Qualcuno mi definisce poeta, ma io non mi sento di poter essere definito cosi. A volte, semplicemente, mi capita di soffermarmi a osservare le cose che mi stanno intorno, e tal volta mi capita di percepire sensazioni che sembrano sussurri, come se le cose che sto osservando mi stessero parlando. Può capitare con qualsiasi cosa, per questo ciò che altri chiamano “poesia” io preferisco definire “pensieri suggeriti”. Non mi sento poeta anche perché la poesia richiede doti che io non ho, la mia arte è istintiva, sia essa scritta o figurativa e per questo non ritengo di potermi annoverare tra tutti quei grandi che con i loro versi hanno saputo emozionare il mondo. Io, semplicemente trasmetto ciò che le cose mi suggeriscono, è stato così che un giorno, fermandomi davanti ad un mio dipinto, ho avuto come la sensazione di percepirne la voce. Da allora ho cominciato ad ascoltare tutte le mie opere e ho cercato di rendere loro la propria voce. Di seguito, riporto la prima “voce del quadro” che ho tradotto in forma letteraria, facente essa parte di una collezione in cui ogni dipinto comunica la propria voce. La voce del silenzio. Sono la voce del silenzio, fatta di neve, conosciuta dagli alberi, condivisa dal vento. Io esisto nel canto dell’erba, e nel pianto della foresta. Sono l’aria, la luce, l’ombra. Sono il caldo e sono il freddo. Io sono il pensiero. Vago nell’infinito, attraverso l’universo. Io sono la più fedele compagnia, capace di ascoltare, e paziente con chi non mi sente. Ma se qualcuno riuscisse ad ascoltarmi, sarei la migliore amica. Sono testimone dei più grandi tormenti, simbolo della tristezza, sinonimo di solitudine, Eppure dispenso saggezza, e porto solo pace. Io sono il silenzio, la cui voce grida nell’universo: “Il tormento, la tristezza, la solitudine, è mia, perché la pace che io porto è compresa solo dagli alberi, dal vento, la neve.” Sono il silenzio che canta nel fuoco e che brucia l’abbandono di un pensiero solitario, sono il silenzio che piange nella pioggia il ricordo di un sogno dimenticato. Sono il silenzio che cammina da solo, senza ombra, senza impronta. Sono il silenzio che si volge all’infinito, e che guida lo spirito di tutti coloro che dopo i tormenti condivisi, pianti, odiati e rivelati nella mia voce, avranno il coraggio di scaldarsi nel mio fuoco, camminare sulla mia neve, bagnarsi nella mia pioggia, essere luce dopo l’ombra, e calore dopo il freddo. Io sono il silenzio, amico per chi sa ascoltare, nemico di chi è sordo. Io sono il silenzio, e sono dovunque. Esisto, perché tu possa parlare. Esisto, perché tu possa ascoltare. Io sono il silenzio, timido e misterioso, crudele e severo, perché nessuno può sottrarsi alla mia voce. Sono l’eco dell’anima, la cui lingua è sconosciuta eppure limpida, segreta, solo perché non la si ode. Io sono la voce del tempo, custode del futuro e del passato, ma presente nel momento. Io sono il silenzio, e non puoi non udirmi…