"le attese" di vitelia zacchini francalanci in mostra ad arezzo

Segnalato da Marco Botti

Marco  Botti

Categoria: Mostre

Data: dal 23 dicembre 2016 al 07 gennaio 2017

Indirizzo: Via Ricasoli, 44/50 - Arezzo

Provincia: Arezzo

Orario di apertura: Tutti i giorni ore 11/13 e 14/18. Chiuso il giorno di Natale


AREZZO – Dal 23 dicembre 2016 al 7 gennaio 2017 l’Atrio d’Onore della Provincia di Arezzo, in via Ricasoli 44/50 ad Arezzo, ospita “Le attese”, mostra personale di pittura di Vitelia Zacchini Francalanci a cura di Marco Botti.

L’esposizione, a ingresso libero e gratuito, è patrocinata dalla Provincia di Arezzo e sarà visitabile tutti i giorni con orario 11/13 e 14/18. Chiuso il 25 dicembre.

Sabato 24 dicembre, alle ore 12, l’inaugurazione ufficiale alla presenza dell’artista, che sarà l’occasione per presentare anche il catalogo legato alla mostra a cura di Marco Botti (progetto grafico e foto Luciferi fineart LAB, stampa Tipografia Basagni).

LA MOSTRA:
Attesa, un sostantivo che include il desiderio e l’ansia, la speranza e la paura, la scelta e l’indecisione. Charles-Louis de Montesquieu diceva che l’attesa è una catena che unisce tutti i nostri piaceri, Michelangelo Buonarroti sosteneva invece che è il futuro che si presenta a mani vuote. Per Cesare Pavese aspettare è ancora un’occupazione. È non aspettare niente che è terribile. Le attese dell’artista toscana Vitelia Zacchini Francalanci vanno a sfiorare un po’ tutti questi significati. Lei stessa afferma che la vita è tutta un’attesa e proprio da questo incipit prende vita una mostra antologica che copre un lungo arco temporale.
Sono sessant’anni di arte con la A maiuscola, che dalla prima fase di ricerca personale e dal periodo di formazione accademica arrivano ai nostri giorni, sempre e indiscutibilmente nel segno del colore. È proprio la resa cromatica a rendere il linguaggio della pittrice amiatina peculiare, pur affrontando nel tempo temi e soggetti eterogenei che dal paesaggio vanno alla natura morta, dal nudo al ritratto, fino alle dolcissime maternità.
Nei suoi quadri l’artista privilegia il lato emotivo della realtà rispetto a ciò che è percepibile oggettivamente, com’è tipico anche della pittura espressionista. Intrappolare la Zacchini Francalanci in una precisa corrente, tuttavia, sarebbe limitante e non renderebbe giustizia al suo articolato percorso artistico e alla sua esigenza continua di cercare, fin dagli esordi, una cifra stilistica che la distinguesse.
L’arte ha sempre rappresentato un’oasi felice per l’autrice casteldelpianese, un mezzo per evadere dal quotidiano. Nelle tele di questa artista un po’ sognatrice dialogano il cuore e la ragione, il sentimento nella scelta delle tonalità accese e la sapienza nell’accostarle tra loro con assoluto equilibrio, con l’occhio sempre attento a mantenere un forte rigore compositivo.
Nelle opere in mostra, a volte bucoliche altre volte più malinconico-realistiche, c’è tutto il vissuto di Vitelia Zacchini Francalanci e la sua voglia di indagare l ’interiorità profonda dell’animo umano. Ecco allora che non è più fondamentale che i protagonisti delle attese siano tre donne in spiaggia o dei fanciulli in un prato, una ragazza alla finestra o un’anziana al tavolino, madri e padri con i loro figli nel tepore del nido familiare o una mucca al pascolo. Ciò che conta è la sensibilità con cui la pittrice ce li presenta tutti, filtrandoli con un linguaggio distintivo che – dote rara – sa toccare con puntualità le nostre corde più intime.

L’ARTISTA:
Vitelia Zacchini Francalanci è nata a Castel del Piano (GR). Frequenta il Magistero professionale femminile prima a Firenze e quindi a Siena. Nel 1960 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Perugia sotto l’egida del futurista Gerardo Dottori. L’anno successivo si sposta all’Accademia di Belle Arti di Roma, diretta dal pittore e incisore Mino Maccari, dove si diploma nel 1964.
L’artista toscana disegna da sempre e dipinge con assiduità dal 1950. La prima collettiva è a Firenze nel 1953 nell’ambito degli Incontri per la Gioventù, mentre la prima personale risale al 1960 nella Sala del Teatro di Todi (PG).
Nel corso della sua lunga carriera ha affrontato varie tematiche, dal ritratto al paesaggio, dalla natura morta alle scene di vita quotidiana, passando con disinvoltura e qualità dal figurativo all’astratto, dal disegno alla grafica. Gli impegni familiari la conducono in varie città italiane – Certaldo, Latina, Todi, Tarquinia, Grosseto, Siena, Roma, Castiglion d’Orcia – fino al suo arrivo ad Arezzo, nel 2007, dove ancora oggi vive e opera.
Ha partecipato a oltre cento mostre tra collettive e personali, ricevendo premi e riconoscimenti, nonché apprezzamenti di pubblico e critica. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private nazionali ed estere.



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