Boca

Boca Bonifacio Castello
Matera (MT)

Iscritto dal
10/10/2009
Categoria: Pittori

Websites: Bonifacio Castello  Facebook 

Opere inserite: 40

Visualizzazioni profilo: 4567

Voti ricevuti: 109 Chi ha votato?


Data di nascita: 19/09/1973
Residenza: Matera - MT
Telefono: 3932062892


Bonifacio Castello nato a Matera nel 1973. Dopo essersi diplomato al Liceo Artistico Statale di Matera nel 1992, si iscrive all’ Accademia di Belle Arti di Firenze, sezione Pittura, dove consegue il diploma di laurea nel 1996. Cominciano gli anni della sperimentazione, con un attenzione particolare dedicata alla pittura ad olio su tela e legno con la quale l’artista ricerca nuove forme espressive dell’arte. Come l’artista afferma: La mia ricerca affonda le radici nell’origine ,rivisitando con sensibilità d’animo i primi istanti della creazione. Esseri antropomorfi pullulano all’interno di uno spazio che respira il caos di una guerriglia interiore…… segni convulsi agitati da energie spasmodiche prorompono dalla superficie con violenza fino a divenire matrice significante. Tutta la sua opera è permeata da un senso profondo, da un’anima che scava con insistenza, che incide barbaricamente la superficie tutta fustellata di intrecci cromatici. Protagonista assoluto del suo lavoro, è il segno, spontaneo, immediato, privo di ogni ordinaria ragione che comunica tramite le porte automatiche della mente. Un segno che inizialmente distrugge l’uniformità del film pittorico per ricreare una nuova dimensione del soggetto in un universo che palpita di nuova vita. E’ un viaggio introspettivo nella materia, negli antri più oscuri della coscienza; l’azione fluisce rapidamente, il gesto sprigiona il superfluo andando a zoomare all’interno del microcosmo della materia. Mettendo in risalto inediti aspetti invisibili all’occhio umano. Molte sue creazioni sono pervase da questa forza energetica.

MOSTRE PRINCIPALI:
-Personale di grafica figurativa, Metaponto, (MT) 1987;
-Collettiva di pittura, Il paesaggio lucano, Miglionico (MT), 1988;
-Collettiva di pittura, Terramia, Aliano (MT), 1989;
-Collettiva di giovani artisti europei, Il Ritratto e la sua Interpretazione, Firenze 1994;
-Astrazione Lirica, Pescia,(PT) 1995;
-Ideatore del progetto Land-Art, Il Bello è dentro, realizzato da Festa Giovanni, Michele Chita e collaboratori, Matera 1996;
-Personale di pittura e grafica, Viaggio inconscio, Galleria del Tempio,Firenze 2000;
-Collettiva di pittura,Identità gestuale,Galleria Spazio-Tempo,Firenze 2003;
-Personale di pittura,La violenza del colore,Galleria Art in Florence,Firenze 2004;
-Collettiva di pittura e grafica, Il Sogno e la sua interpretazione,Galleria Art in Florence,Firenze 2005;
-Collettiva di pittura,scultura e video proiezioni,Il Sofà delle Muse,Hotel Mediterraneo,Firenze 2006;
-Collettiva di pittura e grafica, Energia in Movimento, Laboratorio Emozionale, Roma 2007;
-Collettiva di pittura, Giro del mondo dell’arte in 80 artisti - tappa n.1,(a cura di), Carolina Lio, Galleria d’Arte Contemporanea 911, La Spezia, 2008;
-Collettiva di pittura, Raccontarti,(a cura di), Artefatto Onlus, Centro Interculturale Permanente, Roma 2008;
-Ideatore dell’Orologio ad acqua, Chiesa del Purgatorio Vecchio,Matera,2008;
-Arte Fiera di Stoccarda Schiendfligen,2009;
-Mostra evento,Giù la maschera,(a cura di),Dott.ssa Adelinda Allegretti,Museo Civico Umberto Mastroianni,Marino,Roma-Galleria AB,Arte Bastia,Milano Febbraio-Marzo 2009;
-Collettiva di pittura e scultura,tra il Figurativo e l’Informale,(a cura di), Francesco Dau,Senorbì, (Ca)-2009;
-Arte nell’isola di Garibaldi, (a cura di), Francesco Dau,Isola della Maddalena,luglio 2009;
-Mostra personale,Viaggio nell’intimità della materia, casino degli artisti, comune di Monteverde, (AV), agosto 2009;

-Mostra personale (a cura di), Eraldo Di Vita, nel portale www.webartmagazine.net, Ottobre 2009;               

Prossimo evento: Personale di Pittura,Galleria Kino.Mosca,Dicembre 2009;

Recensioni critiche
 

Le dimensioni imperscrutabili della Materia


Le rappresentazioni mentali trasposte sulla tela dal giovane artista suscitano nell’osservatore fortuito un senso di inquieta curiosità. Ci si imbatte nella aspirazione a rappresentare il macro ed il micro con pari impegno. Una superiore volontà d’arte di cogliere una dimensione della realtà che sfugge all’occhio comune. Bonifacio Castello spinge il suo sguardo oltre l’apparire. La sua pittura è, da un lato, iconografia di un mondo interiore, viscerale, di entità pulviscolari, dall’altro di realtà macroscopiche e cosmiche.
Con l’artista ci avviamo ad un percorso immaginifico e reale al contempo, una sorta di iniziazione alla ricerca ossessiva di ciò che è ed avviene dentro e sopra di noi. Sublimazione di pulsioni vitali di cui l’autore, con tecnica quanto mai originale e sperimentale, ci offre una icastica fotografia. Rappresentazione tridimensionale e dinamica di realtà che sfuggono alla sensibilità percettiva comune.
Parafrasando Paul Cezanne, potremo dire che in Bonifacio Castello “ la natura è all’interno” cogliendo, così, la peculiare esigenza dell’artista di superare il dato oggettivo ed oggettivante della realtà superficiale.
Lirica interiore, tracce evocative di una ancestrale memoria libica che si fissano sulla tela, ad essa donando segni e segnali di un universo minimale, profondamente intimista.
L’artista usa sapientemente il pennello con scopo liberatorio, ricorrendo ora a materiali “nuovi” come il plexiglass, il forex, il linoleum coi quali il colore a olio si sposa con virtuosistica dolcezza, donandoci un’opera tanto profonda alla vista quanto piatta, liscia, uniforme al tatto, grazie alla sua notevole capacità di lavorare sui materiali con velocità, di getto, in modo istintuale ed ispirato, direttamente sulla tela senza necessità di disegnare prima, perché, per sua stessa ammissione “ il disegno è già nella sua testa”; ora a classiche tele dalle texture che evidenziano la matericità e la corporeità delle rappresentazioni.
Dunque ingannevole è la prima impressione che le opere suscitano di trovarsi dinanzi ad un astrattismo che rifugge la realtà, deformandola o stravolgendola. La sua è, altresì, ricerca spasmodica del vero “reale”, ad un livello generalmente precluso alla capacità ottica umana.
E in un’epoca dominata dai media audiovisivi, in cui le immagini scorrono piatte esaurendo in un attimo il loro potenziale comunicativo e dove tutto si riduce a cascame neuronale, il mondo iconico di Bonifacio Castello ci offre una esperienza di profondità, recuperando una dimensione contemplativa che può sfociare in meditazione, attraverso tracce e segni-simbolo di un percorso mnemonico e psicoanalitico, tentativo di entrare in rapporto di simpatia simbolica con l’opera d’arte.
L’immagine dell’artista è fissa e vasta al contempo. Il suo tempo è interno , non esterno o in superficie. In lui “ l’interiorità è intesa non come il ricorso ingenuo ad un repertorio di forme, idee, sensazioni, ma nel senso di un rapporto continuamente molale, sempre incerto, con quella parte al di fuori di noi, che abbiamo cessato di essere, o che non siamo mai stati”. (Jean Clair. Considerazioni sullo stato delle Belle Arti).
Le tele ci offrono visioni seducenti in grado di attivare catene di significati e suggestioni, che ci conducono in una zona profonda, dove gli archetipi della cultura coincidono con quelli della psiche. Ed in questa accezione junghiana, il simbolo è il significato dell’archetipo, che dischiude la possibilità di una sintesi dialettica tra cultura e natura, conscio ed inconscio.
Nelle opere di Bonifacio Castello vi è reiterazione ossessiva di forme, nella costante ricerca di una personale dimensione artistica. Condensa stratigrafie semantiche, conservando ognuna un proprio potere risucchiante, legandosi concettualmente a sequenze di elementi ed oggetti che viaggiano nel tempo, come, libri o costruzioni, palazzi o futuristiche opere architettoniche.
Ed attraverso un percorso di crescita pittorica che lo porta gradualmente verso il virtuosismo, matura la capacità di suggerire più piani spaziali attraverso velature di colore sovrapposte in strati impalpabili, da cui gli elementi iconico – simbolici (uccelli come bastoni fallici, fiori/semi come pallottole vaganti, spine come germogli, sassi/asteroidi come costellazioni) affiorano con evidenza tridimensionale.
La capacità del giovane artista di spingere “oltre” lo sguardo, rappresentando mondi nuovi, ci ricorda Morandi: Si può dipingere tutto, basta soltanto saperlo vedere”.
Incontriamo spesso trame e ragnatele, allegoria della condizione di prigionia culturale dell’uomo; infiorescenze germoglianti, i cui semi, imbrigliati nella tela, faticano a dare il loro frutto biologico. Poi ci imbattiamo in movimenti cosmici forieri di energie vitali, in dialettico e costante movimento, dato dalle contrapposizioni cromatiche azzurri e rossi, esprimenti un dinamismo delle origini, il caos primigenis che tutto involge, e che alimenta tensioni. Ancora, rappresentazioni anatomiche al microscopio: viscere e ventricoli di cui quasi si possono indovinare sonorità nascoste e palpitanti vitali movimenti.
Ed anche laddove il colore si spegne, lasciando il passo ad opere quasi acrome, dove il segno è dato dalla contrapposizione di bianchi e neri, non muore il dinamismo delle opere, che con maestria ed efficacia uniche continua a parlare delle tensioni e delle inquietudini dell’artista, della sua ricerca, attraverso lo strumento dell’arte, di un modo per liberarsi dalle stesse.
Nel suo percorso di crescita artistica si possono leggere riferimenti ad artisti quali S. Matta e Matisse. Ma ancor più significativo è l’ambiente socio – culturale in cui si è formato: Matera, coi i suoi Sassi e la sua storia millenaria stratificata che ritroviamo nelle sovrapposizioni costruttive di talune opere.
La sua è, dunque, una nuova poetica pittorica, che, immune da contaminazioni esplicite e richiami diretti ad altri autori, ci trasmette una lieve e serpeggiante inquietudine, discreta ed appena suggerita, e che sembra peraltro rispettare un tempo metrico, un’armonia musicale, sì da far dubitare che l’altro movente genetico possa essere stata la musica, poi tradotta in segni e simboli.


Domenica Di Rocco

OMBRE TANGIBILI IN UN COLORE D'OMBRA

L'intersecarsi di valori simbiotici di natura pulsante, carnale, "palese", evidenzia la fine caratteristica di una visione viscerale, atta ad una pura simbologia introspettiva. Ma va oltre. Ci sono dimensioni microscopiche, pieghe particolareggiate, è come se il microcosmo fosse la vera opera. E in un certo senso così è. Vi è da dire che la spettacolare capacità dell'uomo di trovare linguaggi semplici in un sempre più complesso significato, spinge ad evidenziare la naturale propensione dell'autore a far parlare una parte propria di pre-linguaggio, un pò come mettere su carta il residuo (percepibile) inconscio del proprio io. Ma la simbologia non è caratterizzata unicamente da un micromondo, e quest'opera segna a più tratti la denominante comune che è essenzialmente un linguaggio metodico, istintivo, pulito e direi quasi abbastanza lineare visto macroscopicamente.

I colori fanno da contrasto all'insieme sensoriale del "messaggio pulsante", simboleggiano la superficie di un contesto emotivo, spesso rappresentato da simboliche variazioni del colore, il rosso è il dolore, il blu la calma ma anche "l'essere fermi", il giallo il cambiamento. Raramente il nero ha un'aria sinistra, ciononostante si distacca da tutto, creandosi anche l'addove palesemente nero non è. Il viola è raro, ma quando è presente colpisce. Facilmente si identifica un tratto continuativo in tutte le opere, simbolicamente è un'allegoria continua di una crescita personale, è uno specchio visivo similissimo ad uno pseudo concetto di "diario personale".

Alcune opere marcano cambiamenti specifici, o specifiche sofferenze, in quei tratti la materia si "spezza", si "scioglie" in alcun tratti scompare, come interrotta da un silenzioso oblio. Tra i tratti "viscerali" il più evidente è senza dubbio la visione del colon, disunita ma accorpata, proprio come in un rigetto-stampo di un proprio stato d'essere. Vi è poi una visione cellulare, il micro simboleggiato dalla propria stessa struttura, a simboleggiare la verità e le sue "conseguenze", che inevitabilmente nell'opera diventano un ciclo obbligatorio, sensorialmente "senza fine", l'universo "imperfetto" ma "non volatile". La visione della "carne" è rafforzata dalle dimensione della simbologia primaria (il colon), qui l'autore rappresenta marcatamente la sua sessualità, rafforzata o indebolita spesso più dal momento in sè che dall'ispirazione a brevissimo termine. La mancanza di linguaggi aggiuntivi paradossalmente non sembra essere un limite, costringe l'occhio ad atteggiare pensieri decisamente più istintuali, slegati dai linguaggi interpretativi, permettendo una sempre più soggettiva interpretazione. Talvolta è difficile stabilire se "l'immagine del momento" sia statica o meno, pare sia simultaneamente un senso di "caos calmo" e "caos". Non è difficile cambiare opinione sulle emozioni che l'opera suscita, diventa però maggiormente attento l'occhio alle intenzioni dell'autore, che in questo senso si "denuda", si mette nella condizione di essere profondamente osservato. Non a caso, su questa considerazione va notata la notevole carica di esibizionismo artistico, che spinge l'autore a creare delle lenti di ingrandimento sulla propria anima-viscera.

In definitiva ritengo l'opera degna di attenzione, sinceramente c'è dell'originalità. Senza dubbio l'autore è in piena evoluzione e se la strada che ha percorso dovesse continuare in tal senso sono convinto che i suoi introspettivi, viscerali, pulsanti "corpi d'arte" avranno sempre più capacità di andare nel profondo.

Saverio Comparini

 

  • Viaggio nello spasmo della materia 4
  • Lande dell'anima 2
  • Viscere
  • Progresso-Regresso
  • Sentieri della memoria
  • Viaggio della conoscenza 1

Commenti sulle opere di Boca:

bravissimo.Lavori eccellenti.Diventerai presto famosissimo.Ciao,AMERICO


commento di Américo Di Gregorio sull'opera Dinamismo inconscio - sabato 10 ottobre 2009 alle ore 12:28
Fantastico!!! Sembrano dei relitti nel fondo del mare...mi piacciono molto queste tonalità.
commento di Letizia sull'opera Relitti - sabato 10 ottobre 2009 alle ore 14:07

semplicemente strrraordinario!!!!   p.s.puoi votare anche tu le mie opere.CIAO,    AMERICO


commento di Américo Di Gregorio sull'opera Viaggio nello spasmo della materia 5 - sabato 10 ottobre 2009 alle ore 17:52
Questo credo sia il mio preferito in assoluto...sia per il tema ma anche per le tonalità utilizzate, adoro i blu e gli aranciati, e che dire di queste belle dimensioni...Ancora tanti tantissimi complimenti!!! Adoro i tuoi lavori.
commento di Letizia sull'opera Il bene e il male - domenica 11 ottobre 2009 alle ore 11:04

Ciao Bonifacio, tutte notevoli e coerenti le tue opere.  Mi azzardo a definirle "astrattismo puro". Io scelgo "Metamorfosi della luce" perchè catalizza lo sguardo verso un punto centrale, un misterioso buco nero. Guido


commento di Guido Marra sull'opera Metamorfosi della luce - domenica 11 ottobre 2009 alle ore 17:47

grandioso!


commento di Cristina De Biasio sull'opera Conflitto - lunedì 12 ottobre 2009 alle ore 10:34

I tuoi soggetti  mi  intrigano  alla grande,simbologie profonde,tematiche emblematiche,parlano senza bisogno di parole.


commento di Cristina De Biasio sull'opera Ascesa spirituale - lunedì 12 ottobre 2009 alle ore 10:38

STU-PEN-DOOOOOOOOOOO!!!!!


commento di Cristina De Biasio sull'opera Dinamismo inconscio part.2 - lunedì 12 ottobre 2009 alle ore 10:39

CI VEDO PROPRIO TEORIE FREUDIANE:NON SO SE SEI LAUREATO IN PSICOLOGIA,MA MOLTI CHE LO SONO ,INVECE,NON CONOSCONO L'INCONSCIO. CIAO.  AMERICO


commento di Américo Di Gregorio sull'opera Il groviglio dell'inconscio - lunedì 12 ottobre 2009 alle ore 16:12

Davvero bravo!

 


commento di Francesca Sirianni sull'opera Architetture del tempo - mercoledì 14 ottobre 2009 alle ore 19:12

Delicatezza e movimento, anche il formato mi piace

Complimenti

Ciao


commento di Ugo Lorenz sull'opera Il tempo della cultura - sabato 17 ottobre 2009 alle ore 16:03

Hai dei colori e dei movimenti che mi affascinano.

grazie

Ugo


commento di Ugo Lorenz sull'opera Il bene e il male - sabato 17 ottobre 2009 alle ore 16:06

wonderful,wonderful,wonderful. . . me   ra   vi   glio   so, CIAO,    AMERICO


commento di Américo Di Gregorio sull'opera Il tempo della cultura - martedì 10 novembre 2009 alle ore 13:22

SEI   IL  PIU' GRANDE!!!  UN OLIO MODERNISSIMO


commento di Américo Di Gregorio sull'opera Lande dell'anima 2 - martedì 10 novembre 2009 alle ore 13:24

eccezzionale padronaza del coloree della forma! complimenti , un saluto


commento di Felice sull'opera Viaggio nello spasmo della materia 2 - giovedì 09 dicembre 2010 alle ore 20:12
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