIA FRA CIELO E TERRA

Mostra personale di MICHELE AGOSTINELLI



EVENTO PATROCINATO DAL COMUNE DI BITONTO

MEDIA PARTNER BitontoTv 
(www.bitontotv.it)



VERNISSAGE - 23 febbraio, ore 19:00

Intervengono:

ILARIA TEOFILO- filologa e redattrice d'arte

VALENTINA LUCATUORTO- storica dell'arte

CONCETTA ANTONELLI- scrittrice


INFO
sito www.metooo.io/e/altezze-d-artista
Tel. 327 8199442 
mail a.savino.artmanagement@gmail.com


ORARI VISITA MOSTRA
Lunedì/domenica 
dalle 10:00 alle 13:00 - dalle 18:00 alle 21:00



PRESENTAZIONE MOSTRA:

<<Chi più alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna>>
(Walter Bonatti)

L’ altezza diviene metaforicamente la dimensione del sogno, quella capacità, insita nell’animo di un artista, di allontanarsi per un attimo dalla quotidianità, sollevando il proprio sguardo verso recondite realtà. Un sognatore che, tuttavia, non dimentica la sua contemporaneità ‘sorvolando’ su di essa per coglierne, dall’alto, le sfumature più belle. Tale definiremmo Michele Agostinelli, protagonista di “Altezze d’artista. Panoramiche sulla materia fra cielo e terra”, mostra personale in cui espone alcune fra le sue opere più rappresentative realizzate negli ultimi anni. 
Ma cos’è l’altezza? Qual è il suo significato?
Un’ etimologia da ricercare nel latino tardo, altĭtia, ed ancor prima in quello classico, altitudo, che sottolinea la versatilità di un termine che, pur mantenendo invariata la sua essenza più profonda, assume molteplici accezioni. Dunque, l’altezza è una delle tre dimensioni di un corpo, ma è anche, in geometria, la distanza, misurata verticalmente, di un punto da una superficie o da una linea di riferimento. In astronomia l’altezza di un astro sull’orizzonte, invece, corrisponde all’ampiezza dell’angolo che la visuale dall’osservatore all’astro forma col piano orizzontale all’osservatore. E ancora, in acustica e in musica si identifica con la maggiore o minore acutezza di un suono, determinata dalla frequenza. In ultimo, l’altezza delle acque altro non indica che la profondità delle stesse. Significati in apparenza diversi fra loro, tutti accomunati da una verticalità sottintesa, che ben delineano l’atteggiamento di Agostinelli nei confronti della realtà, nonché la peculiarità delle sue opere. Non si può far a meno di notare la predilezione, evidente nella serie di cinque tele che appaiono come vedute da satellite (“Dronando”, “Terre d’estate”, “Note d’Oriente”, “Acqua” e “Cafè do Brasil”), per ampie superfici. Quello dell’artista è un sguardo acuto, artefice di una visione panoramica che, solo una simbolica distanza dalla quotidianità consente. Non un distacco, ma un’analisi, frutto di una profonda sensibilità dell’artista, che gli consente di assumere una prospettiva ‘incontaminata’ proponendo angolazioni differenti. Così, Agostinelli fotografa con il pensiero, da un’altezza che si identifica con la sua straordinaria immaginazione, non solo i paesaggi terrestri ma anche quelli più nascosti dell’animo umano, rendendoli attraverso la presenza costante della materia. Osservata, selezionata, esplorata e scomposta, quest’ultima diviene la vera protagonista rinascendo a nuova vita, dopo essere stata recuperata dall’abbandono. Opere materiche, diventano, dunque, il centro di un’esposizione personale rappresentativa di quello sperimentalismo che guida la ricerca artistica di Michele Agostinelli. Mediante tecniche di assemblaggio e collage, nella quali fanno irruzione pennellate di forte impatto cromatico, materiali apparentemente poveri si trasformano in preziosi frammenti di vita, ricordi ed emozioni. Osservando le sue opere non si può far a meno di fermarsi dinnanzi ad esse avvicinandosi per comprendere quali e quanti materiali siano stati impiegati, perdendosi nella loro piacevole analisi. Capita, dunque, di scorgere frammenti di legno, paglia, cartone, iuta, carta, corda, reti, conchiglie e stoffe fra i paesaggi ritratti da Agostinelli. Ma proseguendo nella scoperta delle sue opere ci si rende conto che il legame con la modernità e la tecnologia non manca nella sua arte. Così, accade che schede madri di un computer si trasformino nei grattacieli di una metropoli osservata dall’alto mentre una reale pellicola fotografica vien fuori da una grande Nikon dipinta su una tela. Di qui parte il percorso proposto al visitatore della mostra all’interno del Torrione Angioino di Bitonto. Una macchina fotografica, fedele compagna di Agostinelli e simbolo del suo occhio che, guidato dal quell’indispensabile capacità di immaginazione, immortala la realtà. La verticalità del suo sguardo, non è, inoltre, unidirezionale poiché le altezze a cui il titolo della mostra allude non sono solo quelle da cui l’artista osserva il paesaggio ma anche quelle verso cui lui rivolge i suoi occhi. Emblematica la serie di serigrafie che raffigurano suggestivi fuochi d’artificio e che precedono l’esposizione di opere materiche quasi a voler segnare il legame tra la fotografia e la sua arte, nonché il passaggio dal figurativismo ad un presente all’insegna del concettualismo materico. Un’incursione nell’ambito storico letterario è rappresentata, poi, da cinque tele che, ispirate al libro “Re Gioacchino Murat, la Puglia e Bari” di Bianca Tragni, raffigurano rispettivamente i porti di Bari, Gallipoli, Otranto, Taranto e Brindisi, ripercorrendo le tappe del viaggio in Puglia, nel 1813, del generale francese. Non manca, inoltre, il ricordo di un grande artista, Piet Mondrian, l’anniversario della cui scomparsa ricorre proprio in questo mese, il 1 febbraio. Fra le opere esposte “Omaggio a Mondrian” in cui l’assemblaggio di materiali rievoca geometrie e linee tanto care al fondatore del neoplasticismo.
L’itinerario fra le opere di Agostinelli si compie attraversando tematiche che spaziano dal paesaggio alla comunicazione fino a toccare le corde dell’intima introspezione con un’opera quanto mai simbolica come “La cassaforte delle emozioni”, due superfici, anch’esse due panoramiche materiche ma non sul mondo esterno, bensì su quello inesplorato dell’animo.


BIOGRAFIA DELL’ARTISTA:
Michele Agostinelli è nato a Tempio Pausania nel 1948. Dal 1964 vive ed opera a Bari.
Ha insegnato Disegno e Storia dell’Arte presso il Liceo Scientifico “Edoardo Amaldi“ di Bitetto. La sua ricerca estetica lo ha condotto per vari itinerari articolati tra la poetica grafico-pittorica e gli interventi sul campo quale operatore culturale.
Ha diretto le Gallerie d’arte “Effe Elle 24”, “Studio 5”, “Palazzo Scarli” (da lui fondato nel 1999) ed ha coordinato il gruppo “Mediterraneo Incontri-Ego Es”. Nel 1979 ha fondato il centro di ricerche estetiche “Ego-Es”. Dal 1980 ha esteso la sua ricerca alle tecniche della comunicazione ed all’indagine sul territorio attraverso l’immagine fotografica. Nel 1989 ha collaborato con insonorizzazione e computer grafica alla realizzazione di Video Arte per l’artista Mimmo Avellis. Ha ideato e condotto per l’emittente televisiva T.R.A. le trasmissioni “Dalla scuola x la scuola” e “Istantanea”. Per la Casa di Produzione televisiva VARS ha ideato e condotto il programma “Paesando”, trasmesso in 14 puntate da emittenti Sud-americane.Per la regia di operazioni artistiche nel mondo della scuola è stato premiato dal regista Sergio Leone e dal Premio Nobel Rita Levi Montalcini (I° Premio Nazionale). Il suo percorso artistico ha subito un graduale processo di trasformazione sia nella tecnica che nei contenuti. Ben visibile nelle opere di un primo periodo l’inclinazione a ritrarre paesaggi tipicamente pugliesi, ma non solo, in dipinti all’interno dei quali è facile riscontrare simboli architettonici della sua terra, quali Castel del Monte o i trulli di Alberobello. In queste prime tele, in cui domina l figurativismo, Agostinelli si è avvalso di varie tecniche pittoriche senza introdurre l’utilizzo di materiali di ogni sorta che saranno introdotti in un secondo momento. Le ultime opere, infatti, connotate da un evidente concettualismo, non mostrano più paesaggi ma concetti e temi trattati dall’artista mediante l’impiego di ricercati materiali che spaziano dal legno, ferro, carta, cartone, paglia ed oggetti simbolici.



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