Commenti sull'opera volo radente:

 Sempre molto curate le proporzioni e le combinazioni cromatiche, ..un attimo di apnea per poi cambiare quota. Luciano


postato da Luciano Valletta - sabato 05 settembre 2009 alle ore 14:35

Trovo incredibile, Maestro, come Lei sia riusciuto con l'uso di un solo colore, peraltro il grigio il colore più difficile per i pittori e quando riescono a trattarlo rivelano la loro grandezza, a creare tutte quelle diverse tonalità. L'alternanza del RAL 9902 con il 7044 con le sottolineature del 7013 sono veramente affascinanti. Tra le molte cose di questa sua tela, quello che mi colpisce è la profondità del paesaggio e lìimpatto con l'emozione della velocità. Un grande dipinto "museale"! Complimenti sinceri ed ammirati.


postato da Vince - sabato 05 settembre 2009 alle ore 14:54

meraviglioso....

sembrano  anime prostrate  e  disperse  che  vagano  nella  neve,ma  potrebbero  sembrare  anche  dei corvi  affamati,l'immaginazione  può  spaziare  e  vedere  ciò  che  il  proprio inconscio suggerisce....

è  spettacolare!

cris


postato da Cristina De Biasio - venerdì 11 settembre 2009 alle ore 19:40

Questa è un'opera straordinaria! sono molto interessata anche a questa.


postato da Vanna - lunedì 14 settembre 2009 alle ore 10:41

 

Oggi ho visto quest'opera dal vivo nella mostra di Tolmezzo: Bellissima!!!

Tutta la mostra è molto bella complimenti al gruppo "Blue Zone".


postato da Vince - sabato 19 settembre 2009 alle ore 18:10

Questo "volo radente" è incredibilmente bello. Riuscire ad esprimere: profondità, velocità e rendere quel "UFO" visibilmente a bassa quota...con solo degli anonimi grigi... non molti riuscirebbero a farlo. Questo volo radente, per me significa una vita (quella dei più) a cui non è data la possibilità di "volare alto". Il concetto viene rafforzato con la scelta cromatica: molto credibile l'aver espresso il tema con questi grigi ( prealtro molti e molto curati nelle diverse zone del quadro). Immagino che non sia stato facile per te rinunciare ad esprimerti con i "primari brillanti". Onore al merito! e grazie per portare alla luce la "Vita di molti di noi". A chi non avesse capito... quell'UFO siamo noi!


postato da Alex Lavaroni - domenica 20 settembre 2009 alle ore 12:01

Molto, ma molto bello!


postato da Ciro Bonito - martedì 22 settembre 2009 alle ore 10:59

Come già affermato da altri sottolineo: il senso di velocità, e la profondità di un land scape post moderno. Affascinante nella sua complessa semplicità.


postato da Rissa - martedì 22 settembre 2009 alle ore 16:06

Non pensavo che mi potesse piacere un quadro come questo: tutto grigio. Mi sbagliavo evidentemente.


postato da Rotcko - martedì 22 settembre 2009 alle ore 22:04

Di quale umanità?

Cerco le mie radici
affondate non so dove,
conosco solo la sabbia,
mutevole,
senza forme definite
che soffoca lo zoccolo
della mia ragione;
ci sarà lo strato
che mi nutre?

 


postato da Sergio Davanzo - mercoledì 23 settembre 2009 alle ore 08:46

La bolla d'aria

Tronchi rinsecchiti,
rami contorti strappano brandelli dal mio corpo senza peso,
sbattendo immagini di vento
sulle palpebre succhiate.
Il rumore delle ossa divorate dal fuoco vecchio di tempo,
canta storie di naufraghi.
L'albatro non legge più il disegno della chiglia.
Suoni di risacca avvicinano la scogliera,
più vicino,
più forte...,
eccolo!...il fondo.
Alghe,

 

 

 

 

 

 


rocce che alzano veli aprono grotte,
ghignando avanza la verità tendendo i polsi...
allungo le dita...
le une artigliano solo le altre,
agguantano se stesse.
Spasimi immensi per poi dissolversi in arabeschi purulenti.
Ocra e murici veleni offendono trasparenze
a lungo violate.
- non mi bagno più: l'acqua è morta! -
ho sciolto in mare fusioni di nebbia.
Vuoti grattacieli di sale,
granchi,
balletti di alghe,
sabbiose ribalte per carcasse di civiltà.
Anche i miei occhi fondono,
fili di memoria sono giochi d'aragoste.


 


postato da Sergio Davanzo - mercoledì 23 settembre 2009 alle ore 08:59

Angelo Folin nell'antologia "Incontri di Poesia" edita da Radio Stereo Monfalcone nel 1980 di te scriveva:

"Il poeta della rabbia, il cantatore di una condizione difficile, un poeta alla ricerca di una identità sicura: questo è Sergio Davanzo. Nelle sue poesie ci parla di lotte sociali, di spezzoni di ferro, di sudore e d'illusioni: ci parla della vita; di quella vita vissuta e filtrata attraverso la realtà quotidiana del lavoro che non ha niente di romantico, ma che è mezzo e tramite d'una verità eterna. Seguiamolo, Sergio Davanzo, incontriamo con lui gli aspetti più duri dell'esistenza e se ci sentiamo angosciati, diamo ascolto ai suoi versi e risolleviamoci per stringere i denti e non darci per vinti e lottare perchè tutta la vita è una lotta."

Da quel momento sono trascorsi 29 anni. Nella tua pittura attuale, io vedo che alla "rabbia" sia subentrato "l'amore". Onore al merito. Continui a rivolgerti alle stesse categorie di persone ( o ex classi sociali): gli operai delle fabbriche in particolare, ed ai lavoratori in generale. Mi compiaccio.

 


postato da Alex Lavaroni - mercoledì 23 settembre 2009 alle ore 09:09

Questa fotografia è stata scattata nella nostra sala espositiva. Un pezzo, del quale molti di noi hanno una grande nostalgia. Lo riporterai nel circolo?


postato da Circolo Vecchia Quercia - mercoledì 23 settembre 2009 alle ore 09:24

Devo confessare una cosa. All'inizio questa sua tela non mi piaceva. La trovavo,non si addombri, "scialba". Poi osservandola meglio è cresciuta. Ora proprio mi piace. Ma anche molto. La varia gamma di grigi utilizzati ora hanno "colore".


postato da Gigi - mercoledì 23 settembre 2009 alle ore 15:18

Anch'io non avevo un grande feeling con questo quadro. Però esso è cresciuto nel tempo. Decisamente un'opera che non "urla". Discreta e raffinata sembra sussurrare "storie di naufraghi".


postato da Mah...! - mercoledì 23 settembre 2009 alle ore 15:49

Questo pezzo alle prime osservazioni appariva poco convincente. Ora, dopo averlo scrutato e studiato a lungo è uno dei miei preferiti. Molto bravo.


postato da Liza - giovedì 24 settembre 2009 alle ore 17:53

Totalmente in armonia con quanto scritto da Mia Roiter e Liza. Pertanto condivido al 100% il loro commento:

"Io sono molto attratta dall'informale, pur essendo una figurativa. Spesso, come nel caso delle "cose" tue, non riesco a staccarmi dall'osservarle. E' un po' come con le "mentine" se apro la scatola non riesco a smettere di succhiarle finchè non la vuoto completamente del suo contenuto. Però nell'informale ci sono molti "furbastri", che nulla hanno a che fare con il mondo dell'arte. Io uso, come sistema consolidato, di cercare di conoscere la "persona" che si esprime nell'informale. Ad osservarti meglio mi ha convinto la tua frase: "Solo Macchie?....Solo Macchie!". Ciò significa che anche da parte tua c'è la stessa diffidenza che provo io. Non potendoti incontrare di persona mi sono "documentata" su di te leggendo quanto scrivono gli altri e navigando su Internet. Beh...signor "Sergio" è chiaro che non sei un venditore di fumo, pittosto un "signor intellettuale" che usa il cevello che sua madre gli ha donato in tutti i 360°.

A questo punto ho deciso di votare le tue opere in classifica. Le voterei tutte 21 o 26 quante sono, ma è un inizio. Complimenti ed auguri per la tua attività artistica e non solo."

 


postato da Pony - sabato 26 settembre 2009 alle ore 12:43

Ringrazio tutti per i preziosi e graditi commenti.


postato da Sergio Davanzo - domenica 27 settembre 2009 alle ore 14:50

"Per caso presente con le sue opere alla 53° Biennale di Venezia. (Evento collaterale Blue Zone)

Che io vi racconti quante personali abbia fatto... e dove... non credo vi interessi. Quello che conta è quello che posto: il mio lavoro. Se vi garba ...lo votate. Se non vi garba non fatelo anche qualora io avessi votato una vostra opera. Se non credete al "voto" e vi piacciono i miei lavori ditelo, con un commento: "OK".

Nota: "NON VOTATE LE OPERE CHE HANNO POCHI VOTI" poichè questo significa, naturalmente esiste sempre la possibilità che vi piacciano davvero ( a pochi però!), che non siete "belle" persone. Che non siete artisti. Che non siete liberi di esprimere il vostro gusto reale ma che siete "servi" di meccanismi e di opportunismi che io non gradisco"."

Sei una splendida persona oltre che ad essere un VERO artista!

 


postato da Kurt - domenica 27 settembre 2009 alle ore 21:12

Questa è un quadro che cresce nel tempo. Le prime volte che lo vidi mi sembrava scialbo ed insignificante, poi iniziò ad interessarmi. Non amo il grigio ma in questo caso ed in seguito a lunga osservazione questa opera è propio bella.


postato da Sily - lunedì 28 settembre 2009 alle ore 09:34

Un quadro più sussurrato che urlato.


postato da Erica - martedì 29 settembre 2009 alle ore 08:47

Si può definire "pittura" la luce che la nostra anima getta sulle cose.

You can define"Painting" the light that our soul throws on the things.

Usted puede definir "Pintura" la luz que nuestra alma echa sobre las cosas.


Si può definire “pittura” la luce che la nostra anima getta sulle cose.
Non ha alcuna importanza lo stile, il supporto utilizzato, il materiale adottato per farlo.
Ritengo superato ed irrisolto il dibattito sulla forma.
La base della pittura, a mio giudizio, non è il disegno. Nemmeno i pigmenti. Solamente la luce ed il suo opposto possono costituire i fondamenti della pittura di sempre. Storicamente, ed in assenza di altre tecniche, il disegno sembrava essere l’unico modo possibile per esprimere pittura. Da molto tempo, ormai, ci sono diverse forme d’arte che basano il loro fondamento sulla riproduzione della forma. A mio parere, la fotografia, il cinema, il fumetto, l’architettura, le vari applicazioni delle tecniche video e digitali, hanno svincolato, se non sollecitato la pittura a sdoganarsi dal ricorso alla forma in quanto tale. Sicuramente ci sono artisti che non possono evitare di esprimersi senza ricorrere al segno ed al disegno. Io, non appartengo a questa categoria, se non casualmente o per gioco. Non disprezzo chi continua a “disegnare pittura”. Non solo non lo ritengo indispensabile ma da evitare. Ricorrere al segno è limitativo e limitante.
Quindi il disegno è una forma possibile di arte in pittura, sicuramente non la sola.
I soggetti rappresentabili in pittura sono tutti quelli della tradizione ai quali se abbandoniamo la costrizione della forma ( come del resto in poesia abbiamo abbandonato la “rima”) se ne aggiungono molti altri quali ad esempio: emozioni, concetti, sogni, paure…Ritengo che, quale esempio, si possa disegnare una faccia umana che provi paura. Non la paura stessa, però. La paura, l’amore, l’amicizia, un’emozione non può avere forma. Ed ecco allora che è indispensabile il ricorso all’informale.
 

 


postato da Sergio Davanzo - martedì 29 settembre 2009 alle ore 10:07

Un lavoro molto bello per significato e realizzazione.


postato da Kube - sabato 03 ottobre 2009 alle ore 14:23

Cocordo con quanto affermato da molti: questo lavoro artistico non "impatta" immediatamente, ma cresce dopo una consistente osservazione. Immagino però che per i "pittori" funzioni al contrario. Chi dipinge  è consapevole della bellezza di questo monocromo: profondità di campo, sensazione di velocità e paesaggio emergono chiaramente ad uno sguado attento ed esperto sin dal primo impatto. Un quadro difficile e bello!


postato da Universo - sabato 03 ottobre 2009 alle ore 16:20

Anche le altre opere sono molto belle ma quella che mi ha colpito di più è "volo radente " perchè il messaggio è immediato e la scelta dei colori perfetta. Complimenti e grazie del tuo commento, mariano


postato da Mariano Goglia - domenica 04 ottobre 2009 alle ore 15:44

stores.lulu.com/sergio1davanzo


postato da Sergio Davanzo - venerdì 09 ottobre 2009 alle ore 23:23

Molto bello e come hanno affermato in molti non è un quadro che "urla".


postato da Profondità - sabato 10 ottobre 2009 alle ore 12:58

Più passa il tempo più diventa bello!


postato da Liza - sabato 10 ottobre 2009 alle ore 14:58

Io credo che non ci siano schemi fissi-

Il rapporto con le cose e gli avvenimenti che ci circondano con le sue proiezioni sul futuro, l'artista lo traduce secondo le proprie necessità. Quando anche la denuncia diventa una bufala solo per la visibilità o tendenza, l'artista dovrebbe osservare in primis, cosa realmente 'manca' al tessuto sociale e, se sono le forze primigenie quelle che sono venute a mancare, cerca il recupero attraverso alla propria sensibilità e non gliene può importar di meno delle correnti o la ricerca di tendenza.

Le ricerche le esegue sulla base della propria sensibilità ed esigenza. Sicuramente ha il coraggio anche di andare contro tendenza perché non è detto che quello che serviva in una certa epoca anche in termini di provocazione, possa servire in un'altra, dove tutto , anche la provocazione è diventata strumentale al profitto. Non ho mai visto artisti di popoli repressi esprimersi solo sulla denuncia , ma sicuramente più spesso attraverso il sogno o alle proprie esigenze interiori , unica forma di libertà ancora gestibile : il proprio mondo interiore e le proprie visioni da contrapporre ad un mondo a cui tutto questo è stato negato.

La vera trasgressività dell'artista contemporaneo è il recupero di se stesso e di tutto ciò si è fatto scempio, poetica compresa.

Va da sé che, forse oggi, gli artisti più credibili in toto rimangono i bambini con queste caratteristiche
e gli artisti 'out'.

I primi con un vissuto troppo corto per essere definiti tali in maniera completa e gli altri, emarginati in quanto veramente 'liberi' e quindi non commerciabili e strumentalizzabili, se mai schiavi solo delle loro ossessioni, ma sicuramente non, rispetto alla loro libertà espressiva

Io credo non ci siano confini nell'arte : purché sia arte .

Ognuno usa il veicolo espressivo che più gli è congeniale. Considerando che questo ioArte è interessante proprio per i quesiti che pone per i confronti che dovrebbero arricchire proprio per le diversità di pensiero e non certo per polemica sterile (sempre meglio chiarire nel virtuale:). Credo che, chi usa la materia proprio come "piacere" della materia nella sua fisicità e il "colore" come impasto proprio per ottenere determinate vibrazioni cromatiche, difficilmente userà mai un pantone digitale se la sua ricerca ed esigenza si esprime con quelle caratteristiche ...

Uno può darsi al digitale per altri aspetti altrettanto intriganti, ma sicuramente diversi. Come non credo che sia un 'espressione nuova né la pittura né il digitale anche perché quest'ultimo si usura più velocemente nei programmi che vengono sostituiti con la velocità della luce.

Per quanto riguarda le diverse culture ben vengano, ma ho il sospetto che una cultura che si sviluppa da noi o in Spagna, in America in Bielorussia, Russia o nella profonda Africa , per quanto si facciano contaminare ,non dobbiamo dimenticare che ognuna di loro ha radici profondamente diverse che non si possono sostituire o dimenticare.

 

Dovrebbe essere anche significativo , quanto ci portiamo dentro radici, gusti e quant'altro che ci influenzano nella scelta delle preferenze.
Di solito i lavori preferiti sono quelli che corrispondono ai nostri canoni estetici e di gusto personale, cosa che in arte non dovrebbe mai succedere.

In maniera istintiva può piacere di più un lavoro simile ai nostri gusti personali, ma l'arte potrebbe anche trovarsi in opere che come gusto non rientrano nelle nostre preferenze, ma sicuramente in canoni artistici. Ho la sensazione che questo sia uno sbaglio che facciamo un po' tutti....sia ' perché viene naturale e perché, a volte .dimostra anche quanto siamo presi da noi stessi, senza riuscire ad entrare umilmente nei lavori di altri.
Con tutto il pieno rispetto, per chi fà figurativo "classico"..secondo il mio modesto parere,il massimo per esprimere "il senso della vita, lo stato delle cose, il divenire dell'uomo, oggi", è l'informale, il materico, il figurativo "essenziale" ....usando la materia....tutta la materia,lo scarto, si può rappresentare, ...cosa meglio di un vecchio cartone ingiallito dal tempo, gettato per strada, indifferente a chiunque, può rappresentare la situazione di molti esseri umani del nostro pianeta..non importa se nell'opera non esiste una smorfia sul volto o le mani che sorreggono uno sguardo vuoto....basta vedere quei "rifiuti" per strada...per capire dove è arrivato l'uomo...in un mondo in cui tutto si può abbandonare, distuggere....tanto si "rifà"...no!, si stanno spengendo i valori, i sentimenti, che valgono più dell'oro, giallo o nero che sia....scusate se mi esprimo in questo modo, forse sembrerò arrogante, ma chi mi conosce dal vero...sa che non lo sono...sono solo sanguigno...sincero..."ignorante" artisticamente parlando...ma UOMO!! inteso naturalmente come essere umano...ciao a tutti


 


postato da Sergio Davanzo - martedì 13 ottobre 2009 alle ore 11:17

Molto difficile questo quadro, non per questo meno significativo o meno bello degli altri!


postato da Berta - giovedì 29 ottobre 2009 alle ore 18:35

Un'Opera bellissima : Complimenti!


postato da 8 - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 18:49

His name is Sergio Davanzo. Strong in expressing his thoughts but tender in cuddling his dreams, he shows you unsuspected and unexpected aspects of his inner self. Sometimes he reveals them slowly, step by step; sometimes he shows them off abruptly, with a touch of challenging scoff. He paints. He paints because of an unsolved mixture of reasons. He paints because he needs to. Because he wants to. He paints to play. He paints because he has to paint.

Several of his works are the product of a deep need to communicate. The need to go beyond the limits of human words, beyond time and space, beyond conventional shapes with the aim of creating new and better ones, more intensely beautiful, giving thus voice to his inner and more complex thoughts.

Other works issue from Davanzo’s mere, instinctive wish to let himself go to the poetical evocation of images and feelings he has seen and lived. This inevitably pursues the connivance of his spectators, who can see and perceive his same sensations, deeply feel them and, by feeling, revive them. The result is an amazing range of ways and synaesthetical contaminations, both of colour and matter.

In Davanzo’s modus operandi often a single idea develops into a theme. It expands itself, defining autonomously its own leit motives. They are varied and widened, offered in their most flattering nuances. The original idea then swells to its utmost and, finally exhausted, it blows up. It is a definite resolution. Therefore Davanzo’s works, which follow a common vein until it is exhausted, can mainly be contextualized in groups. But, once he has finished with a vein of inspiration, sometimes the painter has already found in its ashes the beginning of several new ones. Sometimes he would rather wait before letting them catch his instinct and his paint-brush.

This is the process of painting for Sergio Davanzo. His subjects are various and different. He wants to tell as much as possible. The faces, the voices of past and present time, the places which have seen him growing both as a man and as an artist. His dog. His family. Those who have gone. Those who still have to come. A wrinkle on a forehead. The hissing of a lathe in a work shop. A minimal kaleidoscope of images, epiphanic moments which he fixes on his canvas. And which, if necessary, he moves, as he usually says “to the space”.

Certainly the imaginative titles he gives to his paintings are part of his seriocomic way of living and conceiving one’s necessities. They are delicious, often sharply ironic, and at first they astonish you, to let you eventually deal with a wake of reflection, whetting you as the back-taste of rum in a just baked cake, the recipe for which has been written and performed by Sergio Davanzo just for you.

Prof dott Maria Sole Politti
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:39

"Le tele di Davanzo vibrano, si impongono con lo stridore delle pennellate, con le barricate cromatiche da cui fuoriescono filamenti elettrici che guizzano e avvolgono, creando una fitta e mutevole rete di energia. Nelle sue opere istinto e ragione rinunciano all'eterna lotta, per dar vita ad un dialogo serrato: il colore si tende nella spontaneità del gesto, si difende entro grumi di materia, si assottiglia ed incede leggero frammentandosi secondo ritmi musicali. Viene impastoiato, fatto fluire e nuovamente convogliato, cristallizzato e gocciolato, alleggerito e spinto oltre i confini del supporto per cercare nuove espressioni comunicative."

Prof. Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:43

" Las lonas de Davanzo envían vibraciones. Ellos se imponen con el chillar del golpes de pincel, con las barricadas cromáticas de lo cual evitan filamentos eléctricos que tiemblan y ellos enrollan la creación de un dolor agudo y la red mutable de energía. En su instinto de trabajos y razón abdican la lucha eterna para dar la vida a un diálogo cerrado: el color se extiende en la espontaneidad del gesto, esto se defiende en los grupos de material, esto cultiva incede delgado(fino) y ligero(de luz) la fragmentación sí mismo según ritmos musicales. Es encadenado, hecho para fluir y otra vez llevado, cristalizado y goteó, aliviado e inclinó sobre los confinamientos del apoyo a buscar nuevas expresiones comunicativas. "

Prof Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:50

C’è una prometeica forza nelle opere di Sergio Davanzo che riconduce, con la certezza del segno e lo schiaffo del colore, ad un confronto con la realtà che non conosce compromessi o debolezze.
L’artista non abbassa lo sguardo e davanti all’esistenza egli si assume il diritto di dichiarare la verità. Lo fa attraverso un linguaggio visivo essenziale, sintetico, corrosivo, violento, titanico, provocatore. Usa la titolazione dei suoi quadri come dei tazebao: sono verdetti che illuminano, parole che possono essere incipit quanto sentenza lapidaria su un argomento che la tela sintetizza in linee di immediata intuizione, con un uso dirompente dell’elemento cromatico, con tinte che acquistano voce. Davanzo riesce a far riecheggiare nel movimento dei suoi quadri le vibranti intensità del paradosso creativo, in bilico tra ragione e gesto puro ed istintivo, folgorazioni che sono rivelazioni e universalità
 

Prof Fabio Favretto
 


postato da Sergio Davanzo - martedì 24 novembre 2009 alle ore 00:00

Io non mi definisco “pittore” ma scrittore di emozioni in pittura.
Io credo che si possa definire pittura “il fissare con i colori la luce che la nostra anima getta sulle cose”.


Questo lo hai detto tu!... ma se ti definiresti "un pittore" ed osservando questa tua opera... dove saresti, allora?
 


postato da Mabo - martedì 24 novembre 2009 alle ore 01:05

Incredibile la ricchezza di questo tuo monocromo!


postato da Jo - martedì 24 novembre 2009 alle ore 12:22

Sicuramene non scopro nulla se affermo che è uno dei più belli monocromi in giro.


postato da 8 - mercoledì 25 novembre 2009 alle ore 12:16

molto attratta da quest opera xke m trasmette freddezza!!


postato da Laura Cimò Laura - lunedì 21 dicembre 2009 alle ore 13:59

Bella fantasia. Tutti belli!!!Io gli astratti proprio non li so fare ufff..........


postato da Cy - venerdì 08 gennaio 2010 alle ore 15:50

 Interessante la Sua ricerca artistica


postato da Pierluigi Cocchi - lunedì 19 luglio 2010 alle ore 21:43

Di tutta la tua notevole produzione questo quadro rimane il mio favorito: vedo mille colori, vedo velocità, vedo tridimensionalità, vedo un uomo che passa sopra le cose cogliendole!


postato da Kube - mercoledì 01 dicembre 2010 alle ore 18:06

Good work...!


postato da Waldemar Dabrowski - sabato 19 febbraio 2011 alle ore 08:46

STUPENDO!!! cenere siamo ,cenere ritorneremo.grazie per i voti.


postato da Valter Gatto - martedì 22 marzo 2011 alle ore 21:56

Questo è il mio preferito. Complimenti.


postato da Director - martedì 19 luglio 2011 alle ore 13:06

Notevole questo monocromo. La velocità si intuisce chiaramente, inoltre rivela i diversi piani tipici di un paesaggio figurativo.


postato da Berta - domenica 31 luglio 2011 alle ore 19:52

IMMENSO !!!!


postato da Vanni - mercoledì 10 agosto 2011 alle ore 18:40

A mio giudizio questo tuo lavoro è il più bello della serie "Acqua Sporca" che io ho avuto modo di ammirare durante la tua mostra personale di Cormòns. Vedo profondità e movimento. Io penso che tu non voli "radente" ma molto più in alto.


postato da Sily - sabato 13 agosto 2011 alle ore 17:40

Veramente un lavoro complesso e convincente. Bravissimo.


postato da Lu - domenica 21 agosto 2011 alle ore 13:15

 grazie a tutti per i commenti postati!


postato da Sergio Davanzo - domenica 06 gennaio 2013 alle ore 16:42

Questo quadro lo guardo sempre a poco a poco, continua a lanciare messaggi importanti. M’invita a correre  rapidamente e serenamente verso il mondo. E’ un’Opera d’arte. Grazie per le continue emozioni.Tutti meritano di volare! Bellissimo.


postato da Lia Saccotelli - domenica 13 gennaio 2013 alle ore 22:26

Scelta di pochi colori e comunque ben abbinati.

Johnny


postato da Johnny Terr - martedì 09 aprile 2013 alle ore 23:11

Questo lavoro mi ricorda anche lo stile

dell'amico Graziano Rey...

Complimenti!

J.T.


postato da Johnny Terr - martedì 09 aprile 2013 alle ore 23:17

Carissimo Sergio,

concordo che la pittura sia luce della nostra anima...

Complimenti.

Johnny TERR

Presidente Movimento Artisti Terzo Millennio


postato da Johnny Terr - sabato 18 maggio 2013 alle ore 14:28

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Tutte le opere di Sergio Davanzo

  • Calendario 2013
  • Ho dato fondo (parziale)
  • feelings & feelings (frammento)
  • Omaggio ai tubisti
  • Strada di Bagdad con mimosa
  • Manhattan vista dal Bronx
  • volo radente
  • Tributo a Gaudì (frammento)(vedere il link postato nei commenti)
  • KRAKEN
  • Omaggio ai Tubisti (Pressfitting) alias "Quando Dio spartiva le tette...io ero in bagno..."
  • Non è la luce del Merisi...ma in tempi di crisi....
  • La mia vita è un lungo lato di Bolina! ( ...ci sarà mai un lato in poppa con tangone...& tanga?)
  • Il futuro è roseo, il presente...un po' meno...
  • Vedo smerciare miele di vipera, agito braccia di carta che il vento disperde.
  • Omaggio ai Tubisti (Aisi 304)
  • Il Delinquente (Lulu.com Editore)
  • CROSSING (Lulu.com editore)
  • Pensavo fossi morto....
  • LA MAFIA E' SOLAMENTE UN INSETTO: PUOI SCHIACCIARLA!
  • Questa è una società che macina tutti i valori!
  • Ciao
  • Cattredale Unica nello Spazio
  • Calendario 2010 Gennaio
  • Calendario 2010 Marzo
  • Calendario 2010 Ottobre
  • Calendario 2010 Dicembre
  • Calendario 2010 (Lulu.com) http://www.lulu.com/product/calendario/2010-by-sergio-davanzo/5949551
  • AUGURI....& che s'inizi ad intravvedere...il positivo!
  • Acqua Sporca
  • Solo Macchie?
  • In  /  ES    presso
  • COFFE TIME
  • Tributo a Jackson Pollock
  • Metropoli (serie Acqua Sporca)
  • COFFE TIME
  • Nel 2010 non si può
  • In  /  ES    presso
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