Il silenzio perduto Avevo pensato di iniziare questa considerazione in modo diverso, con un titolo da epitaffio che citava “morte del silenzio”, ma poi ho pensato che il silenzio forse non è del tutto morto. Lo si può ancora trovare, sulle vette dei monti, tra le dune del deserto, disperso nell’oceano, tra la luna e le stelle… e tuttavia il silenzio di cui parlo non è il silenzio assoluto, è quello delle voci silenziose, le voci che nessuno ascolta perché irrilevanti, trascurabili, insignificanti… sono la voce del vento che sussurra sulle vette dei monti, la voce della sabbia che mormora nel deserto, la voce delle onde che parla sull’Oceano… Ma anche quelle voci che, ricordo, ascoltavo nelle lontane passeggiate di campagna ritmate a volte dagli zoccoli di un cavallo che camminava lento per non ferire la terra. Voci melodiose, come il canto dei grilli tra i prati, il ronzio delle vespe tra i fiori e il gracidare delle rane negli stagni… ma anche della pioggia, degli alberi e perfino delle foglie nel loro ultimo canto d’autunno… Sono tornato a cercarlo quel silenzio sinfonico. Sono tornato là dove un tempo suonavano queste orchestre infinite, ma gli zoccoli dei cavalli sono ora d’acciaio e battono frenetici l’asfalto che seppellisce la terra, spinti dal fuoco degli idrocarburi che annientano lo spazio delle vespe, dei coleotteri, delle farfalle… i grilli sono fuggiti al passaggio delle possenti lame degli aratri che trainati dai potenti motori scorticano la terra fin quasi a farla sanguinare… la pioggia è diretta dai pistoni delle pompe meccaniche e gli alberi… spariti. La sinfonia è ora un tormentato rap, senza ritmo, senza melodia, senza armonia, è non c’è nessuno ad ascoltarlo perché lui stesso grida impazzito di correre, di non fermarsi, di cedere alla dipendenza della frenesia, ultimo dominio della mente… Ecco perché ho pensato che il silenzio sia morto, e sono fuggito da quel caos per scrivere il suo epitaffio… ma poi, nel silenzio della mia mente, ho capito che egli vive ancora e se ascolto bene, da un luogo remoto, ancora mi chiama…