Endlose sinfonie

Endlose sinfonie Segnalato da Satura Art Gallery

Satura Art Gallery

Categoria: Mostre

Data: dal 29 ottobre 2016 al 09 novembre 2016

Indirizzo: Piazza Stella 5/1

Provincia: Genova

E-mail: ufficiostampa@satura.it


 

Pare che l'astrattismo del Colour field painting abbia i suoi parametri piuttosto fissi: colore separato per campi delimitati e stesure piatte, senza eccedere in corposità fisiche assolutamente non ricercate e storicamente non gradite a nessuno dei suoi portabandiera più rappresentativi, da Rothko a Noland, passando per Morris. Fissi sì, ma che diventano scivolosi quando s'incontrano personalità portate per istinto a dire la loro in merito. Magari non forzatamente sopra le righe. Hannes Hofstetter è proprio una di quelle.

Pur - o poiché - empaticamente più vicino a quella sorta di proto-espressionismo che ha distinto l'esperienza astratta di Rothko, Hofstetter non ha preso per definitivamente chiuso un copione che, ancor se valido, evidentemente non l'avrebbe mai completamente aiutato a risolvere in maniera organica il ciclo vitale del proprio astrattismo. Ergo occorreva creare nuove condizioni. Capita allora che i “campi di colore” alla Hofstetter tendano a fare i conti con l'insistente prestanza dell'artista increspandosi in maniera deliberata, e senza soluzione di continuità, al ritmo del loro rigore geometrico, essendo quest'ultimo altrettanto personalmente deliberato piuttosto che subìto. Geometria che quindi vede sconvolgere la sua stabilità in un dinamismo intenzionalmente centripeto, un disordine controllato negli effetti, nelle variazioni tonali che succhiando linfa emotiva di per loro rappresentano il pressing di Rothko sull'opera di Hofstetter. E poi una libera circolazione di spessi cretti, dei poderosi cretti consistentemente pesati e carichi del loro valore fisico, burriana maniera nel mettere a conto una relazione tra le potenzialità dinamiche dei materiali.

 (Punto focale nella ricerca pittorico-materica di Hofstetter resta l'interposizione cromatica legata a percezioni individuali, una costruzione sempre relativamente chiusa nella sua integrità; vetero-familiare come quella di un monoscopio, in cui la sub-armonia tono-spaziale è ancora in grado di lasciare imbambolati.



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