IL SATIRO Eccomi! Vengo danzando. Eccomi! Porto irrazionale sconquasso. Eccomi! Salto seguendo il suono del mio tamburo. Eccomi, una quarta volta, a ribadir chi sono... Due corna sulla mia testa un sol corno tra le mie labbra Suono le note impazienti che son grido selvaggio proprio della Madre che mi generò. Eccomi! Il mio seme dispenso dal vigore del mio sesso temuto e bramato, estasi e punizione, purezza e tormento. Eccomi! Nella borraccia porto il sangue della Dea ch'essa stessa mi diede per inebriare le menti degli uomini. Eccomi! Non vi è in me l'amore come dall'unione tra uomo e donna, non è Eros il mio nome, io sono animalesca passione pulsante di immenso desiderio confluito nelle vene di fallica volontà. Eccomi! Non son spirito Io ma carne e sangue poiché il mio spirito invero è quello della terra stessa, da cui come pianta spuntai a cui, seppur privo di radici, da sempre legato restai. Eccomi! Esplosione irragionevole di vita impensabile da smorzare, forza ribelle indomita incontenibile d'euforia. Nella luce della luna mi rifletto, medesima luce che radiosa s'impone su corpi nudi di donne e uomini... Che s'uniscano dunque ed io con loro indiscriminatamente affinché il mio primordiale impulso per breve tempo si senta sazio... Abbandonino le inibizioni questi stolti, seppur benedetti, così lontani abitualmente dalla fragorosa natura che Io sono. Gioiscano dunque costoro perché è con la notte ch'io vengo e nella luce dell'alba colpevole svanisco... Domattina nemmeno sapranno il perché di cotanta passione, solo l'ombra mia balzante vedranno se gliene verrà data percezione...