Commenti sull'opera Vedo smerciare miele di vipera, agito braccia di carta che il vento disperde.:

complimenti davvero belli


postato da Frazzo - lunedì 05 ottobre 2009 alle ore 13:23

www.libreriauniversitaria.it/libri-autore_davanzo+sergio-sergio_davanzo.htm


postato da Sergio Davanzo - martedì 06 ottobre 2009 alle ore 09:07

Quarta-feira, 8 de Julho de 2009
Due Occhi Rossi

I

Due occhi rossi,
disteso, schiacciato
sul lenzuolo d'asfalto;
segnato il decesso:
negro,
forse del Transvaal,
un nodo, un fagotto,
e via, come pacco di spesa.
Solo un grappolo fermo,
poche mani, nere d'inchiostro
a spostare quell'aria.
Muovemmo le spalle
non i pensieri
infiammando di pugni le tasche.

II

Isole verdi
isole a celle
isole d'azzurro e delfini,
ombre increspate da salti di mare;
uno scendere piano le scale
verso i confini del fondo:
ricordi di Tanga
di Rudolph, gonfio di morte,
lungo, in quella piroga,
le scarpe a tracolla,
il fegato in mano;
tirava sul prezzo un vecchio stregone.

III

Un tramonto continuò col fuoco sul ferro,
si prese una voce:
nessuno lo vide,
calata sul collo la maschera vinta,
gettare nel gorgo
la croce del sud
e polmoni al petrolio
e guardie di notte
e coste
e rotte
e solchi sul viso pieni di sale
e il coraggio, per prati del fondo.
L'ultimo grido è un muovere d'alghe.

IV

Sopra un monte di sale
rema una barca piena d'occhi:
rossi d'asfalto, di Rudolph e di altri tra l'onde,
non un porto l'accoglie col nylon.
Non esistono banchine per sbarcare la morte.
Ho liberato da rami e da foglie
soffiando tra il bosco, dopo ogni tempesta,
una fossa, piena di vermi,
di bocche i Costa d'Avorio,
di teste nere tese ad affumicare,
di secchiate di nafta,
di mani che spingono il giorno,
di becchini con vanghe dal tocco di Mida,
di gambe di donna bagnate di mare.

Ho consumato tre legni spostando gocce nell'acqua,
la prora violenta i miei mari tra tonfi,
aliti di vento non gonfiano una vela,
...e uno sta sempre seduto a guardare.
grito de sergio davanzo


postato da Sergio Davanzo - martedì 06 ottobre 2009 alle ore 16:19

bellissimo sei completo pittore , artista poeta. I tuoi quadri mi danno emozioni  particolari

ed è questo che deve arrivare ad una persona. La  stessa cosa con la musica, da una vita canto e quando la voce riesce a trasmettere forti emozioni hai vinto , perche' non bastano i critici per elogiarti ma la cosa piu importante e la gente comune che ti deve apprezzare, a me personalmente è sempre interessato questo.

A presto Sergio

                       Samirè


postato da Samire' - venerdì 09 ottobre 2009 alle ore 06:45

generalmente accompagno questo quadro con quest'altro pezzo:

silenciosulfurico.blogspot.com/2009/07/25-aprile-1974-laltra-riva-del-tago.html

silenciosulfurico.blogspot.com/2009/07/we-menblowing-in-wind.html


postato da Sergio Davanzo - venerdì 09 ottobre 2009 alle ore 23:03

stores.lulu.com/sergio1davanzo


postato da Sergio Davanzo - venerdì 09 ottobre 2009 alle ore 23:37

Molto bello. Veramente potente nella sua forza espressiva!


postato da Puster - sabato 10 ottobre 2009 alle ore 14:28

Io credo che non ci siano schemi fissi-

Il rapporto con le cose e gli avvenimenti che ci circondano con le sue proiezioni sul futuro, l'artista lo traduce secondo le proprie necessità. Quando anche la denuncia diventa una bufala solo per la visibilità o tendenza, l'artista dovrebbe osservare in primis, cosa realmente 'manca' al tessuto sociale e, se sono le forze primigenie quelle che sono venute a mancare, cerca il recupero attraverso alla propria sensibilità e non gliene può importar di meno delle correnti o la ricerca di tendenza.

Le ricerche le esegue sulla base della propria sensibilità ed esigenza. Sicuramente ha il coraggio anche di andare contro tendenza perché non è detto che quello che serviva in una certa epoca anche in termini di provocazione, possa servire in un'altra, dove tutto , anche la provocazione è diventata strumentale al profitto. Non ho mai visto artisti di popoli repressi esprimersi solo sulla denuncia , ma sicuramente più spesso attraverso il sogno o alle proprie esigenze interiori , unica forma di libertà ancora gestibile : il proprio mondo interiore e le proprie visioni da contrapporre ad un mondo a cui tutto questo è stato negato.

La vera trasgressività dell'artista contemporaneo è il recupero di se stesso e di tutto ciò si è fatto scempio, poetica compresa.

Va da sé che, forse oggi, gli artisti più credibili in toto rimangono i bambini con queste caratteristiche
e gli artisti 'out'.

I primi con un vissuto troppo corto per essere definiti tali in maniera completa e gli altri, emarginati in quanto veramente 'liberi' e quindi non commerciabili e strumentalizzabili, se mai schiavi solo delle loro ossessioni, ma sicuramente non, rispetto alla loro libertà espressiva

Io credo non ci siano confini nell'arte : purché sia arte .

Ognuno usa il veicolo espressivo che più gli è congeniale. Considerando che questo ioArte è interessante proprio per i quesiti che pone per i confronti che dovrebbero arricchire proprio per le diversità di pensiero e non certo per polemica sterile (sempre meglio chiarire nel virtuale:). Credo che, chi usa la materia proprio come "piacere" della materia nella sua fisicità e il "colore" come impasto proprio per ottenere determinate vibrazioni cromatiche, difficilmente userà mai un pantone digitale se la sua ricerca ed esigenza si esprime con quelle caratteristiche ...

Uno può darsi al digitale per altri aspetti altrettanto intriganti, ma sicuramente diversi. Come non credo che sia un 'espressione nuova né la pittura né il digitale anche perché quest'ultimo si usura più velocemente nei programmi che vengono sostituiti con la velocità della luce.

Per quanto riguarda le diverse culture ben vengano, ma ho il sospetto che una cultura che si sviluppa da noi o in Spagna, in America in Bielorussia, Russia o nella profonda Africa , per quanto si facciano contaminare ,non dobbiamo dimenticare che ognuna di loro ha radici profondamente diverse che non si possono sostituire o dimenticare.

 

Dovrebbe essere anche significativo , quanto ci portiamo dentro radici, gusti e quant'altro che ci influenzano nella scelta delle preferenze.
Di solito i lavori preferiti sono quelli che corrispondono ai nostri canoni estetici e di gusto personale, cosa che in arte non dovrebbe mai succedere.

In maniera istintiva può piacere di più un lavoro simile ai nostri gusti personali, ma l'arte potrebbe anche trovarsi in opere che come gusto non rientrano nelle nostre preferenze, ma sicuramente in canoni artistici. Ho la sensazione che questo sia uno sbaglio che facciamo un po' tutti....sia ' perché viene naturale e perché, a volte .dimostra anche quanto siamo presi da noi stessi, senza riuscire ad entrare umilmente nei lavori di altri.
Con tutto il pieno rispetto, per chi fà figurativo "classico"..secondo il mio modesto parere,il massimo per esprimere "il senso della vita, lo stato delle cose, il divenire dell'uomo, oggi", è l'informale, il materico, il figurativo "essenziale" ....usando la materia....tutta la materia,lo scarto, si può rappresentare, ...cosa meglio di un vecchio cartone ingiallito dal tempo, gettato per strada, indifferente a chiunque, può rappresentare la situazione di molti esseri umani del nostro pianeta..non importa se nell'opera non esiste una smorfia sul volto o le mani che sorreggono uno sguardo vuoto....basta vedere quei "rifiuti" per strada...per capire dove è arrivato l'uomo...in un mondo in cui tutto si può abbandonare, distuggere....tanto si "rifà"...no!, si stanno spengendo i valori, i sentimenti, che valgono più dell'oro, giallo o nero che sia....scusate se mi esprimo in questo modo, forse sembrerò arrogante, ma chi mi conosce dal vero...sa che non lo sono...sono solo sanguigno...sincero..."ignorante" artisticamente parlando...ma UOMO!! inteso naturalmente come essere umano...ciao a tutti


 


postato da Sergio Davanzo - martedì 13 ottobre 2009 alle ore 11:21

Frammento

vedo smerciare
miele di vipera
per le strade.
Agito braccia di carta
che il vento disperde,
bocche cariate deridono
i miei abiti di clown,
in questo proscenio
di morti.
 


postato da Sergio Davanzo - martedì 13 ottobre 2009 alle ore 14:22

Complimenti per le tue "macchie" che parlano e dicono poesie!


postato da Caterina Spinozzi - domenica 18 ottobre 2009 alle ore 19:30

Molto raffinato!


postato da Cesare - lunedì 19 ottobre 2009 alle ore 00:16

Veramente bello, mi sembra il Cristo di Rio de Janeiro.


postato da Mah...! - lunedì 19 ottobre 2009 alle ore 15:04

Molto bella questa tua opera. Mi piacerebbe conoscere anche la tecnica. Si, si tende a snobbare un pò il figurativo, ma, rispetto a quello che dici, che "il senso della vita e lo stato delle cose" si rappresentano di più con l' informale, io credo che dipenda dal sentire personale di ognuno; il figurativo a volte è interessante per quello che si esprime dietro alla figura in sè, per quello, sentimento o emozione, che evoca l' immagine, A me personalmente parla di più il figurativo, ma dipende dal sentire di ognuno.


postato da Stefania Cattapan - lunedì 19 ottobre 2009 alle ore 18:34

silenciosulfurico.blogspot.com/2009/07/frammento.html


postato da Sergio Davanzo - martedì 20 ottobre 2009 alle ore 11:24

"la prora violenta i miei mari tra tonfi,
aliti di vento non gonfiano una vela,
...e uno sta sempre seduto a guardare. "

Molto bello sia il pezzo che poetico che quello pittorico.


postato da Vince - martedì 20 ottobre 2009 alle ore 11:28

Concordo con Vince: "Molto bello sia il pezzo che poetico che quello pittorico."


postato da Rotcko - martedì 20 ottobre 2009 alle ore 11:33

grande pezzo questo Sergio: Mi piace lo smembramento dell'uomo/manichino all'azione del vento.


postato da Erica - martedì 20 ottobre 2009 alle ore 18:45

Questo quadro rende proprio bene l'idea dell'impotenza della ragione rispetto alla cattiveria del mondo.


postato da Rauschenberg - martedì 20 ottobre 2009 alle ore 19:22

Dimenticavo: bella l'idea di rappresentare il problema con uno spaventapasseri simbolo assodato dell'impotenza!


postato da Rauschenberg - martedì 20 ottobre 2009 alle ore 19:24

Rauschenberg il fatto che tu abbia scelto come nick name il grande pittore inventore unitamente a Jasper Johns della Pop Art credo non sia casuale.

Qual'era il pensiero dominante del tuo grande omonimo?

"Rauschenberg esplora il proprio mondo artistico non limitandosi alla sola pittura. All'interno delle sue composizioni introduce elementi materici, oggetti, addirittura animali impagliati, operando una fusione fra questi e la pittura alla quale non rinuncia mai. Il nome che l'artista dà alla sua personale unione fra oggetti, cose materiali, quotidiane e pittura è combine-paintings, ossia pitture combinate."

Molto umilmente e con le debite distanze e proporzioni io ho cercato di fare una "combine-paintings" unendo poesia e pittura. Essendo entrambe mie sono certo di non rischiare di offendere il poeta. Quanto sia riuscita la combinazione non mi è dato di sapere se non attraverso il vostro giudizio di fruitori....volevo rimarcare un dato: Il fondo è stato lasciato volutamente incompiuto....forse ottimismo?


postato da Sergio Davanzo - martedì 20 ottobre 2009 alle ore 19:47

Anche questo spaventapasseri consumato dal vento è molto bello.


postato da Liza - mercoledì 21 ottobre 2009 alle ore 15:43

Sergio Davanzo. Esprime con forza i propri pensieri. Coccola con tenerezza i propri sogni. Ti mostra parti insospettate e inattese di sè, a volte svelandole per gradi, a volte ostentandole all’improvviso, provocando, beffardo. Davanzo dipinge. Una combinazione irrisolta di motivazioni lo spingono ogni volta. Per bisogno. Per voglia. Per gioco. Per dovere. Molti dei suoi quadri sono figli di una forte necessità comunicativa. La necessità di trascendere i limiti delle parole, delle dimensioni spazio-temporali, delle forme codificate, creandone di nuove, più belle, più intense, e dare così rinnovata voce a pensieri profondi, complessi. Ci sono poi i lavori che nascono dal semplice desiderio di lasciarsi andare alla più poetica evocazione di immagini e suggestioni viste e vissute. Essa sfocia poi nella compiaciuta ricerca di complicità di chi guarda e prova, e sente, e, sentendo, rivive. Il risultato è una sorprendente gamma di aperture e contaminazioni sinestetiche, cromatiche e materiche. Nel modus operandi di questo artista spesso un pensiero diventa tematica. Si espande. Definisce in maniera autonoma e prepotente i propri leit motive. Li varia, li allarga, li propone nelle più accattivanti sfumature, per poi gonfiarsi al massimo e, finalmente esplodere, esausto. Finito. Risolto. Perciò i quadri di Sergio sono per lo più contestualizzabili in gruppi. seguono cioè un filone comune fino a prosciugarlo. A volte però l’artista dalla conclusione di una linea ispirativa ne ha già tratte diverse altre. A volte lascia passare del tempo prima di permettere a nuovi tratti di catturare il suo istinto. E il suo pennello. Questo è Sergio Davanzo che dipinge. I suoi soggetti sono vari, disparati. Molto vuole raccontare. I volti, le voci del passato e del presente, i luoghi che lo hanno visto iniziare il suo percorso di uomo e di artista. Il cane. La famiglia. Coloro che se ne sono andati, coloro che verranno. Una ruga sulla fronte. Il sibilo di un tornio in officina. Un caleidoscopio minimalista di immagini, momenti epifanici, che sergio trasporta su tela. Che, se necessario, trasporta, come è solito dire “nello spazio”. E sicuramente i titoli creativi e fantasiosi che Sergio Davanzo affianca ai dipinti, fanno parte di questo modo semiserio di vivere e concepire le proprie necessità. Deliziosi, spesso fortemente ironici, stupiscono, per poi lasciarti addosso una scia di riflessione, che ti stuzzica come l’aroma del rum nel gusto di un dolce appena sfornato. Di cui Sergio, provetto “chef de rangue”, ha scritto e realizzato la ricetta apposta per te.


postato da Sole - giovedì 22 ottobre 2009 alle ore 12:37

"Perciò i quadri di Sergio sono per lo più contestualizzabili in gruppi. seguono cioè un filone comune fino a prosciugarlo."

Bellissimo questo dripping figurativo


postato da Duchamp - mercoledì 28 ottobre 2009 alle ore 23:24

grazie a tutti per i commenti ricevuti


postato da Sergio Davanzo - mercoledì 28 ottobre 2009 alle ore 23:30

Bellissima poesia, molto attuale e grande raffigurazione in pittura dei versi.


postato da Berta - giovedì 29 ottobre 2009 alle ore 18:27

Un lavoro bellissimo!


postato da 8 - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 18:54

Ti ringrazio per il tuo commento "8".


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 18:59

Questo quadro m'interssa molto: è in vendita?


postato da Director - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:03

Ti ringrazio molto "Director" ma al momento no, mi serve per alcune mostre, grazie molte, comunque.


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:06

La verità è sempre quella,
la cattiveria degli uomini
che ti abbassa
e ti costruisce un santuario di odio
dietro la porta socchiusa.
Ma l'amore della povera gente
brilla più di una qualsiasi filosofia.
Un povero ti dà tutto
e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.

Alda Merini, da "Terra d'amore"
 


postato da Vince - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:22

Grazie Vince, per aver postato questo pezzo della Marini!


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:24

His name is Sergio Davanzo. Strong in expressing his thoughts but tender in cuddling his dreams, he shows you unsuspected and unexpected aspects of his inner self. Sometimes he reveals them slowly, step by step; sometimes he shows them off abruptly, with a touch of challenging scoff. He paints. He paints because of an unsolved mixture of reasons. He paints because he needs to. Because he wants to. He paints to play. He paints because he has to paint.

Several of his works are the product of a deep need to communicate. The need to go beyond the limits of human words, beyond time and space, beyond conventional shapes with the aim of creating new and better ones, more intensely beautiful, giving thus voice to his inner and more complex thoughts.

Other works issue from Davanzo’s mere, instinctive wish to let himself go to the poetical evocation of images and feelings he has seen and lived. This inevitably pursues the connivance of his spectators, who can see and perceive his same sensations, deeply feel them and, by feeling, revive them. The result is an amazing range of ways and synaesthetical contaminations, both of colour and matter.

In Davanzo’s modus operandi often a single idea develops into a theme. It expands itself, defining autonomously its own leit motives. They are varied and widened, offered in their most flattering nuances. The original idea then swells to its utmost and, finally exhausted, it blows up. It is a definite resolution. Therefore Davanzo’s works, which follow a common vein until it is exhausted, can mainly be contextualized in groups. But, once he has finished with a vein of inspiration, sometimes the painter has already found in its ashes the beginning of several new ones. Sometimes he would rather wait before letting them catch his instinct and his paint-brush.

This is the process of painting for Sergio Davanzo. His subjects are various and different. He wants to tell as much as possible. The faces, the voices of past and present time, the places which have seen him growing both as a man and as an artist. His dog. His family. Those who have gone. Those who still have to come. A wrinkle on a forehead. The hissing of a lathe in a work shop. A minimal kaleidoscope of images, epiphanic moments which he fixes on his canvas. And which, if necessary, he moves, as he usually says “to the space”.

Certainly the imaginative titles he gives to his paintings are part of his seriocomic way of living and conceiving one’s necessities. They are delicious, often sharply ironic, and at first they astonish you, to let you eventually deal with a wake of reflection, whetting you as the back-taste of rum in a just baked cake, the recipe for which has been written and performed by Sergio Davanzo just for you.

Prof dott Maria Sole Politti
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:37

"Le tele di Davanzo vibrano, si impongono con lo stridore delle pennellate, con le barricate cromatiche da cui fuoriescono filamenti elettrici che guizzano e avvolgono, creando una fitta e mutevole rete di energia. Nelle sue opere istinto e ragione rinunciano all'eterna lotta, per dar vita ad un dialogo serrato: il colore si tende nella spontaneità del gesto, si difende entro grumi di materia, si assottiglia ed incede leggero frammentandosi secondo ritmi musicali. Viene impastoiato, fatto fluire e nuovamente convogliato, cristallizzato e gocciolato, alleggerito e spinto oltre i confini del supporto per cercare nuove espressioni comunicative."

Prof. Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:46

" Las lonas de Davanzo envían vibraciones. Ellos se imponen con el chillar del golpes de pincel, con las barricadas cromáticas de lo cual evitan filamentos eléctricos que tiemblan y ellos enrollan la creación de un dolor agudo y la red mutable de energía. En su instinto de trabajos y razón abdican la lucha eterna para dar la vida a un diálogo cerrado: el color se extiende en la espontaneidad del gesto, esto se defiende en los grupos de material, esto cultiva incede delgado(fino) y ligero(de luz) la fragmentación sí mismo según ritmos musicales. Es encadenado, hecho para fluir y otra vez llevado, cristalizado y goteó, aliviado e inclinó sobre los confinamientos del apoyo a buscar nuevas expresiones comunicativas. "

Prof Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:53

C’è una prometeica forza nelle opere di Sergio Davanzo che riconduce, con la certezza del segno e lo schiaffo del colore, ad un confronto con la realtà che non conosce compromessi o debolezze.
L’artista non abbassa lo sguardo e davanti all’esistenza egli si assume il diritto di dichiarare la verità. Lo fa attraverso un linguaggio visivo essenziale, sintetico, corrosivo, violento, titanico, provocatore. Usa la titolazione dei suoi quadri come dei tazebao: sono verdetti che illuminano, parole che possono essere incipit quanto sentenza lapidaria su un argomento che la tela sintetizza in linee di immediata intuizione, con un uso dirompente dell’elemento cromatico, con tinte che acquistano voce. Davanzo riesce a far riecheggiare nel movimento dei suoi quadri le vibranti intensità del paradosso creativo, in bilico tra ragione e gesto puro ed istintivo, folgorazioni che sono rivelazioni e universalità
 

Prof Fabio Favretto
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 23:58

Questo tuo dipinto, forse, è quello che mi entusiasmo di meno, però....


postato da 8 - mercoledì 25 novembre 2009 alle ore 12:22

 Ho avuto la fortuna di imbattermi in queste opere e di poter navigare nel tuo blog.
Artista...non c'è altra parola per descrivere la sua persona.
Per un ragazzo come me, potrebbe essere un serio esempio da seguire.
Le faccio i miei più sentiti complimenti!


postato da Francesco Agresti - mercoledì 30 giugno 2010 alle ore 14:29

Un bel compromesso tra figurativo ed estratto.


postato da Gio4x4fra - martedì 30 novembre 2010 alle ore 13:04

Il figurativo che non c'è ....definirei quest'opera ( un bel trucco rappresentativo)


postato da Pony - giovedì 02 dicembre 2010 alle ore 15:07

Che bello questo Cristo!


postato da Bi - giovedì 21 luglio 2011 alle ore 19:54

 Grazie Sergio, anche le tue opere sono molto belle.

 


postato da S.filioli - martedì 08 gennaio 2013 alle ore 16:48

 Grazie Severio!


postato da Sergio Davanzo - martedì 08 gennaio 2013 alle ore 18:45

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Tutte le opere di Sergio Davanzo

  • Calendario 2013
  • Ho dato fondo (parziale)
  • feelings & feelings (frammento)
  • Omaggio ai tubisti
  • Strada di Bagdad con mimosa
  • Manhattan vista dal Bronx
  • volo radente
  • Tributo a Gaudì (frammento)(vedere il link postato nei commenti)
  • KRAKEN
  • Omaggio ai Tubisti (Pressfitting) alias "Quando Dio spartiva le tette...io ero in bagno..."
  • Non è la luce del Merisi...ma in tempi di crisi....
  • La mia vita è un lungo lato di Bolina! ( ...ci sarà mai un lato in poppa con tangone...& tanga?)
  • Il futuro è roseo, il presente...un po' meno...
  • Vedo smerciare miele di vipera, agito braccia di carta che il vento disperde.
  • Omaggio ai Tubisti (Aisi 304)
  • Il Delinquente (Lulu.com Editore)
  • CROSSING (Lulu.com editore)
  • Pensavo fossi morto....
  • LA MAFIA E' SOLAMENTE UN INSETTO: PUOI SCHIACCIARLA!
  • Questa è una società che macina tutti i valori!
  • Ciao
  • Cattredale Unica nello Spazio
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  • Calendario 2010 Marzo
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  • Calendario 2010 (Lulu.com) http://www.lulu.com/product/calendario/2010-by-sergio-davanzo/5949551
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