"maschere" di chiara passalacqua ed enrica passoni a expart

Segnalato da Marco Botti

Marco  Botti

Categoria: Mostre

Data: dal 20 maggio 2017 al 15 giugno 2017

Indirizzo: Via Borghi, 80 - Bibbiena

Provincia: Arezzo

Orario di apertura: dal martedì al mercoledì con orario 15/19, dal giovedì al sabato con orari 9,30/12 e 15/19

Sito internet: www.expartgallery.com


BIBBIENA – Dal 20 maggio al 15 giugno 2017 ExpArt studio&gallery, in via Borghi 80 a Bibbiena (AR), presenta “Maschere”, doppia personale di Chiara Passalacqua ed Enrica Passoni e a cura di Silvia Rossi.

L’esposizione, a ingresso libero e gratuito, sarà visitabile dal martedì al mercoledì con orario 15/19, dal giovedì al sabato con orari 9,30/12 e 15/19, o su appuntamento.

Sabato 20 maggio, dalle ore 17,30, l’inaugurazione in galleria con l’aperitivo offerto da Bar Le Logge.

LA MOSTRA:

La mostra “Maschere” mette a confronto le opere di Chiara Passalacqua ed Enrica Passoni, due artiste che si confrontano attraverso il medium fotografico, indagando la potenza del ritratto e delle sue sfaccettature.
Entrambe “coprono” i volti, esaltandone però così la capacità comunicativa. La maschera, sia essa fisica, reale o concettuale, cambia la fisionomia dei volti, da una parte esaltandone le peculiarità, dall'altra annullandola, rendendo così universale lo stato d'animo celato all'interno di quel guscio di carne attraverso il cui comunichiamo più di quanto, a volte, non vorremmo.
La Passalacqua interviene sui suoi soggetti con l'argilla, materiale che sa essere tanto morbido quanto immobile. Essa interagisce con i suoi soggetti mettendone a nudo ed esaltandone ogni dettaglio, ogni storia vissuta e intuibile. L'artista ha iniziato il progetto lavorando sul proprio volto creando: “una maschera di me stessa bloccata, costretta dentro al materiale” per poi, successivamente, trasportare il progetto su soggetti diversi ed eterogenei.
La Passoni, all'inverso, annulla la presenza materica del volto. Il suo lavoro, che parte dal medium fotografico, ma il cui risultato finale sfugge a una definizione certa, si interseca con scene e soggetti dal taglio stretto, i cui luoghi rimangono ignoti e il contesto è affidato solo alla sensazione del fruitore. Le sagome, i gusci vuoti che rimango dopo il suo intervento, hanno però la capacità di narrare, con delicatezza, momenti ed emozioni fragili ed eterei.

BREVI BIOGRAFIE:

Chiara Passalacqua è nata a La Spezia e cresce a Manarola di Riomaggiore (SP). Frequenta la sezione Scultura del Liceo artistico di La Spezia, dove ha l’opportunità di partecipare a corsi di manipolazione di svariati materiali, dall’argilla alla saldatura del metallo, fino a corsi di fotografia digitale. Durante gli studi si rende conto di quanto ha da esprimere e di quanta rabbia per la società, il mondo e le sue ingiustizie viene catalizzata nelle sue prime opere. Dopo il diploma intraprende gli studi all’Accademia di belle arti di Firenze, dove ha modo di affinare la tecnica del disegno e della manipolazione dell’argilla. Dal 2007 a oggi la giovane artista ha partecipato a mostre collettive, presentato installazioni ed eseguito performance. Nel 2014 è stata finalista al Premio Arte di Cairo Editore, che l’ha portata a esporre al Palazzo della Permanente di Milano e vincere il Premio Accademia nella sezione Fotografia.

Enrica Passoni è nata a Trezzo sull’Adda (MI) ma vive e lavora a Monza. Nella sua arte si trovano disegni, dipinti, carte, collage, foto, materiali di recupero, installazioni… tutto per riconnettere i fili spezzati del senso e ritrovare una nuova attitudine all’attenzione. Un tentativo di condividere orizzonti di mondo rianimando il dialogo tra differenze interrotto dalle contraddizioni del presente. L’irriducibile opacità dell’Altro restituita dalla superficie riflettente dell’Io, una pratica artistica pronta al confronto con il silenzio e l’assenza oltre i vuoti, tra le pieghe di oblio e memoria. L’apparizione dell’immagine si staglia su uno sfondo di assenza: la verità richiede pazienza di ascolto e tempi di attesa. L’equilibrio minimalista delle forme e la rarefazione dei segni è l’autoritratto della dignità dell’umano, rivelato dal volto sempre mutevole dell’Altro. Personali, collettive, installazioni e performance hanno portato l’artista da molti anni a esporre con successo in tutto il territorio lombardo.

(nella foto Chiara Passalacqua) 



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