Tafkai

Tafkai Ivan Germanotta
Milano (MI)

Iscritto dal
20/02/2013
Categoria: Pittori

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Data di nascita: 14/08/1971
Residenza: Milano - MI

“Un complesso gioco di immagini/percezioni, rielaborando e rivisitando le forme, talune volte sintetizzandole e riducendole a segni (quasi a richiamare gli ideogrammi ieratici che hanno preceduto la moderna scrittura) che spesso diventano le gestualità grafiche e cromatiche di Ivan Germanotta.
Acute simbologie che, in quanto tali (dal greco sym=insieme, e bolem=un lancio, unità), condensano un gran numero di significati enunciati, ma soprattutto indiziati dall’artista stesso, mediante dei versi scritti i quali accompagnano sovente ciascuna opera e/o sembrano titolarla.
Gestualità cromatica e semantica tracciata sulle campiture virtuali della sua arte grafica digitale (al posto della classica tela o tavola usata in pittura tradizionale) che trasmettono dinamicità e movimento fluttuante, quasi a richiamare tratti futuristici boccioniani.
Dinamicità e flusso che manifestano alternanza di costanti e varianti, generando spesso in talune sue creazioni ritmo e pattern, cromatico e semantico, sino a giungere a virtuali percezioni di tessuti digitali donando alle opere stesse finite alte proprietà estetiche di design: le stesse, infatti, poste in serie assumono il senso di vere e proprie installazioni di design.
L’arte di Ivan Germanotta esalta la funzione rappresentativa del colore, il cromatismo in questo caso è base della forma e la differenziazione cromatica la rende visibile e percettibile mediante una genesi di forme. Forme che in talune rappresentazioni affidano la loro esistenza solo alla percezione stessa e all’immaginazione dell’osservatore, naturalmente laddove le forme generate non abbiano un chiaro valore rappresentativo convenzionale collettivo, ad esempio una casa, un albero, etc.
Un chiaro richiamo (con una velata quanto intrinseca ricerca spirituale dell’artista) alla comunicazione arcaica umana, e non solo umana, ai primordiali medium comunicativi come il colore (la costante indipendente dalla convenzionale funzione fisica di spazio/tempo, eternamente presente negli abissi del subconscio) e il gesto (la variante che si moltiplica/divide in miriade di iconografie figlie, generando la moderna scrittura, in tutte le sue tradizioni e tipologie che conosciamo).
Colore e gesto, entrambi dunque medium archetipi del trasporto dell’informazione, come ci ricorda preziosamente l’arte di Ivan Germanotta.
Un’astrazione della forma tendente alla completa deconcettualizzazione e informalizzazione della medesima, che gradualmente non concede più spazi alla riflessione riduttiva della logica (proprio perché si affida agli archetipi medium dell’informazione sopracitati) aprendosi perciò al potere creativo dell’immagine, nella più intrinseca accezione latina del termine (in = dentro, magis = il più grande, immenso - dunque, in questo caso, immenso inteso come senza limiti riduttivi di forme e /o predefinite concettualizzazioni).
Una preziosa liaison, l'arte di Ivan Germanotta, che ricongiunge l'arcaicità di medium comunicativi come colore e gesto al futuro di una tecnica rappresentativa avveneristica come l'arte digitale.
Un fulgido commistorio cerchio di spazio e tempo, che ruota in eterno segnando il ritorno del passato in un futuro già presente, sin quasi a resettare le accezioni stesse delle tre dimensioni temporali: una deconcettualizzazione per amplificazione, che è la chiara rappresentazione della missione artistica stessa di Ivan Germanotta."
 

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