Togo - Radici

Togo - Radici Segnalato da Dionysos

Dionysos

Categoria: Mostre

Data: dal 18 luglio 2009 al 09 agosto 2009

Indirizzo: Fondazione Mazzullo - via De Spuches 3 - Taormina

Provincia: Messina

Orario di apertura: 9.30/12.30 - 16.00/19.00

Sito internet: www.associazionedionysos.com

Referente: Art promotion - Fondazione Mazzullo

E-mail: associazionedionysos@libero.it


COMUNICATO STAMPA

Ente promotore: Fondazione MAZZULLO
Palazzo Duchi di Santo Stefano-Taormina

Mostra personale del pittore TOGO
Titolo della mostra Radici

inaugurazione: sabato 18 luglio 2009 dalle ore 18.00
durata 18 luglio - 9 agosto
orario d’apertura 9,30/12,30 – 16,00/19,00 - Lunedì chiuso

progetto di: Associazione Artistico Culturale Dionysos - Taormina

Sono in esposizione trenta dipinti ad olio su tela e venti incisioni calcografiche.

Togo, (Enzo Migneco) nasce nel 1937 a Milano ove vive e lavora.
Dipinge dal 1957 mentre è alla fine degli anni ’60 che inzia la sua ricerca nel campo dell’incisione. La prima mostra importante è alla Galleria 32, a Milano, nel 1967, presentata da Raffaele De Grada, alla quale, nel capoluogo lombardo, seguiranno personali alla Galleria Diarcon, Palmieri, Annunciata, Palazzo Sormani, Aleph, Bonaparte, Università Bocconi, Studio d’Arte Grafica, Il Torchio, Centro dell’Incisione presentate via via da Enzo Fabiani, Paolo Volponi, Alberto Cavicchi, Paolo Bellini, Giorgio Seveso, Luciano Caramel, Vincenzo Consolo, Tommaso Trini, Sergio Spadaro, Gianni Pre, Francesco Poli.
Nel 1982 espone a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, a Wroclaw in Polonia e ad Helsinki in Finlandia. Nel 1989 la città di Messina gli dedica un’antologica curata da Lucio Barbera e nel catalogo, delle Edizioni Mazzotta, appaiono i testi critici dello stesso Barbera, di Paolo Bellini e Luciano Caramel. Nel 1999 espone 20 tele al Parlamento Europeo di Bruxelles.
Nel 2000 gli viene assegnato, a Roma, il Premio “Antonello da Messina” per le Arti Figurative.
Nel 2007 espone a Villa Genovesi, S. Alessio, presentato in catalogo da Giovanna Giordano e nel novembre dello stesso anno è, con Alvaro, al Museo della Permanente di Milano. La testimonianza in catalogo è di Angela Manganaro.
Dal 1999 al 2004 è stato titolare della Cattedra di Incisione presso l’Accademia di Belle Arti “Aldo Galli” di Como.
Per l’Associazione “Roberto Boccafogli”, con Sara Montani, è docente e responsabile del laboratorio “La Stamperia” de “La Fabbrica del Talento”, centro di attività espressive e socializzanti promosso dall’Università Cattolica di Milano.

(…) Come un uccello, libero e dalla vista acuta, l’artista sorvola il suo paesaggio, con i suoi rilievi e le sue profondità, misura le cose alte e basse, vede i colori e cattura le sfumature, distingue ogni particolare. Ma poi quasi si ritrae e lascia che sia la natura a spontaneamente deporsi sulla tela. Cioè a farsi pittura.
Si ritrae, Togo, perché vuole che la sua pittura sia naturale come la natura. Ma è lì a governare tutto, con una grande sapienza costruttiva, frutto di un lungo e serio lavoro che proprio nella sua piena maturità ha conosciuto, e vive, il massimo splendore.
Come uno spettatore, guarda che la natura si faccia pittura; ma come un abile regista, muove la mano perché ciò avvenga. Così la sua pittura, di straordinaria veemenza e felicità, che sembra avere alle spalle la grande stagione fauve, la gioia matissiana, l’espressionismo astratto, e il colorismo di Gauguin, senza nulla perdere di un impeto quasi gestuale, si snoda secondo una struttura e un ritmo al tutto disciplinati.
Sono piani che si sovrappongono, accostamenti di colori impensabili eppure armonici, resi con un particolare tipo di olio in barre che, a seconda dell’imprimitura della mano, si addensano e si sovrappongono in sottili trasparenze o si ammorbidiscono fino a sfiorare la delicatezza satura del pastello.
Quel che si vede non è più un “paesaggio”, ma una sensazione, una pura astrazione della mente e dell’anima, dell’immaginazione e della memoria. Ci si rende conto allora che il grande merito di Togo non è quello di trasferire la natura in pittura, ma, al contrario, di costringere la pittura a farsi natura.
Ed è proprio la “pittura”, più che il mare e i limoni di Briga ai quali spesso torna, ad essere l’unico e mai abbandonato “paesaggio” di Togo. Lì respira, si muove e vive l’artista, accecato dalla luce mediterranea, con i suoi occhi che si assottigliano e si sgranano per vedere sempre meglio. Il suo paesaggio è astratto, come una sensazione colorata che in sé serba le cose viste e sognate, e le visioni che si possono solo immaginare a occhi chiusi. Quando il sole assola e quando la notte annotta.


Dalla testimonianza di Lucio Barbera nel catalogo della mostra.



Segnala errore

Cerca eventi

Tipo   Prov.

Per poter commentare gli eventi devi essere un utente di IoArte!

Se sei un utente iscritto a IoArte devi prima effettuare il login!
Altrimenti iscriviti a IoArte, l'iscrizione è veloce e completamente gratuita.

Banner pubblicitari
Sostengono IoArte
Siti Amici