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L'uccido tutti i giorni (Louis Magro)

L'uccido tutti i giorni

  • Titolo: L'uccido tutti i giorni
  • Genere: marmismo
  • Tecnica: Olio su tela a spatola inserto mosaico con marmo
  • Misure: cm. 60 x 80
  • Descrizione: La croce per antonomasia
  • Voti: 12 Chi ha votato?

Commenti sull'opera L'uccido tutti i giorni:

La croce per antonomasia , quella in cui Gesù si immolò per la redenzione degli uomini, simbolo della sua passione ed oggetto di culto per i cristiani, si sublima al momento della resurrezione del Cristo fino a scomparire, per essere ritrovata in ciascuno di noi nel momento del dolore, del tormento e delle tribolazioni di tutti i giorni: diuturni che accompagnano il cammino della vita.
Così come Gesù al momento del trapasso volge lo sguardo al cielo per ottenere rassicurazione e coraggio, anche la nostra anima nel momento di massima afflizione cerca qualcosa a cui aggrapparsi … un segno dal cielo che l’aiuti a superare un dolore lacerante.
Nell’ascendere al cielo il Cristo lascia dietro di se il male imperante sulla terra: lo stesso male che ne causò la morte, così come causò la morte fratricida dell’uomo verso l’uomo. Il male che si trincera dietro una maschera di buone maniere, conformismi e simboli che traggono in se stessi la giustificazione alle più grandi abiezioni umane.
Ecco, quindi, che la croce uncinata, segno simbolico che si ritrova presso molte popolazioni della preistoria fino in età storica, per l’errata interpretazione delle sue origini “arie” fu adottata come simbolo da vari movimenti antisemiti e dal nazionalsocialismo tedesco: il male si ritrova quindi nell’animo umano, nessun simbolo ha la capacità di trasformare l’uomo in animale, la strana mescolanza di bene e di male, di nobile e volgare, che è l’uomo.
Ma la croce, estensivamente parlando, può ritrovarsi anche nelle sbarre di una prigione, dove l’uomo sconta le sue colpe, volgendo lo sguardo al di fuori, agli spazi aperti , alla libertà. Tutto sembra essere perso, ma la croce, simbolo di liberazione e trasfigurazione, rende la vita qualcosa che vale la pena di salvaguardare.
Così la nostra madre terra, su cui era piantata la croce di Gesù, testimone silenziosa della crudeltà umana, è ferita dai suoi figli, noi, ogni giorno: la sfruttiamo, la calpestiamo senza ritegno, ne sperperiamo i frutti; e lei, come una qualsiasi madre ci sopporta e soffre in silenzio, speranzosa di vederci cambiare, di vederci diventare adulti e saggi.
Dott Cristina Veronese


postato da Louis Magro - sabato 11 settembre 2010 alle ore 15:54

 complimenti Louis e' un vero spettacolo quest'opera che ho votato

belle tutte le tue opere      buon arte.


postato da Gregorio Vitale - mercoledì 19 gennaio 2011 alle ore 17:35

Davvero bellissima questa tela!


postato da Arcangelo Delfino - mercoledì 30 marzo 2011 alle ore 21:09

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