"deconstruction" mostra personale di pino tipaldo

Segnalato da Satura Art Gallery

Satura Art Gallery

Categoria: Mostre

Data: dal 06 maggio 2017 al 17 maggio 2017

Indirizzo: Piazza Stella 5/1

Provincia: Genova

Orario di apertura: da martedì a sabato ore 15:00 - 19:00

Sito internet: www.satura.it

Per informazioni: 010 2468284

E-mail: ufficiostampa@satura.it


 S’inaugura sabato 6 maggio 2017 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra personale “Deconstruction” di Pino Tipaldo a cura di Flavia Motolese. La mostra resterà aperta fino al 17 maggio 2017 con orario 15:00 – 19:00 dal martedì al sabato.

 

Entrare in contatto con i lavori di Pino Tipaldo equivale a guardare la realtà da un punto di vista diverso, dove la concretezza del mondo è pura opinione scontratasi in maniera irreversibile con una studiata modalità di scomposizione formale. Ad imperare è il totalitarismo della geometria tonale, oggetto del desiderio e cifra segnica attraverso cui Tipaldo punta a costruire un'estetica di superfici pittoriche lineari e curve, sfiziosamente neo-futuriste, che restituiscono in ogni ambientazione un allettante ritmo compositivo dettato dal sovrapporsi, continuamente mutevole, di sapienti stesure cromatiche. Gesti ripetitivi, formule di una vita abitudinaria portata al di fuori di ogni visione ordinariamente intesa, inserita dentro rappresentazioni che ne sottolineano in modo netto e deciso la frenetica dinamicità. Più veloci, più moderne della stessa modernità, le ambientazioni metropolitane di Tipaldo braccano il rincorrersi dei minuti che scandisce il via vai della gente per le strade, lo inglobano per concretarlo al loro interno, dentro l’accavallarsi apparentemente nervoso delle campiture ad olio piatte e ben determinate.

Con una simile processualità l'universo visibile perde quella certezza formale che consente di riconoscere al primo colpo ogni cosa: persone, oggetti, luoghi, modificano la loro complessità percettivo-formativa celandosi dietro questa nuova dimensione pittorica, ridotti all'essenzialità lineare della strutturazione geometrica mai inutilmente piatta e banale. Tutte le superfici abbandonano la loro piana stabilità per divenire improvvisamente precarie, vittime della scomposizione formale e di un'ideale terza dimensione che tramuta ogni contesto urbano in un affastellamento ingarbugliato di vetrine, luminarie, segnali stradali. Tipaldo ha quindi innescato gli effetti di un tragicomico punto di “non ritorno formale”, un punto in cui l'umanità non è che una generica espressione simil-seriale. E inevitabilmente alterata, depauperata delle fisionomie caratterizzanti, questa è diventata il dominio per personaggi alter ego di sé stessi, abitanti di una società alter ego della nostra. 



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