Commenti sull'opera Omaggio ai tubisti:

 Gli equilibri,il contrasto e l'energia che si espande così pulita  mi animano.....


postato da Luciano Valletta - sabato 05 settembre 2009 alle ore 14:25

Che opera magica....

ha  come  una forza  operante,come se  quel  perfetto  cerchio  di  luce,nel  profondo  buio,volesse  evidenziare la condizione  dell'uomo quale  è divenuto,diviso  a  metà  tra  spirito  e  materia,e  quei raggi alchemici  colpiscono l'ego  umano   con  il suo  mondo d'illusione aperto    in  due  e in  eterno conflitto.

Perdonami  se  sto  facendoci   i romanzi  sui tuoi  dipinti,probabilmente  sorriderai,ma  è  più forte  di  me.

Grandissimo Sergio  sei  un   Artista con la  A maiuscola!


postato da Cristina De Biasio - venerdì 11 settembre 2009 alle ore 19:57

molto elegante, perfetto.


postato da Marumaru70 - giovedì 17 settembre 2009 alle ore 19:59

Lunedì alle sette cinquanta

Lunedì alle sette cinquanta
tra il bollettario e l'officina
il treno scuote.
Lunedì alle sette cinquanta
con la voglia di caffè
andare in spogliatoio
togliere la camicia
appenderla
ed in stipetto vestire un altro.
Con il fumo tra i denti
con il volantino in tasca
con il ricordo della notte
buttarsi
nell'odore dell'officina.
Infilare i guanti
aspettare che l'unto aggredisca le dita
e stringere la lunga ringhiera di bordo.
Nell'aria dei rumori
nell'aria senza parole
sono lo 04715

 


postato da Sergio Davanzo - venerdì 18 settembre 2009 alle ore 00:01

Questa tua opera la sento particolarmente. Bello ed importante il tuo pezzo "Lunedì alle 7.50". Io credo che il titolo di questo tuo lavoro sia la tua poesia "Lunedì alle 7.50" e per sottotitolo "Omaggio ai tubisti". Grazie per portare in luce le persone poco considerate: gli operai e noi lavoratori in generale. I pittori che hanno immortalato le varie "Contesse cadute da cavallo" probabilmente non concorderanno con te e affermeranno che la tua non è "arte". Continua per la tua strada, per favore. Saranno e saremo in molti a supportare il tuo lavoro artistico.


postato da Alex Lavaroni - domenica 20 settembre 2009 alle ore 11:34

Il commento di Alex mi ha "illuminato"!

Non sapevo che lei fosse la stessa persona del poeta Sergio Davanzo!

Io mi occupo anche di poesia per tutta una serie di ragioni. Di Sergio Davanzo poeta conosco molto. Coservo gelosamente una pubblicazione del 1977 "Per Altri Vari". Altrettanta cura riservo ad una antologia pubblicata nel 1980 da Radio Stereo Monfalcone "Incontri di Poesia". Le pubblicazioni inesistenti in commercio mi sono state donate, per i miei studi, da una zia di Gorizia. Sergio Davanzo in una definizione di Angelo Folin  dell'epoca :"Il poeta della rabbia, il cantatore di una condizione difficile, un poeta alla ricerca di una identità sicura: questo è Sergio Davanzo. Nelle sue poesie ci parla di lotte sociali, di spezzoni di ferro, di sudore e d'illusioni: ci parla della vita; di quella vita vissuta e filtrata attraverso la realtà quotidiana del lavoro che non ha niente di romantico, ma che è mezzo e tramite d'una verità eterna. Seguiamolo, Sergio Davanzo, incontriamo con lui gli aspetti più duri dell'esistenza e se ci sentiamo angosciati, diamo ascolto ai suoi versi e risolleviamoci per stringere i denti e non darci per vinti e lottare perchè tutta la vita è una lotta." Ho seguito il ABSOLUTE POETRY  del 2008. Ho sentito i ragazzi del Centro di Aggregazione Giovanile di Monfalcone recitare le sue poesie. Ho sentito l'intervista di Cavalli, mandata in onda su RADIO RAI. In quella intervista m'impressionò la poetessa americana Lydia Lunch e il poeta italiano Sergio Davanzo, la sua voce mi ha fatto vibrare il diaframma! Mi sarebbe piaciuto assistere ad una sua performance nel Poetry Slam alla presenza del suo inventore l'americano Marc Kelly Smith.... ora scopro che il pittore che ho qui davanti a me in questo sito è la stessa persona....ma allora...lei è veramente "UN GRANDISSIMO ARTISTA".


postato da Dolores Lafuente - domenica 20 settembre 2009 alle ore 14:35

"Omaggio ai Tubisti" è il tuo quadro più considerato dagli operai che frequentano i nostri locali. Siamo convinti che a te farà piacere sapere questo.


postato da Universo - martedì 22 settembre 2009 alle ore 08:59

Anch'io m'identifico molto con questa tela: bellissima!


postato da Ciro Bonito - martedì 22 settembre 2009 alle ore 10:58

Distribuzione degli spazi ed equilibro perfetto.


postato da Rissa - martedì 22 settembre 2009 alle ore 16:08

"Infilare i guanti
aspettare che l'unto aggredisca le dita
e stringere la lunga ringhiera di bordo.
Nell'aria dei rumori
nell'aria senza parole
sono lo 04715"

 

P E R F E T T O !!!!!!! lo 57632 ti saluta.


postato da Skrikki - martedì 22 settembre 2009 alle ore 19:05

Un lavoro artistico molto bello e molto sentito da uno come me che lavora a turno in fabbrica. Grazie.


postato da Rotcko - martedì 22 settembre 2009 alle ore 22:03

Io che lavoro in fabbrica capisco molto bene questo quadro. Questa pittura è bellissima. Sono stanca dell'arte che rappresenta cavalli e vasi di fiori.... La mia vita è fatta di cose un "pochino" più dure delle violette. Ringrazio quest'arte.


postato da Mah...! - martedì 22 settembre 2009 alle ore 22:18

La Prof. Lorella Coloni dice della tua pittura:

"Le tele di Davanzo vibrano, si impongono con lo stridore delle pennellate, con le barricate cromatiche da cui fuoriescono filamenti elettrici che guizzano e avvolgono, creando una fitta e mutevole rete di energia. Nelle sue opere istinto e ragione rinunciano all'eterna lotta, per dar vita ad un dialogo serrato: il colore si tende nella spontaneità del gesto, si difende entro grumi di materia, si assottiglia ed incede leggero frammentandosi secondo ritmi musicali. Viene impastoiato, fatto fluire e nuovamente convogliato, cristallizzato e gocciolato, alleggerito e spinto oltre i confini del supporto per cercare nuove espressioni comunicative."

Il Prof.  Fabio Favretto afferma :

"C’è una prometeica forza nelle opere di Sergio Davanzo che riconduce, con la certezza del segno e lo schiaffo del colore, ad un confronto con la realtà che non conosce compromessi o debolezze.
L’artista non abbassa lo sguardo e davanti all’esistenza egli si assume il diritto di dichiarare la verità. Lo fa attraverso un linguaggio visivo essenziale, sintetico, corrosivo, violento, titanico, provocatore. Usa la titolazione dei suoi quadri come dei tazebao: sono verdetti che illuminano, parole che possono essere incipit quanto sentenza lapidaria su un argomento che la tela sintetizza in linee di immediata intuizione, con un uso dirompente dell’elemento cromatico, con tinte che acquistano voce. Davanzo riesce a far riecheggiare nel movimento dei suoi quadri le vibranti intensità del paradosso creativo, in bilico tra ragione e gesto puro ed istintivo, folgorazioni che sono rivelazioni e universalità"

La Prof. poi aggiunge:

"La pittura di Sergio Davanzo, artista, poeta e scrittore che vive e lavora a Panzano (quartiere cantieristico di Monfalcone), non è certo di quelle sussurrate: per superare il frastuono della nostra era, bisogna alzarsi ed alzare il volume, gonfiare la soglia della visibilità. Per dare voce alle proprie idee, ma anche ai dubbi, ai sogni, a quella sfera emozionale che alterna torpori ad esplosioni, che si nutre di silenzi e di affabulazioni."

Tu scrivi nel tuo profilo:

SOLO MACCHIE?......SOLO MACCHIE!!!!

in conclusione... a me le tue macchie piacciono molto!


postato da Rauschenberg - mercoledì 23 settembre 2009 alle ore 00:20

Anche a me le tue "macchie" piacciono molto!!!


postato da Arman - mercoledì 23 settembre 2009 alle ore 00:34

Verso Est in Cantiere

Andare davvero per rotte diverse
la ruggine lasciando al cantiere
i miti passati dentro le mura,
la paura ai guardiani,
gli inchini alle gru,
voltando le spalle al tramonto
che colora la tuta di schiena,
occhi più acuti,
sfacciati, nel buio.
Mi spingo alla lotta
con tutte le mani che sfanno lamiere

 


postato da Sergio Davanzo - mercoledì 23 settembre 2009 alle ore 08:44

Quest'opera è stata esposta nel nostro circolo nel 2008 ed è stata una delle più ammirate dai nostri 600 soci.


postato da Circolo Vecchia Quercia - mercoledì 23 settembre 2009 alle ore 09:22

Questo tuo omaggio agli operi mi piace. Posso dirti che è un po' "Eucaristico"?


postato da Liza - giovedì 24 settembre 2009 alle ore 17:54

Molto bella questa opera. E' come se si aprisse per lasciar spazio alla vera essenza di ognuno di noi...da l'idea di azione e reazione, spazio, forme geometriche che nella loro finita perfezione si evolvono, cambiano e diventano perfette...


postato da Elisio - giovedì 24 settembre 2009 alle ore 19:01

Quoto il commento di Elisio!


postato da Edy Collina - giovedì 24 settembre 2009 alle ore 21:37

Ringrazio tutti per i preziosi e graditi commenti.
 


postato da Sergio Davanzo - domenica 27 settembre 2009 alle ore 14:52

Questo lavoro è bellissimo, forse è il mio preferito.


postato da Dok - domenica 27 settembre 2009 alle ore 15:36

Questa è una delle opere che "sento" di più, ciò probabilmente è dovuto alla mia attività oppure al fatto di vivere nel quartiere operaio di Panzano.


postato da Walter Leone - domenica 27 settembre 2009 alle ore 18:58

Dal tuo profilo:

"Per caso presente con le sue opere alla 53° Biennale di Venezia. (Evento collaterale Blue Zone)

Che io vi racconti quante personali abbia fatto... e dove... non credo vi interessi. Quello che conta è quello che posto: il mio lavoro. Se vi garba ...lo votate. Se non vi garba non fatelo anche qualora io avessi votato una vostra opera. Se non credete al "voto" e vi piacciono i miei lavori ditelo, con un commento: "OK".

Nota: "NON VOTATE LE OPERE CHE HANNO POCHI VOTI" poichè questo significa, naturalmente esiste sempre la possibilità che vi piacciano davvero ( a pochi però!), che non siete "belle" persone. Che non siete artisti. Che non siete liberi di esprimere il vostro gusto reale ma che siete "servi" di meccanismi e di opportunismi che io non gradisco".

Ciò che UCCIDE l'artista (ammesso e non concesso che esistano), a mio parere, è l'indifferenza!

Capitano nautico e metalmeccanico per hobby.
 

SOLO MACCHIE?......SOLO MACCHIE!"

IO TI ADORO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 


postato da Mia Roiter - domenica 27 settembre 2009 alle ore 20:59

"Ciò che UCCIDE l'artista (ammesso e non concesso che esistano), a mio parere, è l'indifferenza!"

Molto vero! Complimenti anche per come la pensi oltre che per il tuo lavoro artistico.

 


postato da Sily - lunedì 28 settembre 2009 alle ore 09:15

Un'opera con un impatto visivo importante.


postato da Erica - martedì 29 settembre 2009 alle ore 08:45

Si può definire "pittura" la luce che la nostra anima getta sulle cose.

You can define"Painting" the light that our soul throws on the things.

Usted puede definir "Pintura" la luz que nuestra alma echa sobre las cosas.


Si può definire “pittura” la luce che la nostra anima getta sulle cose.
Non ha alcuna importanza lo stile, il supporto utilizzato, il materiale adottato per farlo.
Ritengo superato ed irrisolto il dibattito sulla forma.
La base della pittura, a mio giudizio, non è il disegno. Nemmeno i pigmenti. Solamente la luce ed il suo opposto possono costituire i fondamenti della pittura di sempre. Storicamente, ed in assenza di altre tecniche, il disegno sembrava essere l’unico modo possibile per esprimere pittura. Da molto tempo, ormai, ci sono diverse forme d’arte che basano il loro fondamento sulla riproduzione della forma. A mio parere, la fotografia, il cinema, il fumetto, l’architettura, le vari applicazioni delle tecniche video e digitali, hanno svincolato, se non sollecitato la pittura a sdoganarsi dal ricorso alla forma in quanto tale. Sicuramente ci sono artisti che non possono evitare di esprimersi senza ricorrere al segno ed al disegno. Io, non appartengo a questa categoria, se non casualmente o per gioco. Non disprezzo chi continua a “disegnare pittura”. Non solo non lo ritengo indispensabile ma da evitare. Ricorrere al segno è limitativo e limitante.
Quindi il disegno è una forma possibile di arte in pittura, sicuramente non la sola.
I soggetti rappresentabili in pittura sono tutti quelli della tradizione ai quali se abbandoniamo la costrizione della forma ( come del resto in poesia abbiamo abbandonato la “rima”) se ne aggiungono molti altri quali ad esempio: emozioni, concetti, sogni, paure…Ritengo che, quale esempio, si possa disegnare una faccia umana che provi paura. Non la paura stessa, però. La paura, l’amore, l’amicizia, un’emozione non può avere forma. Ed ecco allora che è indispensabile il ricorso all’informale.
 

 


postato da Sergio Davanzo - martedì 29 settembre 2009 alle ore 10:09
Esprime molto, mi cattura lo sguardo e le emozioni...mi affascina nel sio essere elegante. Complimenti! Solitamente preferisco lo stile figurativo ma i tuoi lavori hanno "quel non so ché"... :-)))
postato da Letizia - venerdì 02 ottobre 2009 alle ore 11:44

Grazie Letizia il tuo commento è importante soprattutto perchè preferisci il figurativo. Ti ringrazio per i complimenti.

Colgo l'occasione per ringraziare tutti  per i commenti postati molto graditi e molto carini. Grazie, veramente.

 


postato da Sergio Davanzo - sabato 03 ottobre 2009 alle ore 00:52

stores.lulu.com/sergio1davanzo


postato da Sergio Davanzo - venerdì 09 ottobre 2009 alle ore 23:23

E' Bellissimo!


postato da Profondità - sabato 10 ottobre 2009 alle ore 13:06

Io credo che non ci siano schemi fissi-
 

Il rapporto con le cose e gli avvenimenti che ci circondano con le sue proiezioni sul futuro, l'artista lo traduce secondo le proprie necessità. Quando anche la denuncia diventa una bufala solo per la visibilità o tendenza, l'artista dovrebbe osservare in primis, cosa realmente 'manca' al tessuto sociale e, se sono le forze primigenie quelle che sono venute a mancare, cerca il recupero attraverso alla propria sensibilità e non gliene può importar di meno delle correnti o la ricerca di tendenza.

Le ricerche le esegue sulla base della propria sensibilità ed esigenza. Sicuramente ha il coraggio anche di andare contro tendenza perché non è detto che quello che serviva in una certa epoca anche in termini di provocazione, possa servire in un'altra, dove tutto , anche la provocazione è diventata strumentale al profitto. Non ho mai visto artisti di popoli repressi esprimersi solo sulla denuncia , ma sicuramente più spesso attraverso il sogno o alle proprie esigenze interiori , unica forma di libertà ancora gestibile : il proprio mondo interiore e le proprie visioni da contrapporre ad un mondo a cui tutto questo è stato negato.

La vera trasgressività dell'artista contemporaneo è il recupero di se stesso e di tutto ciò si è fatto scempio, poetica compresa.

Va da sé che, forse oggi, gli artisti più credibili in toto rimangono i bambini con queste caratteristiche
e gli artisti 'out'.

I primi con un vissuto troppo corto per essere definiti tali in maniera completa e gli altri, emarginati in quanto veramente 'liberi' e quindi non commerciabili e strumentalizzabili, se mai schiavi solo delle loro ossessioni, ma sicuramente non, rispetto alla loro libertà espressiva

Io credo non ci siano confini nell'arte : purché sia arte .

Ognuno usa il veicolo espressivo che più gli è congeniale. Considerando che questo ioArte è interessante proprio per i quesiti che pone per i confronti che dovrebbero arricchire proprio per le diversità di pensiero e non certo per polemica sterile (sempre meglio chiarire nel virtuale:). Credo che, chi usa la materia proprio come "piacere" della materia nella sua fisicità e il "colore" come impasto proprio per ottenere determinate vibrazioni cromatiche, difficilmente userà mai un pantone digitale se la sua ricerca ed esigenza si esprime con quelle caratteristiche ...

Uno può darsi al digitale per altri aspetti altrettanto intriganti, ma sicuramente diversi. Come non credo che sia un 'espressione nuova né la pittura né il digitale anche perché quest'ultimo si usura più velocemente nei programmi che vengono sostituiti con la velocità della luce.

Per quanto riguarda le diverse culture ben vengano, ma ho il sospetto che una cultura che si sviluppa da noi o in Spagna, in America in Bielorussia, Russia o nella profonda Africa , per quanto si facciano contaminare ,non dobbiamo dimenticare che ognuna di loro ha radici profondamente diverse che non si possono sostituire o dimenticare.

 

Dovrebbe essere anche significativo , quanto ci portiamo dentro radici, gusti e quant'altro che ci influenzano nella scelta delle preferenze.
Di solito i lavori preferiti sono quelli che corrispondono ai nostri canoni estetici e di gusto personale, cosa che in arte non dovrebbe mai succedere.

In maniera istintiva può piacere di più un lavoro simile ai nostri gusti personali, ma l'arte potrebbe anche trovarsi in opere che come gusto non rientrano nelle nostre preferenze, ma sicuramente in canoni artistici. Ho la sensazione che questo sia uno sbaglio che facciamo un po' tutti....sia ' perché viene naturale e perché, a volte .dimostra anche quanto siamo presi da noi stessi, senza riuscire ad entrare umilmente nei lavori di altri.
Con tutto il pieno rispetto, per chi fà figurativo "classico"..secondo il mio modesto parere,il massimo per esprimere "il senso della vita, lo stato delle cose, il divenire dell'uomo, oggi", è l'informale, il materico, il figurativo "essenziale" ....usando la materia....tutta la materia,lo scarto, si può rappresentare, ...cosa meglio di un vecchio cartone ingiallito dal tempo, gettato per strada, indifferente a chiunque, può rappresentare la situazione di molti esseri umani del nostro pianeta..non importa se nell'opera non esiste una smorfia sul volto o le mani che sorreggono uno sguardo vuoto....basta vedere quei "rifiuti" per strada...per capire dove è arrivato l'uomo...in un mondo in cui tutto si può abbandonare, distuggere....tanto si "rifà"...no!, si stanno spengendo i valori, i sentimenti, che valgono più dell'oro, giallo o nero che sia....scusate se mi esprimo in questo modo, forse sembrerò arrogante, ma chi mi conosce dal vero...sa che non lo sono...sono solo sanguigno...sincero..."ignorante" artisticamente parlando...ma UOMO!! inteso naturalmente come essere umano...ciao a tutti


 


postato da Sergio Davanzo - martedì 13 ottobre 2009 alle ore 11:16

La ringrazio per tutti i suoi voti;) . Mi ha così dato modo di conoscerla .  Ho letto la sua ..presentazione .   Il suo pensiero  mi ha molto coinvolto , e mi è piaciuto anche perchè molto vicino al mio pensare.  Mi complimento per le opere astratte e di grande forza materica. Ora passerò in lulù.com:) un caro saluto Virginia


postato da Virgy - venerdì 23 ottobre 2009 alle ore 21:14

Anche questo bellissimo. Grazie per voto a mio suonatore d'ombre. Siccome penso che d'arte tu te ne intenda mi ritengo lusingata


postato da Cy - mercoledì 28 ottobre 2009 alle ore 08:21

"La vera trasgressività dell'artista contemporaneo è il recupero di se stesso e di tutto ciò si è fatto scempio, poetica compresa."

...e tu lo stai facendo molto bene!


postato da Berta - giovedì 29 ottobre 2009 alle ore 18:31

His name is Sergio Davanzo. Strong in expressing his thoughts but tender in cuddling his dreams, he shows you unsuspected and unexpected aspects of his inner self. Sometimes he reveals them slowly, step by step; sometimes he shows them off abruptly, with a touch of challenging scoff. He paints. He paints because of an unsolved mixture of reasons. He paints because he needs to. Because he wants to. He paints to play. He paints because he has to paint.

Several of his works are the product of a deep need to communicate. The need to go beyond the limits of human words, beyond time and space, beyond conventional shapes with the aim of creating new and better ones, more intensely beautiful, giving thus voice to his inner and more complex thoughts.

Other works issue from Davanzo’s mere, instinctive wish to let himself go to the poetical evocation of images and feelings he has seen and lived. This inevitably pursues the connivance of his spectators, who can see and perceive his same sensations, deeply feel them and, by feeling, revive them. The result is an amazing range of ways and synaesthetical contaminations, both of colour and matter.

In Davanzo’s modus operandi often a single idea develops into a theme. It expands itself, defining autonomously its own leit motives. They are varied and widened, offered in their most flattering nuances. The original idea then swells to its utmost and, finally exhausted, it blows up. It is a definite resolution. Therefore Davanzo’s works, which follow a common vein until it is exhausted, can mainly be contextualized in groups. But, once he has finished with a vein of inspiration, sometimes the painter has already found in its ashes the beginning of several new ones. Sometimes he would rather wait before letting them catch his instinct and his paint-brush.

This is the process of painting for Sergio Davanzo. His subjects are various and different. He wants to tell as much as possible. The faces, the voices of past and present time, the places which have seen him growing both as a man and as an artist. His dog. His family. Those who have gone. Those who still have to come. A wrinkle on a forehead. The hissing of a lathe in a work shop. A minimal kaleidoscope of images, epiphanic moments which he fixes on his canvas. And which, if necessary, he moves, as he usually says “to the space”.

Certainly the imaginative titles he gives to his paintings are part of his seriocomic way of living and conceiving one’s necessities. They are delicious, often sharply ironic, and at first they astonish you, to let you eventually deal with a wake of reflection, whetting you as the back-taste of rum in a just baked cake, the recipe for which has been written and performed by Sergio Davanzo just for you.

Prof dott Maria Sole Politti
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:34

" Las lonas de Davanzo envían vibraciones. Ellos se imponen con el chillar del golpes de pincel, con las barricadas cromáticas de lo cual evitan filamentos eléctricos que tiemblan y ellos enrollan la creación de un dolor agudo y la red mutable de energía. En su instinto de trabajos y razón abdican la lucha eterna para dar la vida a un diálogo cerrado: el color se extiende en la espontaneidad del gesto, esto se defiende en los grupos de material, esto cultiva incede delgado(fino) y ligero(de luz) la fragmentación sí mismo según ritmos musicales. Es encadenado, hecho para fluir y otra vez llevado, cristalizado y goteó, aliviado e inclinó sobre los confinamientos del apoyo a buscar nuevas expresiones comunicativas. "

Prof Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:57

C’è una prometeica forza nelle opere di Sergio Davanzo che riconduce, con la certezza del segno e lo schiaffo del colore, ad un confronto con la realtà che non conosce compromessi o debolezze.
L’artista non abbassa lo sguardo e davanti all’esistenza egli si assume il diritto di dichiarare la verità. Lo fa attraverso un linguaggio visivo essenziale, sintetico, corrosivo, violento, titanico, provocatore. Usa la titolazione dei suoi quadri come dei tazebao: sono verdetti che illuminano, parole che possono essere incipit quanto sentenza lapidaria su un argomento che la tela sintetizza in linee di immediata intuizione, con un uso dirompente dell’elemento cromatico, con tinte che acquistano voce. Davanzo riesce a far riecheggiare nel movimento dei suoi quadri le vibranti intensità del paradosso creativo, in bilico tra ragione e gesto puro ed istintivo, folgorazioni che sono rivelazioni e universalità
 

Prof Fabio Favretto
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 23:56

Io non mi definisco “pittore” ma scrittore di emozioni in pittura.
Io credo che si possa definire pittura “il fissare con i colori la luce che la nostra anima getta sulle cose”.


Questo lo hai detto tu!... ma se ti definiresti "un pittore" ed osservando questa tua opera... dove saresti, allora?

 


postato da Mabo - martedì 24 novembre 2009 alle ore 01:08

Mi piace questo tuo tributo alle classi lavoratrici.


postato da Jo - martedì 24 novembre 2009 alle ore 12:21

In questo tuo dipinto si sente l'ironia....


postato da 8 - mercoledì 25 novembre 2009 alle ore 12:13

ciao Sergio! poke!!!


postato da Anna Maria Ladu - mercoledì 25 novembre 2009 alle ore 19:55

saggio l'uso dei colori in tutte le sue opere... vorrei trovare il coraggio di iniziare ad esprimermi così


postato da Arrighi Margherita Mati - giovedì 02 settembre 2010 alle ore 23:10

però se non vuoi essere questo e quell'altro, non ce lo scrivere scusa...


postato da Arrighi Margherita Mati - domenica 05 settembre 2010 alle ore 07:29

STUPENDO AMO QUESTO  GENERE


postato da Giovanna Candida - martedì 18 gennaio 2011 alle ore 11:08

BELLISSIMO!


postato da Valter Gatto - giovedì 17 marzo 2011 alle ore 21:04

Grazie Sergio per le frequenti segnalazioni. Complimenti per i tuoi lavori sui quali vorrei fare un commento ma non so che dire. In tanti hanno scritto qualcosa di appropriato: credo abbiano esaurito i termini che identificano la tua arte. Cordialmente, Maurizio Bello.


postato da Maurizio Bello - venerdì 01 luglio 2011 alle ore 21:28

Molto bello per originalità del soggetto e la rappresentazione molto interessante.


postato da Profondità - sabato 09 luglio 2011 alle ore 12:56

Il suo pensiero mi ha molto coinvolto. Mi piacciono molto i suoi soggetti ed il suo modo di rappresentarli. Non saprei definire la sua corrente pittorica....astratto mi sembra banale, concettuale...non saprei...Lei come si definisce?


postato da Duchamp - lunedì 18 luglio 2011 alle ore 19:20

SUPERBAMENTE BELLO !!!


postato da Pam - lunedì 22 agosto 2011 alle ore 12:38

 Un inchino a questo Grande Maestro.

Cristina


postato da Bianchetti Cristina - mercoledì 09 gennaio 2013 alle ore 17:43

 troppa roba....Cristina!!!!....grazie.


postato da Sergio Davanzo - mercoledì 09 gennaio 2013 alle ore 18:52

 Questo quadro e' importante. Complimenti. 


postato da Lia Saccotelli - martedì 12 marzo 2013 alle ore 07:15

Non male lo stle e la scelta fantasiosa dei tuoi colori.

Johnny TERR


postato da Johnny Terr - martedì 09 aprile 2013 alle ore 23:08

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Tutte le opere di Sergio Davanzo

  • Calendario 2013
  • Ho dato fondo (parziale)
  • feelings & feelings (frammento)
  • Omaggio ai tubisti
  • Strada di Bagdad con mimosa
  • Manhattan vista dal Bronx
  • volo radente
  • Tributo a Gaudì (frammento)(vedere il link postato nei commenti)
  • KRAKEN
  • Omaggio ai Tubisti (Pressfitting) alias "Quando Dio spartiva le tette...io ero in bagno..."
  • Non è la luce del Merisi...ma in tempi di crisi....
  • La mia vita è un lungo lato di Bolina! ( ...ci sarà mai un lato in poppa con tangone...& tanga?)
  • Il futuro è roseo, il presente...un po' meno...
  • Vedo smerciare miele di vipera, agito braccia di carta che il vento disperde.
  • Omaggio ai Tubisti (Aisi 304)
  • Il Delinquente (Lulu.com Editore)
  • CROSSING (Lulu.com editore)
  • Pensavo fossi morto....
  • LA MAFIA E' SOLAMENTE UN INSETTO: PUOI SCHIACCIARLA!
  • Questa è una società che macina tutti i valori!
  • Ciao
  • Cattredale Unica nello Spazio
  • Calendario 2010 Gennaio
  • Calendario 2010 Marzo
  • Calendario 2010 Ottobre
  • Calendario 2010 Dicembre
  • Calendario 2010 (Lulu.com) http://www.lulu.com/product/calendario/2010-by-sergio-davanzo/5949551
  • AUGURI....& che s'inizi ad intravvedere...il positivo!
  • Acqua Sporca
  • Solo Macchie?
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