Barbara Ghisi

Barbara  Ghisi Barbara Ghisi
Bomporto (MO)

Iscritto dal
13/09/2012
Categoria: Pittori

Opere inserite: 7

Visualizzazioni profilo: 3969

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Data di nascita: 27/05/1971
Residenza: Bomporto - MO
Telefono: 3288662152


Barbara Ghisi: luoghi dell’anima
Bisogna perdersi per ritrovarsi, abbandonare totalmente i vincoli della mente e sprofondare negli abissi del proprio io. Mondi fantasmatici, pertugî sconosciuti, nuove modalità di percepire con
i sensi e l’immaginazione, portano ad una consapevolezza che prima di questo smarrimento non avrebbe mai potuto essere formulata. E’ come se quest’artista avesse percorso un tunnel alla fine del quale può vivere una dimensione diversa dalla quotidianità. Il vero mondo nel quale si sente libera di esprimere tutto quello che trattiene nel suo vissuto.
Svincolarsi dai proprî schemi, dai proprî parametri, ci lascia in una fase di sospensione durante la quale si colgono possibilità fino a quel momento estranee: è l’esperienza dello spaesamento, della ricerca del nostro universo ancora celato a se stessi. Tuffarsi nelle pieghe più recondite della nostra entità interiore è un atto di coraggio, perché si viene a contattare il meraviglioso racchiuso in noi, ma anche quelle paure ancestrali che, grazie al gesto pittorico, vengono sublimate. Rifugiarsi nei proprî mondi sommersi, tanti sono gli abissi del proprio “io”, corrisponde all’atto molto energico di dare vita alla parte più vera di se stessi, è una nascita, o meglio ogni volta che Barbara Ghisi si pone davanti ad una tela è una ri-nascita. Il principio femminile ha, perciò, il sopravvento nel suo operato.
La scelta di rappresentare i fondali marini è emblematica. E’ l’informe, il caos che dentro di noi assume un suo ordine ed un suo corpo in un movimento senza fine.
Il mare è “l’anima mundi”, l’insondabile della vita che deve essere attraversato per conseguire la saggezza. E’ il viaggio iniziatico che, dopo aver superato le prove incontrate, porta alla scoperta più sensazionale che esista: quella di se stessi.
Gli Accadi associavano l’acqua alla saggezza. Il mondo aveva origine dall’acqua dolce Apsu e dall’acqua salata Tiamat, che insieme simboleggiano le forze primordiali delle acque nel dare la vita: l’origine di tutto. Fondali marini ammirati durante i suoi viaggi le cui immagini si fondano con forme e colori già contenuti nell’animo. Non si coglie più il limite fra il vissuto dell’azione e quello dell’inconscio. In molte etnìe dell’ Africa sub-sahariana si pensa che ciò che avviene in sogno sia realmente accaduto, perché la realtà non si può scindere, è tutt’una. Questo avviene nelle rappresentazioni della Ghisi.
Il discorso si estende alla resa delle onde, acqua in costante movimento che tutto ribalta, sommerge e rinnova. Non c’è la ricerca di restituire in modo calligrafico questo elemento marittimo.
A differenza dell’onda di Courbet, ci troviamo di fronte ad una manifestazione più onirica, affine come sensibilità alle onde della pittura romantica soprattutto francese e tedesca, dati naturali nei
quali l’artista proiettava tutto se stesso. Nel configurare l’immagine di tutti gli elementi appartenenti al mondo marino, la Ghisi inizia con una delineazione piuttosto naturale dei soggetti presi in
considerazione, per stemperare via via la sua gestualità verso l’astrazione. Questo procedimento, la scelta di colori luminosi, sono la risultanza di un’espressione estatica, frutto di una rielaborazione profonda di una percezione emotiva del dato visivo.
Le immagini degli atolli sotto i quali compaiono i fondali marini quali mondi sommersi, è chiaramente allusiva delle realtà parallele che vengono vissute. Una pioniera di mondi sconosciuti
o forse scoperti e poi scomparsi o mai esistiti, come le antiche civiltà di Atlantide e di Lemuria. La ricerca di conoscerli, comprenderli non è altro che la volontà di contattare le proprie origini,
il filo sottile che ci lega all’intero universo. Rappresentazione di quello che si è già sperimentato, ma anche di quello che si vive soltanto nel pensiero e nelle sensazioni; il confine è molto labile.
E’ quella porzione di “terra di nessuno”, di cui un piccolo segmento segreto appartiene a ciascuno degli esseri; è l’unico luogo incontaminato del quale soltanto il singolo ha familiarità.
Se il mondo al confine del reale che l’individuo contiene è infinito, ne consegue la scelta di esprimersi attraverso grandi formati e pigmenti brillanti, carichi di energìa.
La tecnica preferita è mista. All’uso delle resine catalizzate che si fondono con il colore ad olio, si aggiungono delle carte veline stropicciate, foglie, conchiglie e piastrine di vetro che proiettano una luce mai naturale, ma dell’anima.
Immergersi, esperire, per poi risalire alle terre emerse, è un atto catartico. Dopo essersi rigenerata nelle proprie acque, l’artista può rappresentare dei paesaggi e dei ritratti di persone e di
animali, ma sempre, come nella raffigurazioni dei fondali marini e dei mondi sommersi, vivificandole in una luce innaturale appartenente ad un’altra dimensione.
Ne consegue che, se anche il tratto è preciso, elaborato, corrispondente al dato visivo, l’esito cromatico, invece, assume una sua valenza psichedelica, incandescente, non terrena.
 

  • Leggere è volare 2
  • Omaggio ad Anna Frank
  • Nefertiti
  • Il cigno, 2009.
  • Leggere è volare
  • Omaggio a Herman Melville, Moby Dick. 2012.

Commenti sulle opere di Barbara Ghisi:

 Complimenti per le tue sculture...sn molto belle!!!

 


commento di Alemar sull'opera Nefertiti - domenica 16 settembre 2012 alle ore 18:17

Originale, bella......


commento di Intarsiatore sull'opera Omaggio a Herman Melville, Moby Dick. 2012. - mercoledì 26 settembre 2012 alle ore 17:26

Brava Barbara. Sei riuscita dove io nonostante diversi maldestri tentativi ho miseramente fallito. Invece il tuo lavoro nonostante risulti la copia di un opera molto conosciuta, conserva un tocco molto personale. :-)


commento di Andrea Cicconi sull'opera Nefertiti - martedì 09 ottobre 2012 alle ore 18:01

molto particolare.


commento di Naif sull'opera Il cigno, 2009. - giovedì 08 novembre 2012 alle ore 22:20
stilizzato in maniera perfetta e coglie perfettamente l'inizio di un volo complimenti Lillo Magro
commento di Lillomagro sull'opera Il cigno, 2009. - martedì 09 agosto 2016 alle ore 09:33

 Cara Barbara, complimenti per le tue opere...soprattutto questa che

sottolinea la storia di Anna Frank ....bisogna ricordare quello che la

Storia ha creato e gli orrori dello sterminio...

Cordialmente e brava per i tuoi lavori.

Antonio Lucio Rudy Lacquaniti.


commento di Antonio Lacquaniti sull'opera Omaggio ad Anna Frank - giovedì 20 aprile 2017 alle ore 15:26
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