Diego Totis

Diego Totis Diego Totis
Moruzzo (UD)

Iscritto dal
09/04/2009
Categoria: Altro

Opere inserite: 22

Visualizzazioni profilo: 6208

Voti ricevuti: 154 Chi ha votato?


Data di nascita: 02/01/1961
Residenza: Moruzzo - UD
Telefono: 3381055710


Nato il 2 gennaio 1961 vivo e lavoro a Moruzzo (Ud).
Di mestiere faccio l' artigiano edile 
Non ho nessun titolo di studio in campo artistico; ho studiato storia dell' arte per interesse personale.
Ho cominciato a produrre opere per passione ,con una tecnica penso unica e personale ,incontrando il favore critico di amici e conoscenti , ciò mi ha spinto ad esporre le mie produzioni su qualche galleria online. Grazie per l' ospitalità ai responsabili di questo sito ma soprattutto grazie a tutti quelli che mi hanno incoraggiato votandomi.

   Diego

 

 

Appena nato mi hanno detto che per essere “normali” bisognava definire tutto: definire chi si è, cosa si fa, dove si vive, il buono e il cattivo, il bello ed il brutto…, di me hanno detto che ero un tubetto di dentrificio. Boh!  Eppure io, nel mio intimo, sentivo di essere tutt’altro, ma ero un tubetto ubbidiente e fiducioso quindi ho creduto loro. Mi hanno riempito di qualcosa e poi, continuamente, mi hanno strizzato, schiacciato, arrotolato, ma io sempre di più sentivo che non ero nato solo per quello. Crescendo ho anche cominciato a pensare che forse non avevano così ragione, forse le definizioni che mi avevano insegnato a rispettare erano solo prigioni dove mettere tutto e tutti per poterne avere un maggior controllo. Il tempo passava e io ero sempre più strizzato e triste, alla fine mi hanno buttato nell’immondizia definendomi: inutile, vuoto, da eliminare.


Poi è arrivato Diego e lui, che intanto aveva imparato a non credere alla limitazione delle definizioni, mi ha considerato semplicemente un Elemento attraverso il quale poter raccontare qualcosa e così mi ha portato a casa sua insieme ad altre “definizioni” come me e ci ha fatto diventare un’opera d’arte


Che sia la dimostrazione di quanto sia importante imparare a vedere le cose che ci circondano senza pregiudizi, senza classificazioni precostituite, ma di come invece si debba indagarle nella loro profondità, non fermandoci solo all’apparenza?

                                                           Emanuela Moro

 

 

Pozzuolo 10/09/2016

 

 

Dall’inizio del secolo XX l’attenzione per il rifiuto muta a seconda della circostanza in cui l’opera viene creata. Per questa ragione si dà particolare rilievo al pensiero degli stessi artisti, in quanto lo si ritiene fondamentale per entrare meglio nelle ragioni di tale utilizzo. Ripercorrere fugacemente la strada dell’impiego del rifiuto e del materiale inusitato fin da quando è apparso nelle opere d’arte degli artisti contemporanei, ci aiuterà a comprendere meglio il lavoro dell’artista Diego Totis. Le correnti artistiche che subito meritano essere citate sono: ready made, new dada, nouveau realisme e arte povera. Tutto questo nasce negli stessi anni in cui nasce la psicoanalisi: l’oggetto rifiutato assume un valore simbolico sempre più forte. L’attuale corrente contemporanea, la Trash ART, offre lo spazio al rifiuto come protagonista e ha il compito di recuperare i residui della società dei consumi, li salva dalla scomparsa e dall’inceneritore e li sublima in opere d’arte. Attraverso l’arte di Totis i rifiuti vengono nobilitati dall’interpretazione creativa e ne sovverte la loro storia passata assumendo nuovi significati, i rifiuti acquistano così un linguaggio espressivo universale trasformandosi nuovamente in prodotti destinati a durare nel tempo. Le opere create così fanno degli oggetti del riciclo paladini di un’estetica che si basa sull’aggregazione plastica e creativa delle scorie urbane, resti della città industrializzata e soprattutto dell’attività umana quotidiana. I rifiuti così divengono portatori di un significato sociale allargato, dal valore comunicativo e divulgativo.

Ciò che Totis vede è il bello che c’è negli oggetti che la comunità butta e rinnega, oltre ciò sono facili da reperire e attraverso loro denuncia lo spreco che deriva dallo spreco stesso. Le sue opere esse siano sculture o pittosculture sono accuratamente ricoperte da ciò che lui raccoglie e dispone con maestria, gusto e rigore anatomico nelle opere stesse. I materiali da lui usati, essi siano poliuretano per le sculture o le strutture accuratamente create in MDF per le pittosculture, sono leggermente sottodimensionati per consentire poi agli inserti, che verranno applicati, di riempire le curve e gli angoli e dare all’opera finale la corretta armonia attraverso un preciso calcolo delle proporzioni. Una volta inseriti gli oggetti selezionati essi vengono accuratamente ricoperti da pluristrati di carta e decorati infine con acrilico. Un ulteriore intento dell’artista è quello di mettere in ordine ciò che fa disordine. Il primo lavoro svolto da Totis fu una sorta di natura morta che andrà ad assumere nell’immediato un doppio significato, essendo stata ricoperta da oggetti di riciclo, quest’opera sarà perciò una natura morta su di una natura morta e rappresenterà la pochezza del momento attuale (calo morale e sociale). Forse proprio da quest’opera l’artista elabora la nuova ed attuale e personalissima poetica d’arte. La grande passione per i classici della letteratura greca con le metafore e morali legate alle figure dei protagonisti dei racconti vengono estrapolati dal nostro autore che ne farà una galleria figurata con linguaggio informale per le pittosculture e figurative invece per le sculture. Totis appunta in ogni creazione la perdita contemporanea del valore della morale. Le figure mitologiche ricoperte dei suoi oggetti da riciclo assumono e delineano la metafora contemporanea ed enunciano le lotte razziali attraverso la guerra bestiale tra i popoli. Le figure mitologiche racchiudono in se le nostre origini, ciò di più nobile che c’è nella storia dell’uomo, il vero valore della giustizia, della democrazia, del rispetto, la “coperta” di rifiuti contemporanei, che alludono alla pochezza del mondo attuale, ricopre invece le nobili origini con la speranza che esse prima o poi riescano nuovamente a prendere il sopravvento sulla ragione umana. I rifiuti saranno le uniche tracce del nostro tempo, l’eredità che daremo ai nostri figli.

Totis nel riciclo di oggetti caduti in disuso vede la bellezza come riflesso dell’idea assoluta, la “realia” è certamente quella che lo porta all’astrazione e dunque all’astrattismo della bellezza, senza una capacità di intervento nella realtà, perché nonostante la denunzia nulla cambia. L’intervento però vuole applicare e realizzare nella realtà il grande ideale.

Un esempio accattivante di metafora è il significato che viene dato all’opera Titanomachia che è una rivisitazione in chiave moderna di un fregio di un tempio. In questo fregio venivano rappresentati degli ,eroi mitici e Dei immortali di cui è andato perso il ricordo l’artista attraverso la metafora ci insegna che una volta scordati i miti resta solo spazzatura. Questo è un giro di pensiero che può essere anche associato all’attuale politica, i grandi politici non esistono più, quei politici con cultura e senso civico sono oramai un’utopia.

L’immondizia, che invece viene dorata come nell’opera La Veau d’Or, paragona le responsabilità dei potenti dell’epoca del romanticismo, alla mancanza di responsabilità dei potenti di oggi. Molte volte capita nella storia dell’uomo di adorare un Dio, esso sia una divinità o una cosa come il denaro, quest’abbaglio ci allontana dai valori veri della vita come: fratellanza, comprensione, solidarietà e pietà.

Un'altra opera emblematica nella galleria di Totis è una rivisitazione dell’opera del francese Theodore Gericault La zattera della Medusa, anche in quest’opera attualizzata al nostro tempo, l’artista trova la metafora e la contemporaneità del tema stesso e aggancia l’episodio alla questione della politica presente e ne denuncia i responsabili che ci hanno piano piano portato in questo disastro politico, economico, culturale e morale. La zattera rappresenta tutti noi sganciati dal traino e abbandonati ad una sorte incerta.

 

Così gli scenari della galleria artistica di Totis si arricchiscono mano mano di denunzie, speranze e agganci nobili letterari. Ogni opera ha bisogno di una descrizione, solo così si potrà apprezzare appieno il suo intrinseco messaggio e solo così si potrà giungere all’essenza pura dell’animo dell’artista stesso.

 

 

Raffaella Ferrari

 

Critico d’arte

  • "Fateci passare siamo umani"
  • Metamorphosis
  • TITANOMACHIA
  • Lapiti e Centauri  1
  • La zattera della Medusa
  • ELEGIA PER UN CONSUMATORE

Commenti sulle opere di Diego Totis:

si hai ragione noi adoriamo l'immondizia.......ma che sia l'immondizia ciò che ci fa piacere il mondo e che ci domina?

comunque mi piace il tuo lavoro!


commento di Raffaella sull'opera Le Veau D'Or 2009 - domenica 12 aprile 2009 alle ore 11:28

Hai perfettamente ragione, quando però la merda la scegliamo noi,non quando ci viene propinata come valore assoluto ed irrinunciabile.

Molte grazie  comunque per il tuo commento


commento di Diego Totis sull'opera Le Veau D'Or 2009 - domenica 12 aprile 2009 alle ore 13:53

Mi piace complimeti anche per quanto scritto....non vedo l'ora di vedere altre opere...

cocovel


commento di Cocovel sull'opera Le Veau D'Or 2009 - mercoledì 15 aprile 2009 alle ore 12:11

BELLO PECCATO VEDERLO COSI PICCOLO E NON POTER APPREZZARE I PARTICOLARI CIAO DONATOCA


commento di Donatoca sull'opera TITANOMACHIA - giovedì 16 aprile 2009 alle ore 22:39

grazie per il voto a "snow".Spero di vedere presto altre tue opere


commento di Tamburino sull'opera TITANOMACHIA - martedì 21 aprile 2009 alle ore 20:34

grazie del voto. Bella idea questa...unire materiali riciclati con i simboli del passato è perfetto per rappresentare la nostra vita moderna!


commento di Valentina Majer sull'opera Le Veau D'Or 2009 - mercoledì 06 maggio 2009 alle ore 08:51

La lotta tra i Lapiti,una popolazione mitica , ed i centauri è il soggetto sappresentato nelle metope del lato Sud del Partenone.Durante le nozze di Piritoo, Re dei Lapiti, un centauro tenta di rapire Deianira,la sposa; ne scaturisce una cruenta battaglia che termina con la vittoria dei Lapiti.Naturalmente è una metafora che rappresenta la lotta tra la razionalità e la bestialità.    Mi è sembrato interessante riproporre in chiave contemporanea queste opere usando materiali di scarto al posto del marmo pentelico.La metafora è sempre attuale: la Cultura,l'Arte contrapposti ai gipponi,i centri commerciali,i grandi fratelli ecc.......

                                                                          Diego


commento di Diego Totis sull'opera Lapiti e Centauri 1 - domenica 07 giugno 2009 alle ore 21:50

La lotta tra i Lapiti,una popolazione mitica , ed i centauri è il soggetto sappresentato nelle metope del lato Sud del Partenone.Durante le nozze di Piritoo, Re dei Lapiti, un centauro tenta di rapire Deianira,la sposa; ne scaturisce una cruenta battaglia che termina con la vittoria dei Lapiti.Naturalmente è una metafora che rappresenta la lotta tra la razionalità e la bestialità. Mi è sembrato interessante riproporre in chiave contemporanea queste opere usando materiali di scarto al posto del marmo pentelico.La metafora è sempre attuale: la Cultura,l'Arte contrapposti ai gipponi,i centri commerciali,i grandi fratelli ecc.......

Diego


commento di Diego Totis sull'opera Lapiti e Centauri 2 - domenica 07 giugno 2009 alle ore 21:52

Opera assai interessante, da contemplare dal vivo!

Il Pittore Aurelio Villanova


commento di Aurelio Villanova sull'opera TITANOMACHIA - mercoledì 08 luglio 2009 alle ore 12:13

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commento di Diego Totis sull'opera Le Veau D'Or 2009 - sabato 15 agosto 2009 alle ore 20:04

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commento di Diego Totis sull'opera Le Veau D'Or 2009 - sabato 15 agosto 2009 alle ore 20:05

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commento di Diego Totis sull'opera Le Veau D'Or 2009 - sabato 15 agosto 2009 alle ore 20:05

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commento di Diego Totis sull'opera Le Veau D'Or 2009 - sabato 15 agosto 2009 alle ore 20:06

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commento di Diego Totis sull'opera Le Veau D'Or 2009 - sabato 15 agosto 2009 alle ore 20:06

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commento di Diego Totis sull'opera Le Veau D'Or 2009 - sabato 15 agosto 2009 alle ore 20:06

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commento di Diego Totis sull'opera Le Veau D'Or 2009 - sabato 15 agosto 2009 alle ore 20:06

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commento di Diego Totis sull'opera Le Veau D'Or 2009 - sabato 15 agosto 2009 alle ore 20:07

Caro DIEGO riuscire a rinnovare le tecniche vuol dire saper far  esprimere anche a materiali poveri forza e vigore

OPUS


commento di Opus sull'opera Lapiti e Centauri 1 - domenica 23 agosto 2009 alle ore 03:01

Quest'opera di Diego Totis é nel contempo astratta, figuarativa, classica, ed attualissima. ma ciò che massimamente conta: é bella!. Guido


commento di Guido Marra sull'opera TITANOMACHIA - sabato 29 agosto 2009 alle ore 18:09

La ringrazio per il voto .

Complimenti per le sue opere

Buona arte

Lunella


commento di Lunella sull'opera TITANOMACHIA - domenica 06 settembre 2009 alle ore 19:05

trovo la composizione perfetta e  ineccepibile, un ottima fattura piena di particolari. complimenti di nuovo.


commento di Marumaru70 sull'opera Lapiti e Centauri 1 - mercoledì 16 settembre 2009 alle ore 20:02

mi piacciono molto le sue sculture ma più di ogni altra cosa ho apprezzato moltissimo il significato delle sue metafore,l'utilizzo dei materiali di scarto  e le contrapposizioni che lei vuole rappresentare. Complimenti... l'arte parla e spero che le sue opere siano per molti di noi spunto di riflessione .


commento di Serena C. sull'opera Lapiti e Centauri 2 - sabato 24 ottobre 2009 alle ore 23:19

Molto bella quest'opera.


commento di Elena sull'opera Le Veau D'Or 2009 - martedì 08 dicembre 2009 alle ore 00:31

Bellissimo!


commento di 8 sull'opera Le Veau D'Or 2009 - domenica 27 dicembre 2009 alle ore 17:41

COMPLIMENTI MOLTO BELLE UN SALUTO MAURI E GRAZIE DEL VOTO


commento di Mauri sull'opera Lapiti e Centauri 2 - martedì 23 marzo 2010 alle ore 22:04

Ciao Diego Grazie, anch'io penso di essere sulla strada giusta a volte! Mi perdo e poi mi ritrovo anche grazie ai riscontri positivi,metto tutto in discussione e con piccole e grandi rivoluzioni interiori ritrovo il cammino e la fiducia.                                                                 

Messaggio sopraffino il tuo ,una comunicazione di cultura, di studio; davvero interessanti i tuoi lavori,una chiave di lettura che invita a riflettere ed assorbire il messaggio.Buon lavoro 


commento di elena puca sull'opera Lapiti e Centauri 1 - mercoledì 24 marzo 2010 alle ore 16:06

ciao,grazie.Come và?Inserisci opere nuove?Ciao,AMèRICO


commento di Américo Di Gregorio sull'opera Lapiti e Centauri 2 - domenica 28 marzo 2010 alle ore 21:57

Interessanti tutte le tue opere: sembrano fatte con le creta.Hai mai provato questa materia? E' bellissima da manipolare: te lo dice una ceramista!

Un saluto

Silvia Wehrenfennig-Go


commento di Silvia Wehrenfennig sull'opera Euridice - giovedì 21 ottobre 2010 alle ore 09:38

Bravissimo


commento di Arcangelo Delfino sull'opera Le Veau D'Or 2009 - domenica 24 aprile 2011 alle ore 07:17

davvero bravissimo


commento di Arcangelo Delfino sull'opera Lapiti e Centauri 2 - domenica 24 aprile 2011 alle ore 07:18

Venduto

 


commento di Diego Totis sull'opera Lapiti e Centauri 2 - mercoledì 29 giugno 2011 alle ore 00:44

“ Fecero un vitello in Oreb e adorarono
un'immagine di metallo fuso;
 così sostituirono la gloria di Dio
con la figura d'un bue che mangia l'erba.
 Dimenticarono Dio, loro salvatore,
che aveva fatto cose grandi in Egitto,
 cose meravigliose nel paese di Cam,
cose tremende sul mar Rosso.”

Salmi 106:19-22

Abbiamo scordato la solidarietà, la comprensione,
la fratellanza, la pietà
per abbracciare un idolo

Abbiamo scambiato la nostra dignità,
i nostri ideali, la nostra intelligenza
con un feticcio luccicante

Abbiamo perso la nostra umanità
e guadagnato un mucchio di immondizia dorata.

Eravamo uomini.
Siamo consumatori.

 


commento di Diego Totis sull'opera Le Veau D'Or 2009 - domenica 03 luglio 2011 alle ore 00:35

“ Fecero un vitello in Oreb
e adorarono un'immagine di metallo fuso; 
così sostituirono la gloria di Dio
con la figura d'un bue che mangia l'erba.
 Dimenticarono Dio, loro salvatore,
che aveva fatto cose grandi in Egitto,
 cose meravigliose nel paese di Cam,
cose tremende sul mar Rosso.”
Salmi 106:19-22

Abbiamo scordato la solidarietà, la comprensione,
la fratellanza, la pietà
per abbracciare un idolo

Abbiamo scambiato la nostra dignità,
i nostri ideali, la nostra intelligenza
con un feticcio luccicante

Abbiamo perso la nostra umanità
e guadagnato un mucchio di immondizia dorata.

Eravamo uomini.
Siamo consumatori.


commento di Diego Totis sull'opera Le Veau D'Or 2009 - domenica 25 dicembre 2011 alle ore 12:16

 

La tragedia della zattera della Medusa che ha ispirato l'omonimo capolavoro del pittore francese Theodore Gericault prende spunto da un fatto realmente successo.
Nel giugno del 1816 la fregata francese Méduse parte dalla Francia diretta in Senegal.
Per un errore di valutazione del fondale dovuto all' incompetenza del comandante, il capitano Hugues Duroy de Chaumareys i cui unici meriti erano la nobiltà e la fedeltà al re, la nave si arena su un banco di sabbia al largo della Mauritania. Dopo vani tentativi per disincagliare la nave fu deciso di abbandonarla e di raggiungere la costa africana , distante 160 km.
Il 5 luglio partirono in quella direzione le sei lance di bordo trainando una zattera di fortuna, costruita con parti della fregata, che trasportava le 147 persone che non avevano trovato posto nelle barche.
Dopo pochi chilometri la zattera , per il peso delle persone, affondò parzialmente ed il cavo di traino si spezzò o venne tagliato di proposito.
Il capitano e gli altri passeggeri delle lance allora decisero di abbandonare la zattera al suo destino.
Venti persone morirono, o si suicidarono già la prima notte.
Al nono giorno, stremati dalla fame, i sopravvissuti si diedero al cannibalismo.
Il tredicesimo giorno, dopo che molti erano morti di fame o si erano gettati in mare per disperazione vennero raccolti dal brigantino Argus.
Sopravvissero 15 persone.
Al processo che ne seguì il comandante, che secondo le leggi del tempo rischiava la pena capitale, fu condannato a soli tre anni di prigione.

Mi ha letteralmente fulminato la facile metafora che nasce da questo fatto, accaduto quasi duecento anni fa, e l'attualità che ci circonda.

I responsabili che ci hanno portato in questo pantano politico, economico, culturale e morale hanno tagliato il cavo di traino e si stanno allontanando sulle scialuppe che li porteranno al sicuro.
Cominciamo già a guardarci tra noi con sospetto.
E con fame.


commento di Diego Totis sull'opera La zattera della Medusa - sabato 29 dicembre 2012 alle ore 22:27

 

La tragedia della zattera della Medusa che ha ispirato l'omonimo capolavoro del pittore francese Theodore Gericault prende spunto da un fatto realmente successo.
Nel giugno del 1816 la fregata francese Méduse parte dalla Francia diretta in Senegal.
Per un errore di valutazione del fondale dovuto all' incompetenza del comandante, il capitano Hugues Duroy de Chaumareys i cui unici meriti erano la nobiltà e la fedeltà al re, la nave si arena su un banco di sabbia al largo della Mauritania. Dopo vani tentativi per disincagliare la nave fu deciso di abbandonarla e di raggiungere la costa africana , distante 160 km.
Il 5 luglio partirono in quella direzione le sei lance di bordo trainando una zattera di fortuna, costruita con parti della fregata, che trasportava le 147 persone che non avevano trovato posto nelle barche.
Dopo pochi chilometri la zattera , per il peso delle persone, affondò parzialmente ed il cavo di traino si spezzò o venne tagliato di proposito.
Il capitano e gli altri passeggeri delle lance allora decisero di abbandonare la zattera al suo destino.
Venti persone morirono, o si suicidarono già la prima notte.
Al nono giorno, stremati dalla fame, i sopravvissuti si diedero al cannibalismo.
Il tredicesimo giorno, dopo che molti erano morti di fame o si erano gettati in mare per disperazione vennero raccolti dal brigantino Argus.
Sopravvissero 15 persone.
Al processo che ne seguì il comandante, che secondo le leggi del tempo rischiava la pena capitale, fu condannato a soli tre anni di prigione.

Mi ha letteralmente fulminato la facile metafora che nasce da questo fatto, accaduto quasi duecento anni fa, e l'attualità che ci circonda.

I responsabili che ci hanno portato in questo pantano politico, economico, culturale e morale hanno tagliato il cavo di traino e si stanno allontanando sulle scialuppe che li porteranno al sicuro.
Cominciamo già a guardarci tra noi con sospetto.
E con fame.


commento di Diego Totis sull'opera La zattera della Medusa / Gericault rivisitato - sabato 29 dicembre 2012 alle ore 22:34

 La fortuna di aver ereditato un enorme patrimonio di esperienze e sofferenze altrui, ma l'incapacità che ciclicamente si ripete per l'umanità, di non saperne fare tesoro. E così eccoci tutti sulla zattera.... Pam


commento di Aguiar sull'opera La zattera della Medusa / Gericault rivisitato - domenica 30 dicembre 2012 alle ore 00:14

questo lavoro dimosra che non sei soltanto un tubetto di dentifricio, oppure, se lo sei, che ti hanno riempito di valori ai quali stai attingendo: la zattera della Medusa è il più importante dipinto moderno, di stilo neoclassico, ma da esso è scaturito tutto uno stile nuovo,definito "romanticismo" che ha guidato l'arte (in senso globale) per un paio di secoli. il paragone che hai fatto sulle responsabilità dei potenti di allora, con la mancanza di responsabilità dei potenti di oggi conferma che il tubetto di dentifricio era stato riempito di acume e buon senso, tanto da carpire una metafora così "fulminante" per te, che mi augurerei lo divenisse anche per tutti coloro che a breve saranno chiamati ad una scadenza elettorale, gente di potere che ha tagliato il cavo di traino del bene comune per allontanarsi sulla barca personale che li porterà al BENE PRIVATO

bravo Diego, ben fatto il tuo "zatterone", tienilo a disposizione, perchè temo che, se non cambia qualcosa, ne avremo bisogno presto per fuggire da questo mondo di ladri.

gianca


commento di Gianca sull'opera La zattera della Medusa - domenica 30 dicembre 2012 alle ore 02:26

questo mi sembra più aderente all'originale.

gianca

 


commento di Gianca sull'opera La zattera della Medusa / Gericault rivisitato - domenica 30 dicembre 2012 alle ore 02:28

ancora complimenti per le tue opere mooolto originali!!ciao e buon lavoroo!


commento di 3mddi sull'opera Urbanizzazione celeste - martedì 08 gennaio 2013 alle ore 10:30

 L'altro è tratto dal disegno originale della zattera fatto dal cartografo di bordo, uno dei sopravissuti

 


commento di Diego Totis sull'opera La zattera della Medusa / Gericault rivisitato - domenica 15 marzo 2015 alle ore 18:14

                                                                                                                            “Contro la stupidità umana

nemmeno gli Dei

possono nulla”

Friedrich Schiller

 

 

La terra è il terzo pianeta, in ordine di distanza dal sole, del nostro sistema solare.

Ha un diametro di 12.750 km ed un età di circa 4,5 miliardi di anni.

E' un sistema perfetto ed equilibrato, offre paesaggi di una bellezza sconvolgente ed ospita

infinite specie vegetali ed animali.

Allo stato attuale della conoscenza umana

è l'unico pianeta

che ospita la vita dell'universo conosciuto .

Allo stato attuale della conoscenza umana

è il pianeta

più bello dell'universo conosciuto.

Con la nostra cecità,

la nostra cupidigia,

il nostro egoismo

stiamo facendo di tutto per distruggerlo.

Nessuno ci fermerà.

 

 


commento di Diego Totis sull'opera NEMMENO GLI DEI - martedì 02 giugno 2015 alle ore 23:38

                                                                                                                            “Contro la stupidità umana

nemmeno gli Dei

possono nulla”

Friedrich Schiller

 

 

La terra è il terzo pianeta, in ordine di distanza dal sole, del nostro sistema solare.

Ha un diametro di 12.750 km ed un età di circa 4,5 miliardi di anni.

E' un sistema perfetto ed equilibrato, offre paesaggi di una bellezza sconvolgente ed ospita

infinite specie vegetali ed animali.

Allo stato attuale della conoscenza umana

è l'unico pianeta

che ospita la vita dell'universo conosciuto .

Allo stato attuale della conoscenza umana

è il pianeta

più bello dell'universo conosciuto.

Con la nostra cecità,

la nostra cupidigia,

il nostro egoismo

stiamo facendo di tutto per distruggerlo.

Nessuno ci fermerà.

 

 


commento di Diego Totis sull'opera NEMMENO GLI DEI - martedì 02 giugno 2015 alle ore 23:40

 



La stirpe tutta dei Frigi alle porte si spinse,

per concedere alla propria vista l'agguato degli Argivi,

in pino montano levigato, rovina della Troade

Euripide, Le Troiane


Abbiamo abbattuto le Porte Scee per fare entrare

dentro la città l'infausto cavallo,

gravido di sventura.

Per il suo splendore ipnotico, sordi alle profezie,

immolammo l'antica saggezza.

Duramente paghiamo questo,

stranieri alla nostra terra, schiavi delle leggi

dettate da arroganti vincitori,

costretti a rinnegare l'equità,

a volgere l'occhio del compagno che cade

per arrivare a domani.

Ignari del nostro passato,

proni ai famelici conquistatori,

sotto il loro desco ci disputiamo le briciole,

abbagliati da un simulacro di niente.


commento di Diego Totis sull'opera ELEGIA PER UN CONSUMATORE - giovedì 11 giugno 2015 alle ore 11:40

 L'essenza del mio lavoro artistico può essere facilmente chiarito rispondendo alle domande che mi vengono poste più frequentemente da chi si trova davanti alle mie opere: perché la Grecia antica?

 

Perchè i rifiuti e non materiali più nobili ?

La democrazia, la filosofia, le arti, dalla scultura, all'architettura, al teatro fanno del periodo ellenico uno dei momenti più alti della nostra storia,

La Grecia è per tutti noi, per quel che abbiamo studiato o letto, per il nostro immaginario la culla della nostra civiltà, le nostre radici.

Nella cultura greca vi era una costante presenza del mito.

Gli eroi della guerra di Troia, gli Dei dell'Olimpo, creature fantastiche come fauni o centauri popolavano l'arte di quel periodo, naturalmente venivano usati come metafora, dietro i miti si celavano dei precetti morali e civili.

Molte metafore sono ancora attuali e possono essere adattate con facilità alla società moderna per denunciarne le contraddizioni e le storture che ,ricordo a tutti, è uno dei compiti dell'artista.

Per quanto riguarda la scelta di usare rifiuti e materiali di scarto c'è da dire che uno dei motivi è la grandissima disponibilità di materiale, facile a trovarsi , pronto all'uso e, cosa non da poco, gratuito.

Poi il fascino di scoprire la bellezza in cose che normalmente tutti gettiamo via, cose che nonostante siano state create per avere una vita effimera hanno dietro studi di designer, rispondono a dei canoni estetici, come dicevo prima sono già pronti, devo solo rivestire le loro forme con della carta incollata e dipingerli per ottenere l' effetto esteriore che mi serve in quel momento, per quell'opera.

Ma l'anima vera dell'opera rimane il rifiuto.

Il rifiuto che diventa metafora dell'imbarbarimento morale, culturale e civile che vediamo intorno a noi.

Non riesco a vedere nel bronzo o nel marmo il fascino e le potenzialità estetiche che vedo nei materiali di scarto.

 


commento di Diego Totis sull'opera Metamorphosis - domenica 23 ottobre 2016 alle ore 23:41
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