Ilex80

Ilex80 Ilaria Benecchi
Milano (MI)

Iscritto dal
25/01/2010
Categoria: Scrittori

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Opere inserite: 5

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Data di nascita: 25/06/1980
Residenza: Milano - MI

Nata 36 anni fa a Milano, dove vivo. Sposata da giugno 2009.

Diplomata e impiegata in una società di consulenza, amo la musica, il canto, il mare, i viaggi, le gite a contatto con la natura ed essere sempre circondata di amici che abbiano voglia di divertirsi.

Fin da piccola ero ansiosa di imparare a leggere. Con il tempo è nata in me anche la voglia di scrivere. Oggi porto sempre con me un taccuino perché le idee più fantasiose per futuri racconti mi vengono quando sono in giro. Le poesie sono invece il frutto di piccoli conflitti interiori o riflessioni su situazioni esterne che mi colpiscono.

La mia esperienza letteraria iniziò nel 1998, quando ricevetti il 2° premio narrativa al concorso “Marina Incerti” (Istituto Pasolini di Milano), con un racconto metaforico dedicato alla vita.

Nel 2007 ho partecipato ad un concorso sul tema della droga e la poesia “Ombre” è entrata a per far parte del libro “L’eroina è merda che sa di vaniglia (Cicorivolta Edizioni aprile 2008).

A settembre 2008 ho pubblicato il mio primo romanzo “Acqua e fuoco” (Seneca Edizioni).

A dicembre 2008 il racconto “Il buio del cuore” è stato inserito nell’antologia del Concorso Naviglio Martesana (maggio 2009) e la mia poesia “Occhi spenti” è entrata in un’antologia nel 2009 a seguito del concorso "L’ora della poesia” (Servizi Letterari).

A febbraio 2009 una mia poesia è entrata a far parte dell’antologia del concorso poetico “Subdoli voli” (Pragmata) sul tema “la zanzara”.

A giugno 2009, il mio racconto “La vita è un palcoscenico” è stato inserito nel libro edito a seguito del concorso Trifolium 2009 (Caravaggio Editore).

A novembre 2009, ho partecipato al concorso Poeti e Narratori 2009 (GDS Edizioni) da cui è nato il quaderno di poesie "Mare Mosso".

Scrivimi su ilex80@yahoo.it

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Vuoto


Mi sento vuota
La strada davanti a me ora è liscia
E i miei piedi non rischiano più d’inciampare

Eppure anelo i passi appena trascorsi
In cui affondavo nel fango e desideravo l’erba verde

La montagna
Che fino a poco fa mi sembrava insormontabile
È un lontano ricordo
E porto con me
Un sasso che ho raccolto
Sulla sua cima

Quanto mi era sembrata alta quella vetta
Guardandola dalla valle
e quanto mi era sembrato
invece
vicino
il piccolo paese del successo
mentre ancora ansimante guardavo
in basso dalle vertiginose altezze

E ora?
Che cima scalerò?
Che sentiero dovrò percorrere?
Non voglio pianure di soffici erbe,
voglio rovi, alture e mari
contro cui potermi sfidare

 

 

 

  • Subdoli Voli
  • Trifolium 2009
  • Mare Mosso
  • Acqua e Fuoco
  • L'eroina è merda che sa di vaniglia
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