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IL SILENZIO DELLA NEVE (Mario Gianquitto)

IL SILENZIO DELLA NEVE

  • Titolo: IL SILENZIO DELLA NEVE
  • Genere: Pittura
  • Tecnica: Tecnica mista
  • Misure: 70x50
  • Descrizione: Figure femminili, che pur vivendo epoche lontane e inconciliabili soffrono del mistero irrisolto dell’incomunicabilità.
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Commenti sull'opera IL SILENZIO DELLA NEVE:

 Il concetto di “donna” nello scenario dell’arte di Mario Gianquitto propone ed esplode con lungimiranza e ci rende testimoni di qualcosa di nuovo e radicale. Attraverso meccanismi inesplicabili che hanno generato l’opera “Il silenzio della neve” l’osservatore si trova a dover comprendere ed interpretare una visione nuova e spiazzante.  

Figure femminili, che pur vivendo epoche lontane e inconciliabili soffrono del mistero irrisolto dell’incomunicabilità, l’artista tende sempre con sensibile razionalità a proteggere la donna, la sua è un’acrobazia senza rete che sottolinea l’aridità dell’uomo.  

 La pittura di Mario Gianquitto complessa ed intellettuale non è per tutti, spesso ostica ma dallo spessore di fascino e contenuti sui quali il fruitore s’indugia, dietro i quali cerca una realtà tangibile. Le due donne cercano un riempitivo fisico e spirituale alle loro vite in un viaggio nel tempo, dentro le passioni. In un paesaggio innevato, dal cielo plumbeo sembra siano le sole a salvarsi dal grigiore e dalla mediocrità. Quello dell’artista non è amore interamente pensato, ma profondo, ricreare con il colore, le forme, la postura del corpo lo spirito rinascimentale di dame e cavalieri e strettamente a contatto materializzare l’essenza della modernità. tutta nello sguardo disincantato e il vezzoso gesto di sollevare la gonna. L’opera  accoglie l’osservatore facendolo entrare nella sua intimità, ponendolo all’interno della riflessione estetica dell’eterno e dell’immutabile. Nel realismo contemporaneo di Mario Gianquitto c’è il fascino della sorpresa, della peculiarità delle immagini la cui prerogativa è   ricerca dell’istante in cui cogliere la sostanza della   femminilità.

Le due figure nell’armonia dei gesti, tra panneggi di seta, broccati, merletti,   conservano la nobiltà primitiva della loro anima in fusione con la coltre di neve, soffice, bianchissima, flusso ininterrotto di riflessioni, metafora irrealizzabile di quiete per coprire i rumori del mondo.

 


postato da Mario Gianquitto - giovedì 30 agosto 2012 alle ore 17:10

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