Mostra personale angelo navetta

Segnalato da Tilbuz

Tilbuz

Categoria: Mostre

Data: dal 06 ottobre 2012 al 16 ottobre 2012

Indirizzo: via Famagosta 8

Provincia: Roma

Orario di apertura: 17:00-20:00

Come arrivare: metro A Ottaviano-San Pietro

Sito internet: www.angelonavetta.net

Referente: SILVIA EMILI

Per informazioni: 3287059139

E-mail: silviaemili@yahoo.it


Ricorrente nei lavori di Angelo Navetta è la lettera A che, già nella sua forma elegante, ricorda subito una figura geometrica, il triangolo, bello e complesso, studiato fin dall’antichità da notissimi matematici ed  in primis da Pitagora ( 570 – 522 a. C.).  La lettera A simboleggia, inoltre, l’inizio di ogni cosa e del mondo pur senza far pensare  troppo alla fine, alla conclusione delle cose, della vita e del mondo ( …dalla A alla Z…) come ricorda anche il buddismo: ogni cosa ha un inizio e una fine; la A è ancora la lettera iniziale di parole pronunciate spesso e da quasi tutti: amore, arte , avventura, azione, ardimento e tantissime altre;  parimenti è la prima lettera di moltissimi nomi propri di persona, sia femminili sia maschili.

In questi anni di eccessiva cementificazione, di abbattimento irresponsabile di foreste vitali per tutti gli uomini, di costante e inutile sfruttamento di legnami  pregiati, di numerosi e dolosi incendi che rendono aride  parti crescenti del nostro e di tanti altri paesi, alcuni dipinti sono stati dedicati al tema del mondo vegetale (l’albero blu, l’albero del sogno, cipressi, altri). 

In un ambiente spazioso ma congiuntamente raccolto della mostra sono presentati dipinti recenti ( 2011 e 2012) di sicuro interesse generale quali: Introspezione, La A nel Cerchio, Viaggio solitario, Fuga verso la Libertà, La vita in sette cerchi ed altri.
Costituisce un legame ideale tra lavori di anni precedenti (La follia con elogio,1998) ed attuali Il Trittico dell’Avventura e dell’Amore, del 2012, tre grandi tele senza il telaio, che sintetizzano la tematica pittorica del maestro in modo assoluto e completo.

L’attenzione di sempre per i colori e la loro evoluzione nel corso degli anni ( v. Occhi azzurri e sangue blu, 2010, un articolo  sul colore blu del maestro  Navetta ed opere, ormai storiche ma non esposte nella mostra, quali Con arancione e giallo e Realtà - entrambi del 1981) hanno originato  Il giallo nella ricerca di una emozione e Bianco Verticale del 2011, significativi approdi di tali ricerche ed interessi.

La tematica pittorica di Navetta si accorda e risente dall’armonico influsso tra Oriente e Occidente, realtà note personalmente all’artista per aver soggiornato per vari anni anche in paesi asiatici e inoltre  per le sue origini culturali.  Da ricordare che figure tondeggianti e cerchi si rifanno forse al mandala, il cerchio in sanscrito, ovvero le figure del mondo interiore, come rileva l’orientalista tedesco R. Dahlke. Per altro il punto è, in nuce, il cerchio, la sfera ed ogni altra forma similare. Il punto simboleggia l’unità, la totalità, la perfezione, e perciò un simbolo del divino, in quasi tutte le culture.

Per concludere , la parola al pittore: Quasi tutte le  mie opere non  astratte (o informali) sono simboliche; i simboli si concretizzano in  immagini, forme, segni ai quali si attribuisce un significato strumentale per quello che si vuole  dire, comunicare. Quasi tutta la mia pittura è simbolica e si fa immediatamente cogliere e capire, in genere, attraverso le forme e i colori.  Forme e colori che mai imitano fotograficamente la realtà ma la inventano, la creano semmai; talvolta, criticano aspetti deleteri o negativi di questa realtà, di questo mondo che poi, in verità, non sono pochissimi.”

L'intento del discorso del pittore, che sta scrivendo, è quello di parlare alla gente, all'individuo, di farlo vivere “sperabilmente” meglio con l'arte e nell'arte, di fargli sentire meno il peso del fardello di questa esistenza, talvolta per non dire spesso, resa invivibile da metodi, sistemi e procedure esistenziali diffusi nei grandi agglomerati urbani, dagli egoismi individuali e collettivi, dalle guerre,  dalle mura che dividono vite, amori e affetti, separano amici, parenti e fratelli, dalla povertà, dalla insignificante e assurda lotta, all’ultimo sangue, fra persone e tra i sessi. Tutto ciò si trova, pure diversamente descritto ed evidenziato, negli articoli pubblicati sul mio lavoro da Dante Maffia (Il Veltro), Elio Mercuri ( La pittura di Angelo Navetta), Giusi Parisi ( diversi articoli) ed Edith Seifert, Francois Burkardt, Olav Muenzberg con vari scritti e molti altri.

 



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