/alla ricerca del tempo venduto/ il tempo violentato /searchin’ for sold time/ the raped time

/alla ricerca del tempo venduto/ il tempo violentato  /searchin’ for sold time/ the raped time Segnalato da Alex Munzone

Alex Munzone

Categoria: Mostre

Data: dal 10 settembre 2011 al 02 ottobre 2011

Indirizzo: Centro di NOTOrietà (ex Collegio dei Gesuiti) Corso Vittorio Emanuele, 91 /Noto, (sr) - Italy

Provincia: Siracusa

Orario di apertura: Tutti i giorni 17.00/22.00

Sito internet: www.comune.noto.sr.it

E-mail: artsletter@gmail.com


A cura di Fiorella Fiore
Coordinatore Vincenzo Medica

 


ADRIANA PROTASI
ALEX MUNZONE


 

Opening Sabato 10 Settembre - 18.30
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La frenesia, la velocità, la necessità di neutralizzare la realtà storica e quella vissuta (anche a causa di un processo mediatico incessante che
lascia un campo limitato per la riflessione), sono fattori determinanti affinché nella percezione dell’uomo avvenga un totale
annullamento della consistenza del tempo.
Il tempo come valore portante di conoscenza, si delinea come volontà certamente rivoluzionaria rispetto ad un contesto sociale di diffusa disarmonia.
Il meccanismo mediatico, inteso nella sua massificazione comunicativa e velocizzata, incide costantemente
atrofizzando e appiattendo la criticità e il coordinamento analitico dell’uomo.

Non si ha più lo spazio, la condizione, la voglia di pausa.
Il tempo, in ogni sua manifestazione, si delinea come trazione antitetica alla superficialità, il valore determinante delle cose viene
catalogato attraverso l’enucleazione temporale; nella cultura del passato, ad esempio in quella Maya, il tempo aveva valenza ciclica
ed oltre a riformare la condizione quotidiana del popolo, riusciva a determinarne la tensione astrale.
Il cortocircuito a cui si assiste oggi sta nella corrosione del senso fisiologico della memoria, al suo dileguarsi a favore
della cultura dell’immortalità, dell’eternità molteplice e riproducibile che, pubblicizzata e sottolineata, viene rappresenta dall’implosione mediatica.

La narrazione delle tragedie, il comprenderle, l’accuratezza nell’identificare le micro e macro involuzioni dell’uomo, le sue contraddizioni sistemiche,
ogni traccia a cui gli artisti all’interno del percorso espositivo fanno riferimento, sono le condizioni esistenziali dove il tempo venduto,
inteso nelle sue proprietà di passaggio, memoria e approfondimento, è stato violentato e mostrato nella sua più devastante realtà.

A.G.
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Lo scopo dell'arte contemporanea, prima di piacere, prima di essere mera bellezza o emozione, è quello di interpretare la realtà.
In un'epoca in cui siamo gravati dal così detto "bombardamento mediatico", e in cui la civiltà dell'immagine
ha ormai preso il posto di quella del pensiero, il valore della memoria, pure così accessibile attraverso i più disparati supporti, scompare, giorno dopo giorno.
Il ricordo diventa flebile, perché viene a mancare lo sforzo del voler ricordare, del voler interrogare il tempo, di abbandonarsi alla sospensione della riflessione.
Alex Munzone ed Adriana Protasi interpretano questo aspetto della nostra contemporaneità, ciascuno secondo il proprio stile.
Alex Munzone nelle sue installazioni utilizza gli oggetti del nostro comune vivere quotidiano e, decontestualizzandoli, li pone in una dimensione altra,
dando loro un significato completamente diverso.
Facendo interagire tra di loro oggetti quanto mai diversi, egli dà origine ad ossimori che, reinterpretando la realtà, creano una dimensione di riflessione morale.
Lo spazio viene delimitato da una "corda chiusa" che vibra in differenti modi, tutti diversi rispetto a quanto siamo abituati a percepire dal singolo oggetto.
L'opera, interagendo con lo sguardo di chi la osserva, permette la creazione di una molteplicità di livelli di lettura ogni volta diversi,
perché diverso ogni volta lo sguardo che vi si posa, permettendo così un continuo rinnovamento del significato originario.
Adriana Protasi, invece, utilizza un linguaggio differente, che trasla la tradizionale espressione pittorica.
Ella squarcia la tela, la graffia, la fa vivere di ferite reali e tangibili che si mescolano ad un colore materico in cui dominano i toni grigi e in cui spiccano
i neri e i rossi, sanguigni, violenti.
Adriana non cede terreno alla delicatezza di toni sussurrati, grida il disagio di un'epoca attraverso un colore e delle forme intense ed aspre, che ricordano
George Grosz, l'art brut di Debuffet (abbandonando la sua innocenza infantile), i muri di Antoni Tapies.
Facendo proprio il linguaggio del grande Informale, rende l'immanenza della materia come presenza del reale, in opere che non rifiutano la forma,
come accadde allora, ma la deformano, la "abbrutiscono" quasi, per renderla uno specchio della nostra contemporaneità.
Questi due artisti, pur nella loro diversità, perseguono lo stesso scopo: invitare lo spettatore a soffermarsi su queste opere, andando al di là
di uno sguardo superficiale che superi la difficoltà di una lettura non immediata.
Esse sapranno mostrarsi in tutta la loro intensità solo a chi saprà guardarle con attenzione, dedicando loro quel tempo quotidianamente venduto e violentato,
ora infine recuperato nella sua essenza.

Fiorella Fiore
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Evento Promosso

Comune di Noto
ass. al turismo.

Noto artisti associati

Artsletter - C.

Scacco Matto
artigianato artistico
riciclaggio creativo


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More Info event:  artsletter@gmail.com

Contact.
alexmunzone@gmail.com
isatorp80@yahoo.it
 

 

 

 

 

 

 

 



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