Il colore è immagine

Il colore è immagine Segnalato da Giuseppe Basili

Giuseppe Basili

Categoria: Mostre

Data: dal 15 gennaio 2010 al 31 gennaio 2010

Indirizzo: viale trieste, 20

Provincia: Pesaro

Orario di apertura: continuato

Sito internet: alexandermuseum.it

Referente: Alessandro Marcucci Pinoli

E-mail: info@giuseppebasili.com


L’IMMAGINE NEL COLORE


Nella concezione di Giuseppe Basili, ma soprattutto nella sua sensibilità d’artista, il colore è di per sé immagine; per questo dal suo alfabeto egli ha cancellato l’immagine intesa in senso tradizionale, cioè la figura, perché il colore nelle sue opere supplisce ad essa non con una, ma con una moltitudine di “presenze”;  esso esprime la pluralità, sia in termini quantitativi che di  assortimento. Il colore inteso in tal senso diventa strumento di una  espressività estesa, in certo senso ecumenica. Dal punto di vista linguistico esso si offre come un esperanto che giunge a ciascuno. Ed è questa l’idea che Basili ha dell’arte stessa: un medium capace di comunicazione diretta e universale.

A questa sintesi Basili è arrivato attraverso l’osservazione e la rappresentazione insistita del paesaggio, annotando che in esso il colore non è altro che la sua immagine trasposta, interpretabile in senso globale. Al tempo stesso è luogo e dimora, il dentro e il fuori di se stessi e di ognuno. Oltre il tempo e oltre la sua configurazione geografica,  il paesaggio ma soprattutto il suo colore, è in grado di rappresentare l’immenso e il minimale, l’azione del tempo che trasforma e la perennità del suo esistere.

È stato scritto, ed a ragione, che nella visione di Basili c’era impresso il paesaggio della sua terra, quello che ha sollecitato poeti ed artisti ad immaginare l’infinito. Si può dire allora che quel paesaggio nell’astrazione della sua attuale visione non sia compreso? O non è vero piuttosto il contrario, e cioè che  quel paesaggio che egli rappresenta  con il colore, ma anche con il gioco dei segni con la particolarità della composizione, non solo è visto ma posseduto? Che non solo è identificato ma anche “diffuso” e proponibile a una moltitudine indifferenziata?

In tal modo Basili ha voluto respirare a pieni polmoni la libertà che l’arte s’è conquistata nel corso del secolo appena concluso, ed intende persistere in questa sua condizione di indipendenza.

In alcune sue composizioni che egli intitola Stripes il colore è disposto in bande diagonali così da ottenere un effetto optical e  cinetico ascensionale, una disposizione  che sembra indicare un’elevazione riguardante l’animo. Si distingue come una volontà espressa con motivazioni più che linguistiche psicologiche, che riguardano l’immaginario e l’habitat interiore. Come  usa dire, dell’arte e delle sue rappresentazioni egli cerca l’anima. Ma è altresì vero che in alcune sue opere recenti si evidenzia, attraverso un colore che si dispone a grumi spessi e aggettanti, una ricerca di tattilità, un rilievo e una concretezza che invitano ad una vicinanza, a una “confidenza” con l’opera, a dimostrazione che essa non è solo pelle od evocazione fantastica e immateriale, non solo immagine, in somma, ma anche “corpo”.

 

Lucio Del Gobbo

 

Novembre 2009

 



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