Esercizi di meditazione e correlate illuminazioni

Esercizi di meditazione e correlate illuminazioni Segnalato da Virginiag.

Virginiag.

Categoria: Mostre

Data: dal 20 maggio 2016 al 04 giugno 2016

Indirizzo: via Notarbartolo 36

Provincia: Palermo

Orario di apertura: 19:00

Referente: Virginia Glorioso

E-mail: virginiaglorioso@gmail.com


Nell'ambito delle iniziative di XXS Spazio Aperto al Contemporaneo si inaugura presso StudioS di Palermo la mostra di scultura e fotografia Esercizi di Meditazione e Correlate Illuminazioni. Franceso Lo Baido, autore delle sculture, e Carlo Columba, autore delle fotografie, hanno voluto racchiudere nel titolo una discreta dose di autoironia che allude alle peculiarità delle opere stesse.
Le sculture sono modellate infatti in modo da ricavare all'interno delle schegge di pietra (si va dalla lava al marmo di Carrara) parti mobili in esse racchiuse. Le fotografie, lungi dal costituire un catalogo, si pongono come obiettivo l'accentuazione percettiva di volumi normalmente impossibili da illuminare ed evidenziare. Le sculture e le fotografie sono messe a confronto negli stessi ambienti in modo da creare un dialogo tra modi diversi di guardare agli stessi oggetti.

info
titolo: Esercizi di Meditazione e Correlate Illuminazioni
artisti: Franceso Lo Baido, Carlo Columba
inaugurazione: sabato 20 maggio 2016, ore 19.00
fine mostra: sabato 4 giugno 2016
dove: Studios
indirizzo: Via Notarbartolo 36 (Palermo)
orari: dal martedì al sabato dalle 16:00 alle 19:00
Responsabile della Comunicazione: Virginia Glorioso/ virginiaglorioso@gmail.com

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Conosco Francesco Lo Baido (Ciccio, per gli amici) da tanti anni, conosco bene la sua mai sopita voglia di ricerca espressiva. Quando, alcuni anni fa, inaugurando la sua attuale fase, ha cominciato a mostrarmi le sculture, mi ha colpito sentire che la naturale modalità di modellazione, per un dentista, era quella che riguarda l’interno, la creazione di sagome e di corpi “interiori” ai frammenti, alle schegge utilizzate. Immediata, o quasi, è stata l’idea di rendere fotograficamente questo concetto, tradurlo in una immagine che ne interpretasse l’esercizio creativo. Tuttavia, dal primo sentire all’attuazione concreta delle foto sono passati diversi anni durante i quali ho maturato la necessità di una fotografia “di confine” che privilegi le suggestioni percettive prima delle necessità narrative o documentarie. Al contempo Ciccio ha ampliato la produzione precisandone la tendenza e realizzando oggetti scultorei a partire da frammenti e schegge di diversi materiali, dalle lave al marmo di Carrara. Le fotografie di questa piccola raccolta, ottenute con l’utilizzo di poverissimi mezzi illuminanti (laser da bancarella) utilizzati in una sorta di light painting con opportuna sovrapposizione in postproduzione di scatti plurimi, sono da intendere non a corredo delle sculture né adatte ad una sorta di catalogo, ma ad accentuazione percettiva di volumi normalmente impossibili da illuminare ed evidenziare.
Carlo Columba


Borges narra di un eremita, morto nel deserto in cui era vissuto, cui fu offerta la possibilità di materializzare il proprio paradiso. L’eremita, dopo aver a lungo meditato, materializzò un deserto. Ecco, così mi sono sentito quando, guardando queste pietre, mi sono reso conto di aver continuato a fare quello che avevo sempre fatto: il dentista. E’ stato Carlo Columba a farmi riflettere sulla possibilità di altre letture dei miei lavori, illuminando un dentro prima lasciato tutto all’intuizione e all’immaginazione. Ho sempre considerato questi miei lavori oggetti meditativi, vicini più ai mandala che agli oggetti d’arte, fatti per essere fatti piuttosto che per essere guardati, lavori da finire in una ricerca continua del pezzo che, dopo mesi di lavoro, si stacca all’improvviso e inizia a muoversi all’interno di se stesso. Adesso, grazie a Carlo, posso guardare anche le loro possibili illuminazioni. Le foto non svelano, ma piuttosto ri-velano, un velare di nuovo, un iterativo invito ad altre possibili misteriose esplorazioni. E chissà che un giorno non possa avvicinarmi a quello che considero il modello di questa mia ricerca: l’uovo di pasqua.
Francesco Lo Baido



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