Nuove mostre

Nuove mostre Categoria: Mostre

Data: dal 28 febbraio 2009 al 18 marzo 2009

Indirizzo: piazza stella 5, genova

Provincia: Genova

Orario di apertura: dal martedì al sabato, dalle 16 alle 19

Sito internet: www.satura.it

Referente: mario napoli

Per informazioni: 0102468284

E-mail: info@satura.it


 

SATURA associazione culturale   centro per la promozione e la diffusione delle arti

piazza Stella 5/1, 16123 Genova tel/fax: 010.246.82.84 // 010.66.29.17 cell. 338.291.62.43

e-mail: info@satura.it   http:// www.satura.it

 

COMUNICATO STAMPA

 

sabato 28 febbraio 2009 ore 17:00

sala prima - inaugurazione

 

ARTE MERCATO inSATURA

 

Rassegna d’Arte Contemporanea

 

a cura di Chiara Guarnieri

 

S’inaugura sabato 28 febbraio 2009 alle ore 17:00 la Rassegna d’Arte Contemporanea, Arte mercato inSATURA, a cura di Chiara Guarnieri.

Uno spaccato sul mondo artistico, attraverso la testimonianza di oltre cinquanta artisti operanti sul territorio ligure. Pittura, fotografia e scultura a confronto attraverso stili e tecniche espressive che mettono in risalto la complessità e la varietà del mondo artistico contemporaneo.

 

 

sala prima - inaugurazione

 

LA LUCE E IL COLORE

 

mostra personale di Gabriella Soldatini

 

a cura di Barbara Cella

 

Quel che colpisce maggiormente nell’arte di Gabriella Soldatini è l’uso sapiente del colore Nei suoi lavori vi è una grande sensibilità nella scomposizione cromatica soprattutto nelle prime opere astratte, fortemente geometriche, dove ogni pezzo campito lega a sé quello successivo in un concatenamento di continue esplosioni di colore.

La prima parte della sua produzione la vede quindi sperimentare soluzioni stilistiche diverse rimanendo nell’ambito dell’astrattismo puro e facendo grande ricerca sul colore.

Successivamente dalla geometria passa ad una ricerca nuova dove la natura diventa protagonista e dalla quale trae, ancora oggi, continua ispirazione trasferendo su tela visioni naturalistiche ora solenni e grandiose, ora discrete e intimiste sminuzzando l’immagine in tanti tasselli vibranti di colore riconducibili sia alla tradizione impressionista che ai valori ligustici del tono e della luce.

Ed è proprio alla natura che si ispira in questo suo ultimo percorso artistico, natura intesa ora come rappresentazione degli elementi ancestrali quali il fuoco, la terra e soprattutto l’acqua, il mare che bagna Genova, la pioggia e la neve, il vento vorticoso del libeccio e molle dello scirocco, quello duro della tramontana che spazza la città.

I colori ora sono decisamente più accesi, più potenti, le campiture non più così nette perché dove un tempo il “non” colore bianco veniva usato per evidenziare le divisioni, ora è predominante, dà luce e forza, richiama, in qualche caso il disegno sottostante e aggiunge vigore al gesto pittorico dal quale viene fuori fortemente l’anima pulsante dell’artista.

E questo nuovo uso del bianco avviene sia nei quadri naturalisti che in quelli astratti, astrattismo al quale ritorna comunque volentieri e con maestria.

 

sala portico - inaugurazione

 

CEMENTIFICAZIONI

 

mostra personale di Enrico Francescon

 

a cura di Carlo Pesce

 Difficile trovare un materiale più bello del cemento...

Le Corbusier

 

 

La centralità del cemento è peculiare in quest’ultima fase della produzione di Enrico Francescon. Ciò su cui l’artista alessandrino sta lavorando è appunto una serie di formelle in cemento che gli permettono di esprimere concretamente delle sensazioni materiche. Antesignane di queste formelle, quasi tutte realizzate durante il 2008, sono alcune sperimentazioni del 2003, nei quali la struttura in cemento era ricoperta da un burriano sacco di iuta. Già in quel contesto si poteva intravvedere ciò che sarebbe avvenuto in seguito, con l’insistere su una ricerca basata sul gusto per il “ritrovamento” e sul rigore costruttivo di un impianto di semplicissima efficacia estetica, ben evidentemente anticipato in questa fase.

Questi lavori, che da un certo punto di vista possono essere definiti “esercizi prototipi”, ricevono un evidente arricchimento formale a partire dal momento in cui l’artista comincia a riempire gli spazi quadrangolari con degli elementi segnici, sostituendo il sacco – di fatto una seconda superficie piatta – con degli oggetti collocati a immediato contatto con la nudità del cemento. È in questo frangente che Enrico Francescon riesce a sciorinare, con una vasta gamma di intuizioni, dei manofatti artistici fondati sull’unione di un materiale di supporto – il cemento – cui sono stati aggregati materiali di diversa specie, materiali ai quali è dato il compito di assumere una precisa valenza segnica. Francescon, infatti, sembra considerare la “piastrella” in cemento la struttura bidimensionale sulla quale agire, sulla quale tracciare dei segni che vengono percepiti non in quanto tali, ma come elaborazioni dell’intelletto. Ciò che l’artista ricava è un ibrido talvolta fortemente aggettante che stravolge il senso di ogni possibile etichettatura. Quello che si vede è uno spazio compatto, talvolta pigmentato, dal quale fuoriescono oggetti: è improprio definirlo “scultura”, è riduttivo definirlo “pittura”.

Per affrontare in modo coerente le opere di Enrico Francescon si deve seguire la materia, la sua porosità, la sua bellezza primitiva, incondizionata. È quanto Enrico Francescon tenta di trasmettere all’osservatore, è quello che deve fargli percepire.

Lasciata da parte la sperimentazione segnica, l’ultimissima fase di questa produzione sembra orientarsi maggiormente verso una marcata rarefazione. Gli ultimi lavori sono determinati da una serie di stratificazioni orizzontali sovrapposte, di fatto dei paesaggi, in pratica delle sperimentazioni cromatiche. In questo modo Enrico Francescon sembra aver intrapreso un nuovo filone di ricerca decisamente più essenziale, nel quale l’impasto assume la stessa valenza che in pittura può essere attribuita al colore preparato.

 

 

 

Con preghiera di pubblicazione e/o divulgazione.



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