Antonio pini-intime reminiscenze

Segnalato da Satura Art Gallery

Satura Art Gallery

Categoria: Mostre

Data: dal 07 marzo 2015 al 18 marzo 2015

Indirizzo: Piazza Stella 5/1, Genova 16123

Provincia: Genova

Orario di apertura: Da martedì a venerdì ore 9.30-12.30 e 15-19. Sabato ore 15-19.

Sito internet: www.satura.it

Referente: Elena Colombo

Per informazioni: 010.246.82.84

E-mail: info@satura.it


 Gli “arazzi” di Antonio Pini nascono dal recupero di materiale che comunemente si considera scarto. Rilievi e concavità corrispondono alla mappatura tattile di una memoria che è segnata dallo scorrere del tempo. Ecco allora spiegato il senso delle ondulazioni, dei graffi e degli schizzi di colore sulle superfici, che qui diventano racconti pop-up astratti, retti dal simbolismo puro della forma e del colore: come per Broodthaers, la reinvenzione pratica / verbale del supporto è scherzo e rivendicazione . Il cerchio è il perimetro primario nel quale racchiudere il segno grafico e inserire il testo come insieme visivo che emerge innanzitutto dalla materia. L’approccio è quello tipico della Fiber Art contemporanea che parte dalla riscoperta delle tecniche tradizionali per giungere a una concezione ampia e filosofica: il gesto non è più solo funzionale o esclusivamente decorativo, ma diventa un manifesto d’intenti. Si comincia dall’Oriente – ricordando lo zen, la rapidità del tratto calligrafico e il dinamismo sostanziale del Gutai e si approda alle tendenze dell’Espressionismo Astratto occidentale, con Jackson Pollock e soprattutto Franz Kline come maestri; fino a rientrare in Italia con Giuseppe Santomaso e il Gruppo degli Otto. In questi lavori, prevalgono le tinte fredde accanto all’assoluto relativo del bianco e nero, a contrastare la semplicità del cartone o il biancore delle gocce di biacca. L’osservatore ha così la sensazione di penetrare nelle opere mentre le “legge”, decodificandone la stratigrafia attraverso l’autoironia della destrutturazione interpretativa. Lo sguardo è spinto a inscrivere figure note all’interno di una versione ultra-minimale che ribalta la saturazione della realtà. Si aprono finestre che, creando effetti tridimensionali, mostrano l’urgenza della comunicazione primitiva, l’esigenza cartografica della partizione, la ricerca operativa di un denominatore.



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